Home___primopianoQuando era la DC a dare le carte, ecco quelle anticomuniste disegnate da Jacovitti

La propaganda dei Comitati Civici utilizzava tutte le forme di comunicazione, ritrovato un mazzo del 1951


Quando era la DC a dare le carte, ecco quelle anticomuniste disegnate da Jacovitti


22 Giugno 2024 / Paolo Zaghini

Ho trovato recentemente fra le carte e i libri di un elettore democristiano deceduto, che i famigliari mi hanno fatto consultare, un mazzo di carte (40 carte) realizzato dai Comitati Civici costituiti da Luigi Gedda (1902-2000) su incarico di papa Pio XII (1876-1958) in vista delle elezioni politiche del 1948.

I Comitati Civici furono un’organizzazione di laici cattolici italiani impegnati nella difesa della tradizione religiosa e morale del Paese e alla mobilitazione civica anticomunista.

Nell’infuocato clima politico del dopoguerra Pio XII chiese a Gedda, allora vicepresidente dell’Azione Cattolica, di costituire un’organizzazione finalizzata a radicalizzare la contrapposizione tra la Democrazia Cristiana e i partiti di sinistra, con l’effetto di polarizzare il quadro politico e indurre molti cattolici a superare la tentazione di sostenere, in funzione anticomunista, i partiti che si collocavano a destra della DC.

Nelle elezioni politiche del 1948, segnate da una campagna elettorale particolarmente tesa, i Comitati Civici sostennero apertamente la Democrazia Cristiana. Il risultato elettorale fu significativo: la Democrazia Cristiana superò il 48% dei voti sia alla camera che al senato, mentre la lista del Fronte Democratico Popolare si fermò a poco meno del 31% dei consensi, decretando di fatto la fine delle alleanze elettorali tra comunisti e socialisti, per lo meno a livello di elezioni nazionali. Il segretario del PCI Palmiro Togliatti, principale bersaglio dei Comitati Civici, in una riunione postelettorale ammise che era stata sottovalutata l’influenza della Chiesa sull’elettorato italiano.

Nel 1952 Gedda divenne presidente della ACI (Azione Cattolica Italiana) e lasciò la presidenza dei Comitati Civici. Nuovo responsabile di questi divenne il giornalista Ugo Sciascia (1911-1992).

Negli anni sessanta, i Comitati Civici non salutarono con favore la costituzione dei governi di centro-sinistra e appoggiarono le posizioni della destra democristiana, che costituiva la minoranza interna del partito.
Le ultime attività si ebbero in occasione del referendum del 1974, quando i Comitati Civici si spesero in favore dell’abrogazione del divorzio a fianco del Segretario democristiano Amintore Fanfani.

I Comitati Civici furono sciolti (senza l’adozione di alcun provvedimento ufficiale) dai dirigenti della Democrazia Cristiana a metà degli anni Settanta.

Il costante confronto con il bolscevismo, l’evidenziarne i risultati negativi nei paesi sovietici con elementi visivi a tratti esagerati, immaginario di una Russia sotto sviluppata e retrograda sono la base dei manifesti elettorali e di tutto il materiale prodotto dai Comitati Civici (dai film alle carte).

Il ruolo di Gedda in tutto questo è stato definito in epoche più recenti come fondamentale per l’Italia del dopoguerra: una lotta al comunismo nella sua forma più estrema,

Un nuovo strumento applicato alla comunicazione politica, usato a tutti gli effetti per la prima volta dai Comitati Civici, venne inaugurato in quegli anni: l’Ufficio Psicologico. Il successo dei Comitati fu dovuto infatti alla sapiente unione di diverse sezioni specializzate in specifici ambiti, con uffici dedicati. Il primo manifesto prodotto dall’ufficio Psicologico, che ricerca lo shock capace di procurare un’emozione, di ispirare, di richiamare di far pensare, tratta un tema importante in questo periodo, l’astensionismo. È anche grazie all’ufficio psicologico se la Dc in questi primi anni ottenne vantaggio rispetto alla sinistra, che ancora era ancorata all’idea di rappresentazione iperrealistica e seria.

Le immagini del mazzo di carte (di cui ne riproduciamo alcune) furono realizzate da Benito Jacovitti (19 marzo 1923, Termoli
– 3 dicembre 1997, Roma) nel 1951. In quell’anno si tennero, in due tornat eil 27-28 maggio e il 10-11 giugno, importanti elezioni amministrative, le prime dopo il ripristino degli orgni provinciali elettivi aboliti dal fascismo e con il nuovo sistema maggioritario voluto da De Gasperi; coinvolsero 57 consigli provinciali e oltre 3.300 consigli comunali.

Sul verso delle carte c’è scritto: a cura del Comitato Civico. Diverse di queste attaccano i Partigiani della Pace che in quegli anni si battevano contro la guerra atomica (l’unno russo a cavallo ha abbattuto la colomba della pace). E non si crede dunque alla volontà di pace della Russia. I baffoni di Stalin sovrastano spade insanguinate. I militanti comunisti hanno per le mani nodosi randelli.

Una propaganda anticomunista con messaggi visivi semplici, diretti, aggressivi. La fantasia dei collaboratori di Gedda nell’inventare strumenti di comunicazione a forte impatto sugli elettori fu notevole.

I Comitati Civici vennero costituiti anche a Rimini ed operarono per diversi anni. Ma sul loro operare a Rimini ritornerò prossimamente.

Paolo Zaghini