HomeLia CeliQuel Magic Leg sfascia-Natale di Marina centro lo facciano trainer della Nazionale?


Quel Magic Leg sfascia-Natale di Marina centro lo facciano trainer della Nazionale?


10 Dicembre 2022 / Lia Celi

Il «miracolo di Natale», l’evento inatteso e commovente propiziato dall’atmosfera festiva, è un topos immancabile di questo periodo. In genere si tratta di un atto di generosità, una rappacificazione insperate, una guarigione provvidenziale o una gratifica su cui non si contava più. La cronaca ci insegna che i poteri taumaturgici del Natale si declinano anche in forme meno zuccherose, diciamo pure sgradevoli, ma altrettanto sorprendenti.

In questa categoria di anti-miracoli natalizi rientra sicuramente la performance messa a segno dall’ospite quarantenne di un albergo quattro stelle di Marina Centro. Richiesto di lasciare la sua camera, prenotata da altri clienti per il giorno successivo, in un primo tempo ha espresso il suo disappunto con modi calmi e misurati, poi è sceso nella hall e ha distrutto tutto quel che incontrava, dai calici di cristallo del bar all’albero di Natale, a suon di pugni e calci.

Dove sta il miracolo di Natale? Nei calci. Perché l’uomo, riferisce il cronista, aveva una gamba sola, essendogli stata l’altra amputata in seguito a un incidente. E la riprovazione per il vandalo, l’inevitabile pietà per la sua menomazione e la solidarietà con i proprietari dell’hotel danneggiato, con il personale e con gli altri ospiti, comprensibilmente scioccati da quell’esplosione di furia selvaggia, passano quasi in secondo piano rispetto alla curiosità per la dinamica dell’accaduto.

Come cavolo ha fatto l’energumeno mono-gamba a prendere a calci l’albero di Natale? Per calciare, di gambe ce ne vogliono almeno due, una che si appoggia a terra, l’altra che si slancia in avanti e colpisce. Una delle due gambe può essere anche una protesi. Ma nel resoconto del fatto non se ne fa menzione, anzi, si sottolinea con sconcerto che all’autore di tanto scompiglio mancava uno degli arti inferiori, suggerendo che se li avesse avuti entrambi probabilmente l’hotel intero ora sarebbe un cumulo di macerie.

Confesso di aver cercato di raccapezzarmi in corpore vili, restando in piedi su una gamba sola e tentando di sferrare un calcio a qualcosa, ma al massimo sono riuscita a saltellare. Mi è tornato in mente l’amico di un mio amico, rimasto anche lui rimasto senza una gamba a causa di una grave malattia, che aveva continuato nonostante tutto a giocare a calcetto, ma nel ruolo di portiere, non di centravanti.

Che l’esagitato ospite si fosse puntellato con le braccia a terra per proiettare la gamba contro l’albero? O si era appeso alle decorazioni del soffitto e si era dondolato contro l’albero con la gamba protesa? O possiede un colpo di reni supersonico, che gli ha permesso di alzarsi da terra e scagliarsi in volo contro il luccicante bersaglio? Mi auguro che appena avrà saldato il suo debito con la giustizia e con l’hotel devastato, questo prodigioso demolitore venga contattato dalla Divisione Calcio Paralimpico della Figc. Anche se non è più giovanissimo ed è di nazionalità bosniaca, forse ha molto da insegnare agli azzurri. Il suo calcio, in grado di sfidare le leggi della fisica e della logica, è stato lo spiacevole miracolo del Natale 2022, ma potrebbe essere l’inizio di una strepitosa carriera come trainer.

Negli ultimi Mondiali della categoria l’Italia si è fermata agli ottavi; se il Magic Leg di Marina Centro condividerà il suo segreto con i nostri calciatori, al prossimo torneo un posto in finale non glielo toglierà nessuno. Speriamo solo che non dia in escandescenze nell’hotel.

Lia Celi