HomeCulturaQueste fantacronache che ci donano il bene più prezioso: il sorriso


Queste fantacronache che ci donano il bene più prezioso: il sorriso


13 Marzo 2017 / Paolo Zaghini

Giuliano Bonizzato: “Tu quoque Ariminum” – La Stamperia.

«”Diamo a Coriano quello che è di Coriano. La piada è rurale, il pane è per quelli di città”. E i cassoni? – gli domandano – . “Beh, i più buoni li fa uno di Riccione che però è di origini corianesi”. O.K. Se lo dice il prosindaco di quel ridente paese sulle colline di Rimini, deve essere vero. Perché il prof. Enrico Santini non si limita a giurare sul … Coriano. “Ci sono prove e documenti a dimostrare che la piada è nata qui da noi! Se non partiamo dalla Storia siamo finiti…”.

A questo punto la curiosità si è fatta in me spasmodica. E finalmente ho scovato, proprio nella biblioteca di Coriano nientemeno che La veridica Storia della Piada. Enea e dintorni del prof. Arthur Erich Schopenzanten docente di Letteratura Latina alla Goethe Universitat di Francoforte che dimostra in maniera inconfutabile come la piada sia stata inventata dai Corianesi sin dai tempi della Guerra di Troia”».

Quando si è presi per i fondelli con questa ironia gradevole, cosa bisogna dire: evviva, meno male che ci sono i corsivisti in questo mondo triste e plumbeo di questi anni. L’avvocato riminese Giuliano Bonizzato mancava da qualche anno dalle librerie (l’ultima opera era stata Succede prima a Rimini – La Stamperia, 2012), ma sono ormai una quindicina i titoli che raccolgono i suoi pezzi dalla metà degli anni ’70 ad oggi. La politica è bandita dai testi di questo volume: si arzigogola in un magnifico italiano (sembra che per avere il patentino di corsivista bisogna dare del TU al buon Dante ed aver preso almeno un caffè con il maestro della linguistica italiana, purtroppo recentemente scomparso, Tullio De Mauro) di pataca, di Fellini, di romani, delle palle di Cattelan, di Azzurrina. Giusto per dare un’idea dei temi trattati in 35 corsivi di cronache e fantacronache malatestiane.

Mi pongo una domanda, se volete retorica, perché come spesso è accaduto per Bonizzato e quasi sempre per il nostro Nando Piccari, la risposta è certa: ma il protagonista preso per il c… si arrabbia molto? Ebbene sì, sono testimone di inc…ture tremende dei soggetti coinvolti. Poi si incominciano a contare le pecore (a volte si arriva a contare un intero gregge e poi si ricomincia), si pensa alla regola aurea di “fare buon viso a cattivo gioco” e a quel punto si sorride a denti stretti e si dice: simpatico. Ma il vero pensiero che si ha in testa è quello confuciano: siediti sulla collina e aspetta che prima o poi passa. E qui la scelta di cosa fare al “deliquente” che ti ha preso in giro e sbertucciato è ampia: inchiodarlo ad una porta, evirarlo, incatramarlo e piumarlo come nel West, e via sognando su tutti i possibili modi per punirlo adeguatamente. Bonizzato, essendo avvocato, ha più strumenti di difesa del suo collega Piccari che invece reagisce diventando ancora più cattivo e acido. Ma questa è purtroppo la dura realtà del corsivista dove, in una provincia che pure conta oltre 300 mila abitanti, non se ne arrivano a contare 4. E’ dunque una razza da tutelare, tanto da pensare di chiedere al WWF un intervento protettivo, se non di aiuto ai fini riproduttivi.

«Risulta pienamente provato, avendo lo Schopenzanten reperito nella Biblioteca di Coriano l’originale dell’Eneide, scritto di pugno da Virgilio, contenente i versi sinora omessi nelle traduzioni ufficiali, che la piada nasce a Coriano quantomeno dal 1250 a.C., periodo in cui ebbe luogo la distruzione di Troia e il successivo approdo di Enea sulle coste laziali. Diamo a Coriano quel che è di Coriano!».

Amici, va bene. Del resto c’è più gusto a prendere in giro gli amici, anche perché mal che vada te la cavi con un caffè. Il mio prosindaco rurale (per modo di dire visto che sta in un attico che domina il ponte di Tiberio nel centro città) con ‘sta storia del rurale le prese in giro se le va a cercare e si diverte. Ma noi bibliotecari della Biblioteca “Battarra” (che prende il nome dall’abate settecentesco di Pedrolara, notoriamente privo di humour) siamo disperati: sull’onda delle scoperte bibliografiche del Bonizzato e pubblicate nel suo volume siamo sepolti da richieste da tutt’Europa di consultazione delle opere da Lui citate, a incominciare dal Schopenzanten. Siamo tentati di dirottare tutte le richieste alla email dell’avvocato e di fornire agli interessati il suo numero di cellulare. Chissà se potremmo chiedere anche i danni per lesa maestà?

Paolo Zaghini