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Regionali: vittoria annunciata della destra, l’opposizione è solo PD

Una sconfitta annunciata. I miracoli in politica raramente accadano e anche in queste elezioni regionali non è successo. In Lombardia continuerà la presidenza di Attilio Fontana, una delle peggiori nella storia di quella Regione. Nel Lazio vince Francesco Rocca, fedele di Giorgia Meloni, che cancella l’eredità del presidente Zingaretti, uno dei migliori presidenti di quella regione. Due realtà completamente diverse ma unite nel risultato. Fratelli d’Italia di gran lunga primo partito della coalizione. Nel Lazio facendo il vuoto dietro di se (34% FdI, seguono Lega e Forza Italia al 6%).

Perde il centrosinistra, perde il partito Democratico. Ma la sconfitta più netta è di coloro che per “qualche voto in più” hanno giocato con le alleanze in casa del centrosinistra per ottenere il miglior risultato per la propria lista e al tempo stesso far perdere il centrosinistra. In Lombardia il terzo polo del duo Calenda-Renzi con la candidatura di Letizia Moratti viaggia attorno al 10%. La lista di Azione-Italia Viva sul 4%. Grande risultato!!

Nel Lazio dove i 5 Stelle hanno corso da soli per consolidare il risultato delle politiche di settembre 2022 vicino al 15%. Una sconfitta secca: i 5 Stelle nel Lazio non arrivano al 10%.

Alla fine l’unico partito che ha tenuto rispetto alle politiche è stato il Partito Democratico. Rimane il secondo partito e la prima forza politica di opposizione. Il tentativo ripetuto di sostituire il Pd come forza principale dell’opposizione non è riuscito.

Poi l’astensione. Altissima. Oltre il 60% nel Lazio (62,8%) e al 60% in Lombardia. Certamente ha influito la mancanza di una competizione vera tra centrosinistra e centrodestra. Da settimane si sapeva che il centrosinistra diviso non aveva nessuna possibilità di vittoria in Lombardia e nel Lazio. Una parte importante dell’elettorato è stata a casa dando per scontato il risultato elettorale.

La sconfitta è netta, ma un dato emerge. Il Partito Democratico è il punto di riferimento per l’opposizione a questo governo, non esistono terzi poli e non esiste una sinistra alternativa al Pd. Siamo ritornati al bipolarismo. Ora tocca al PD iniziare la risalita.

Una grande opportunità si presenta con le primarie del 26 febbraio. Si vota per il segretario. La scelta è tra una candidatura che interpreta il presente come quella di Stefano Bonaccini e una candidatura innovativa, figlia del nostro tempo, che interpreta non solo il presente, ma anche il futuro come quella Elly Schlein. Scegliere non è difficile. Una donna, giovane, capace, che affronta con decisione i temi cruciali per una sinistra di governo e con la credibilità di poterlo fare. Lavoro, diseguaglianze sociali, transizione ecologica, diritti. La nostra ripartenza può iniziare da fine mese.

Maurizio Melucci

(nell’immagine in apertura: Attilio Fontana, Francesco Rocca e Stefano Bonaccini con Elly Schlein)

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