HomePoliticaRegione: Gibertoni del gruppo Misto chiede di fermare l’allevamento intensivo di Maiolo


Regione: Gibertoni del gruppo Misto chiede di fermare l’allevamento intensivo di Maiolo


25 Gennaio 2023 / Redazione

La nuova struttura è stata vista con favore perché totalmente biologica, ma si tratta comunque di un sito altamente intensivo, dato che il numero di animali è di 217.600 per complessivi 25.600 metri quadri di superficie utile di allevamento, un quadrato di 33cm di lato per ogni animale”.

La Regione inverta la rotta sul numero degli allevamenti intensivi, a partire da quanto sta avvenendo a Maiolo, in provincia di Rimini.

A chiederlo, in un’interrogazione, è Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) che ricorda come “la recente puntata della trasmissione Report, del 9 gennaio scorso, ha mostrato le terribili condizioni di vita dei polli negli allevamenti intensivi Fileni, sia in quelli classici sia in quelli biologici come il futuro stabilimento che sorgerebbe nel comune di Maiolo, pubblicizzati come allevati all’aperto, senza però che gli animali vedano mai la luce del sole, o dichiarati ogm free quando, invece, le etichette del mangime inquadrate dalle telecamere dimostrerebbero che la denominazione bio non è rispettata“.

Gibertoni ricorda anche come “il Comune di Novafeltria, che è limitrofo a quello di Maiolo, si è pubblicamente schierato contro il progetto, preoccupato dello sfruttamento delle falde idriche lungo il Marecchia e dell’impatto del progetto sul nucleo abitato di Secchiano di Novafeltria, che dista poche centinaia di metri dai capannoni dell’allevamento, e sullo stesso centro abitato di Novafeltria, ben più vicino ai capannoni rispetto all’abitato di Maiolo“.

Da qui l’atto ispettivo per chiedere alla giunta “se non ritenga opportuno un ripensamento dell’assenso al progetto, manifestato in particolare con la delibera di Giunta regionale del 4 aprile 2022, rivalutando eventuali facilitazioni riservate al progetto in quanto ‘biologico’ e se, più in generale, non ritenga necessario invertire la tendenza al continuo aumento di allevamenti intensivi, che caratterizza, ormai da anni, il territorio regionale“.