HomeWelfareRiccione, Convegno sulla sanità: interventi strutturali per 10 milioni nel Distretto socio sanitario

“Mancano i medici da assumere, il Governo dia risposte subito”


Riccione, Convegno sulla sanità: interventi strutturali per 10 milioni nel Distretto socio sanitario


30 Marzo 2023 / Redazione

“Ci aspettano due anni di lavoro duro e strada in salita. Ma noi siamo l’Emilia-Romagna e se riusciamo a depurare la discussione sulla sanità da propaganda e rivendicazioni insostenibili ce la possiamo fare. E ce la faremo”. L’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini ha chiuso l’incontro pubblico dal titolo “La sanità e il nostro sistema territoriale: quali problemi e prospettive?” lasciando sul tavolo un cauto ottimismo. Di fronte a oltre cento persone, tra cui tanti addetti ai lavori, ieri sera al Palazzo del Turismo per quasi tre ore, si è discusso  con i vertici regionali e territoriali dello stato di salute del sistema sanitario. Un convegno fortemente voluto dalla sindaca Daniela Angelini, che è presidente del Distretto socio sanitario Riccione, in cui si è partiti da una amara constatazione, ovvero che “questa è la congiuntura peggiore che a memoria si ricordi”, tesi sostenuta tanto da Donini, quando dal direttore generale di Ausl Romagna Tiziano Carradori, dall’assessore alla Sanità del Comune di Riccione Gianluca Garulli e dalla vicesindaca di San Giovanni in Marignano e vicepresidente Distretto socio sanitario Michela Bertuccioli.

Il problema principale, denunciato dalla sindaca di Riccione in apertura dei lavori e confermato da tutti i relatori, è la “carenza del personale medico”, ma anche di infermieri e operatori socio sanitari, “principalmente al pronto soccorso”.

“Siamo qui perché siamo abituati ad affrontare i problemi: di fronte alla difficoltà non ci nascondiamo ma lavoriamo per trovare delle soluzioni. La sanità deve restare una preziosa risorsa per il nostro territorio”, ha detto Angelini. “Dobbiamo abbandonare la logica della colpa per abbracciare quella della responsabilità”, ha incalzato Bertuccioli. “Siamo l’Emilia-Romagna: abbiamo dimostrato di sapere affrontare le difficoltà e siamo organizzati per riuscirci”, ha sostenuto Garulli.

Tutti i progetti per la sanità locale

Risposte ai problemi ne sono arrivate. A livello regionale si lavora a una riorganizzazione immediata della gestione sanitaria al fine di ottimizzare ogni risorsa, in attesa che nuovi medici vengano formati. Sul territorio, a livello di Distretto Sud, ci sono tanti progetti di riqualificazione e ampliamento delle strutture in fase di avvio dei lavori o di progettazione per circa dieci milioni di euro. Tra gli altri, ieri sera, dall’architetto Enrico Sabatini, dirigente dell’Unità operativa Progettazione e sviluppo edilizio di Ausl Romagna, è stato svelato in anteprima il progetto della Casa della comunità di San Lorenzo. Ed è stato annunciato il nuovo sistema dei parcheggi all’ospedale Ceccarini di Riccione al posto della vecchia palazzina della dermatologia ora demolita.

I lavori nei reparti dell’ospedale Ceccarini

Al “Ceccarini” sono state ristrutturate le ex sale operatorie – dove hanno trovato posto i cosiddetti laboratori di risposta rapida – e il primo piano dell’edificio Sud per fare posto a sei posti letto di medicina d’urgenza e quattro per terapia subintensiva (per una spesa di 790mila euro). E’ stato effettuato l’adeguamento normativo del reparto Medicina donne. Ed è in corso di realizzazione la sezione di Endoscopia digestiva al terzo piano del nosocomio cittadino. E’ in progettazione il reparto di Oculistica per il quale si attende ancora lo sblocco dei fondi dalla direzione generale di Ausl Romagna.

A scattare la fotografia della sanità locale sono state Bianca Caruso, dirigente del Presidio ospedaliero di Riccione, Cristina Fabbri, dirigente della Direzione infermieristica e tecnica di Ausl Romagna, e Antonella Dappozzo, dirigente dell’Unità operativa Cure primarie. E’ emerso un quadro di Distretto confortante anche nei numeri: 145 posti letto a Riccione, 77 a Cattolica; 69 medici di medicina generale e 15 di pediatria per un totale di 101 ambulatori.

Potenziato l’ambulatorio territoriale di Riccione

Tra le altre novità, al fine di limitare gli accessi impropri al pronto soccorso,  è stato annunciato che dalla prossima Pasqua verrà potenziato l’ambulatorio territoriale di Riccione, che sarà aperto 12 ore, e verrà realizzato un collegamento con il triage del pronto soccorso per dare una risposta tempestiva ai codici bianchi.

Il pubblico presente in sala ha sollevato proprio il tema delle attese in pronto soccorso e per visite ed esami. Carradori non ha nascosto “problemi che ci sono”.

Però ha messo in evidenza che “siamo tornati al livello di accesso in pronto soccorso del 2019 ma con una riduzione media del personale del 26%”. E il problema non sta nella mancanza di volontà di assumere da parte di Ausl Romagna. Al contrario, “i medici da assumere non ci sono sul mercato. Da 15 anni il Governo non basa la politica sanitaria sui bisogni della popolazione ma sui quattrini che si vogliono spendere. Si investono 13 miliardi in armamenti e non in formazione dei medici. Non ce l’ho col Governo in carica ma ora ci sono loro: devono decidere se abbassare le tasse a quelli che guadagnano come me oppure se quelli che guadagnano come me devono contribuire solidaristicamente alle spese della sanità pubblica.  La realtà di oggi è che ci sono decine di colleghi di pronto soccorso che fanno domanda per andare in medicina generale. E, altro problema, il pubblico oggi non può assumere specializzandi mentre il privato sì: perché questa differenza?”. 

Ausl Romagna produce 17 milioni di prestazioni l’anno per circa un milione e 200mila residenti. “Sono tante e per continuare a questi livelli, con almeno 4 o 5 milioni di prestazioni che sono visite e diagnostiche strumentali, abbiamo bisogno di personale qualificato. Senza personale la buona sanità non si fa”. 

Donini: “Dateci i soldi spesi per il Covid”

A chiudere il convegno è stato l’assessore Donini. “Rappresento tutte le Regioni, sia di destra che di sinistra, alla conferenza delle Regioni. Al Governo chiediamo di darci almeno quello che abbiamo speso per il Covid: la pandemia è stata l’11 settembre della sanità italiana: un cataclisma di promozioni drammatiche. Da noi, in Emilia-Romagna, abbiamo avuto 100mila persone ricoverate in pochi mesi. Abbiamo rinviato qualcosa come 70mila interventi e ora c’è chi pretende di tornare al 2019? Ci vuole il senso della misura. Lo scossone del Covid è stato forte ma abbiamo retto. Però questo Paese non ha imparato la lezione: vale per i Governi di allora e per quello di adesso”. 

Donini ha riferito di “tre anni di sforzi enormi: abbiamo dovuto mettere un miliardo di euro di fondi nostri per chiudere in pareggio i bilanci e ci è stato rimborsato solo il 50% delle spese sostenute”. 

Ora i problemi sono sul tavolo. “Abbiamo finito l’ossigeno e il Governo deve dare risposte: o salvare le Regioni o farle cadere. Mi spaventa però l’idea che ci convochino a Roma per discutere di sistema assicurativo integrativo. Flat tax, spesa per armamenti e ora sanità integrativa: noi su queste cose non ci siamo, siamo per un sistema pubblico universalistico senza se e senza ma”, ha sostenuto con vigore raccogliendo l’applauso della sala.

Le soluzioni della Regione

Ma cosa fare ora? Come dare una risposta ai problemi dell’immediato? “Dobbiamo aumentare al massimo la produzione, efficientando i modelli organizzativi interni. Dobbiamo ricorrere al privato accreditato ma secondo regole adeguate alle nostre esigenze. Ed è necessario che le richieste di prestazioni siano adeguate”, intendendo che vanno limitate. “I medici di medicina generale devono lavorare insieme ai medici specialistici: serve una comune assunzione di responsabilità sul piano clinico”. 

Tra i temi sollevati da alcuni medici di medicina generale in sala anche quello dell’eccessivo carico burocratico. Donini ha concordato sulla necessità di sollevare i medici da quelle incombenze. Quanto al problema dei pronto soccorso, tema sollevato dalla sindaca Angelini, Donini ha osservato che “sono sotto una pressione enorme: quei medici non hanno un weekend libero da anni, non hanno una vita familiare. Non possiamo attendere inermi o lisciando il pelo alle pulsioni popolari”. Ai populisti chiede di “non diventare un centro di raccolta differenziata delle proteste. O facciamo scelte politiche o i pronto soccorso salteranno come popcorn”. 

Il progetto: la Regione più cardioprotetta del mondo

La Regione all’emergenza risponde con dei piani di lavoro: “I cittadini devono sapere che lavoriamo per migliorare le performance quando un cittadino è a rischio vita, anche riorganizzando la rete del 118 e diventando la regione più cardioprotetta del mondo: vogliamo duplicare la dotazione dei sistemi salvavita. Dobbiamo inoltre lavorare perché il sistema territoriale intercetti i codici bianchi e i codici verdi che rappresentano il 70% degli accessi al pronto soccorso. Come? Ad esempio dando a disposizione il numero 116117  per programmare appuntamenti per rispondere alle urgenze di bassa intensità. Infine, dovremo riorganizzare il sistema con il consenso dei professionisti. In Toscana tre medici del pronto soccorso su quattro minacciano le dimissioni. Una ristrutturazione la si può pianificare e portare avanti solo se condivisa. I problemi ci sono, è vero, ma l’ho detto: siamo l’Emilia – Romagna e ce la faremo”.