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Riccione. Morì per la Notte Rosa. Minacce al cippo di Vadim al Marano

Tanta rabbia e tanto sdegno per Giuseppe Piccione, il papà di Vadim, morto nel fine settimana della Notte Rosa di quasi 7 anni fa a Riccione al Marano.  Ha trovato un pesce finto legato con un elastico da capelli, proprio sopra la foto del cippo di suo figlio.

Secondo il padre il messaggio è rivolto proprio a lui che ha fatto riaprire le indagini sulla quella tragica morte. Un messaggio di stare zitto e non continuare a richiedere giustizia e riapertura delle indagini. Proprio pochi giorni fa Il Gip di Rimini aveva accolto la richiesta della famiglia ed ha disposto nuove indagini. Ora la Procura ha tre mesi di tempo per svolgere altre indagini ed approfondire alcuni aspetti della morte rimasti ancora poco chiari. In particolare ascoltare ancora i gli amici di quella notte ma anche le eventuale confidenze fatte dai ragazzi ai loro genitori.

Ora questo episodio, rafforza nella famiglia e nei legali di parte, la convinzione che la decisione di riapertura delle indagini abbia preoccupato qualcuno.

Il cippo di Vadim, al Marano di Riccione è stato oggetto anche in passato di particolari attenzioni. Già nell’ottobre del 2016 era scomparsa la foto del ragazzo dalla lapide di ricordo. Episodio analogo era successo a luglio 2016 quando non è stato più trovato il manifesto affisso vicino alla targa ricordo nel quale, oltre alla foto di Vadim, si raccontava la sua storia.

Ora il pesce proprio in coincidenza con la riapertura del caso.

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