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Rimini FC, chi si salverà dopo il Grassi furioso?

Era il gennaio del 2003, quindi 16 anni fa. Sto parlando di quando fu proibito il fumo nei locali pubblici con tanto di segnalazioni obbligatorie e sanzioni per i trasgressori.

Ricordate come si divideva l’opinione pubblica in merito? Più o meno tutti concordavano sulla bontà del provvedimento, ma in pochi credevano possibile il cambio di atteggiamento, mentalità e cultura che poteva consentire la riuscita di una simile rivoluzione.

La cosa che più si temeva era la disobbedienza dei fumatori incalliti, quelli che cascasse il mondo io fumo e fumerò sempre, perché aldilà delle chiacchiere certe cose non cambiano e certi mondi, specie in Italia, così sono e così resteranno sempre.

Sappiamo tutti che adesso nei ristoranti o nei cinema Il fumo è sparito e quel mondo è cambiato. Ma uno dei mondi che, secondo tanti irriducibili, non cambia e non cambierà mai è proprio il mondo del calcio.

Quando Giorgio Grassi è arrivato a Rimini con il progetto denominato “un altro calcio è possibile”, fondato su percorsi etici e di sostenibilità economica, non sono mancati scetticismo e sfiducia. Non tanto verso l’aspetto prettamente sportivo, quanto verso il cambio culturale che la cosa comporta,

Mutualità tra le Leghe, valorizzazione vera dei vivai, sgravi fiscali per la terza serie, meno burocrazia e rivoluzione nei regolamenti, che fanno spendere in serie C per la gestione delle gare tanto quanto in serie A: sono solo una parte di quello che sarà il nuovo calcio possibile che già esiste nella mente di Grassi.

Contro il riformatore Giorgio si è radicato da subito il movimento dei “fumatori incalliti”, quelli convinti che aldilà delle chiacchiere alla fine o l’inossidabile mondo del calcio cambierà Grassi oppure sarà il buon Giorgio a lasciare, perché il calcio italiano è così e non cambierà mai.

Ogni volta che Grassi parla, qualunque sia la tematica affrontata, le voci critiche sono amplificate dalla partecipazione sentita degli incalliti, non inclini al cambiamento.

L’ultima conferenza stampa non ha fatto eccezione. Partendo dalla presentazione dei due nuovi acquisti, di cui parlerò dopo, il presidente si è prodotto in uno sfogo che ha toccato tutte le parti in causa.

Tolti i tifosi, elogiati per la presenza costante in trasferta nonostante il pessimo rendimento della squadra lontano dalle mura amiche, ha accusato se stesso e a scendere tutto lo staff tecnico, Acori e Tamai compresi, toccando il vertice negativo parlando della squadra colpevole di aver smarrito grinta e temperamento quando non c’è il Romeo Neri a fare da sfondo.

Un grosso ricambio tra gli effettivi è stato preannunciato, si vocifera ora anche in merito alla posizione di Acori. Il tutto senza arretrare di un centimetro sull’altro fronte, quello altrettanto caldo delle riforme che per Giorgio risulta essere importante tanto quanto la parte che si disputa nelle vicinanze o all’interno del campo di gioco.

Gli irriducibili del calcio come è e come è sempre stato vorrebbero vedere soldi sul piatto che si
traducano in acquisti. Aste, vinte, dietro ai calciatori di nome. Quelli buoni costano, senza tanti soldi non si va
lontano, il calcio è così e gli sfoghi e il resto se non si mettono soldi servono a poco: questi i commenti che si leggono sul web.

La battaglia di Grassi, che in attesa di avere giovani validi dal proprio settore giovanile non è disposto a spendere cifre folli, in favore della sostenibilità e del rispetto delle regole e degli impegni, riesce a permeare una parte dei tifosi che hanno compreso l’importanza della stessa mentre non scalda ancora i cuori dei “fumatori” del caso.

Battaglia sacrosanta quanto complicata, quella verso cui Grassi si è votato. Una battaglia che conquisterà tutti, o quasi, i tifosi solo se i risultati sul campo saranno in linea con una logica di costante crescita degli obiettivi.

La schedina: il totocalcio è stato chiuso. L’avremmo mai detto qualche anno fa? Forse, fra qualche termpo, commentando una situazione oggettivamente diversa da quella odierna, ci troveremo un po’ stupiti come quando ripensiamo al fastidio del fumo passivo al ristorante di 16 anni fa.

Se avrà tenuto duro e non avrà mollato, tutti dovremo dire grazie, fumatori incalliti compresi, a Giorgio Grassi che
la situazione l’aveva vista prima di noi.

Venendo al concreto, sono Nava e Piccioni i due nuovi acquisti del Rimini. Difensore, esterno sinistro e all’occorrenza centrale, il primo; attaccante di profondità il secondo.

Con 10 gol e 14 assist nella vicina Santarcangelo, lo scorso anno Piccioni promette di riscattare una prima
parte di stagione opaca al Teramo, dando al Rimini il peso offensiva di cui ha bisogno. Ma i riflettori adesso sono puntati, a maggior ragione dopo l’ultima conferenza stampa, sul corridoio che porta fuori dal Romeo Neri.

Serafino e Buscè si sono uniti al già partito Serafini e hanno lasciato il Rimini. Cecconi è accostato all’Arzachena. Anche Buonaventura sembra sul piede di partenza oltre a Variola e a Badije, che si appresta a tornare all’Atalanta.

I due nuovi acquisti dovrebbero aver iniettato un po’ di vitamine mancanti alla compagine biancorossa. Ma, visto anche l’infortunio di Danso fuori per diversi mesi, l’attenzione è tutta incentrata sul nome del centrocampista che arriverà a puntellare la zona mediana, che è quella apparsa sempre un po’ più in sofferenza.

Ci sono diversi giorni prima del 19 gennaio, data in cui si andrà a Trieste e quindi non manca il tempo per
inserire i due nuovi arrivati. Sempre che il 19 si giochi perché, Grassi docet, la C potrebbe anche fermarsi se non ci fossero segnali di cambiamento.

Si parla poco, forse troppo poco, del dualismo recente che si è creato tra i pali biancorossi.
Scotti o Nava? Esperienza o gioventù? Ad Acori l’onere della scelta

Una scelta che potrebbe anche costargli la panchina.

Forza Rimini!

Emanuele Pironi

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