Presa a cinghiate e schiaffi dal marito anche dopo che si era era rifugiata da una vicina. Solo l’ultimo episodio di una serie che aveva spinto la donna a denunciare ai Carabinieri il comportamento violento del consorte, un uomo di 76 anni con svariati precedenti.
Ora per lui scatta il divieto di avvicinamento. Il GIP Manuel Bianchi, in attesa del processo per maltrattamenti famigliari, ha stabilito che dovrà restare ad almeno 500 metri dalla moglie e non dovrà neppure telefonarle.
La donna si era rivolta all’Arma nel giugno scorso. Fra i fatti messi a verbale, sui quali indaga il PM Luca Bertuzzi, perfino un tentativo di strangolamento. Nel marzo scorso, mentre la donna piangeva per la morte del fratello, il marito intimandole di smetterla le aveva stretto al collo la cintura dei pantaloni. Prima ancora, aveva cercato di soffocarla con un cuscino e un’altra volta l’aveva buttata fuori di casa ordinandole di correre in tabaccheria a compargli le sigarette. E ancora, nemmeno l’intervento dei vicini erano riusciti a fermare l’ennesima aggressione a calci e pugni. In quest’occasione la donna erara stata medicata al Pronto soccorso, con prognosi di 5 giorni.
A quel punto la donna aveva raccontato tutta la sua odissea ai Carabinieri e anche ai servizi sociali, trasferendosi per sicurezza presso una vicina di casa. Ma nemmeno questo l’ha salvata. La settimana scorsa, mentre si recava a una visita medica, il marito l’aveva seguita e poi assalita a pugni e schiaffi, sfilandosi poi la cintura e colpendola ripetutamente e senza smettere nonostante l’intervento di un vicino che aveva sentito le grida.
L’uomo è difeso dall’avvocato Massimo Pistelli, che già da qualche mese seguiva la causa di separazione chiesta da lui.