
Rimini. “Il piano spiaggia non è un affare privato tra Comune, bagnini e chioschisti”
6 Giugno 2023 / Roberto Biagini
Dopo più di tre anni di gestazione l’amministrazione comunale ha deciso di rimandare al prossimo autunno ogni decisione relativa all’ adozione della “variante” al Piano dell’Arenile del 2006 (o nuovo Piano Spiaggia che dir si voglia) in quanto, a dire dell’assessore Roberta Frisoni, l’incertezza attuale che pesa sulle concessioni demaniali marittime a scopo turistico ricreativo rende opportuno prima la conoscenza dei futuri provvedimenti governativi che dovranno contribuire a disciplinare la materia.
Questo è l’intenzione della Giunta Comunale e questo è quello che la preposta al Demanio marittimo del Comune di Rimini ha riferito ieri in commissione consigliare. Le stesse “linee guida” illustrate ieri all’ organo istituzionale erano state già oggetto di “presentazione” l’11 Gennaio 2020 dall’ allora Giunta Gnassi alle associazioni di categorie dei balneari e solo a loro come se l’arenile e tutto quello che lo riguardi debba essere oggetto di un rapporto, di una trattativa chiusa, intima, circoscritta ed esclusiva tra i concessionari balneari, oltretutto “in scadenza”, e l’amministrazione comunale.
Solo i “bagnini e i “chioschisti” hanno una legittimazione a “parlare e a discutere dell’arenile” con l’amministrazione comunale. Altri “soggetti sociali”, che hanno come scopo istituzionale, non la conservazione e la tutela della larghezza della pedana o l’altezza della cabina della “loro spiaggia”, o la sopraelevazione di un piano del chiosco bar per predisporlo a “solarium”, ma interessi pubblici indistinti come per esempio la Consulta del Porto, La Fondazione Cetacea, Lega Ambiente, Italia Nostra, lo stesso CO.NA.MA.L. che pro tempre rappresento, o altre organizzazioni sociali e/o ambientaliste che si battono per la difesa dell’ arenile come luogo eco-compatibile da tutelare e da trasmettere alla future generazioni, sono estromessi da ogni dialogo.
Il motivo risulta sinceramente incomprensibile: forse non risultiamo funzionali alla causa (quale?) dei “signori della spiaggia” (sicuramente sì) e il Comune di Rimini non vuole suscitare “’ira funesta” di Vanni, Mussoni & C.?
Ci “leggono” come una interferenza scomoda alla concertazione istituzioni-balneari anche se forse, dico forse, qualche conoscenza in più, rispetto a quelle dei bagnini (sicuramente e senza forse rispetto a quelle dei chioschisti) in ordine alle problematiche del mare e dell’arenile le associazioni citate potrebbero sicuramente averla. Anche a noi potrebbe interessare, poi dirò come, che “un varco “lo si preveda lungo la direttrice Kennedy -Tripoli-Pascoli-Lagomaggio-Rimembranze, ecc… piuttosto che in altro punto.
Non ci interessa assolutamente invece che tale prospettiva possa andare ad interferire con la concessione di Tizia, Caio, Sempronio, concessione che potrebbe anche non essere in futuro nella loro titolarità. Il motivo è semplice e questo dovrebbe essere di conoscenza di chi lavora al Piano: non esistono concessioni di Tizia, Caio, Sempronio che vengono “lese” in quanto non esiste nessun tipo di aspettativa tutelata in capo agli attuali concessionari di rimanere lì dove sono in quanto l’amministrazione comunale ha piena discrezionalità nella scelta se utilizzare l’ arenile, il demanio, il bene di tutti per la generalità dei cittadini, che dovrebbe essere la regola, oppure se utilizzarlo in modalità concessoria che dovrebbe essere l’ eccezione.
A noi interessa che su tutto il demanio marittimo che insiste nel Comune di Rimini vi siano spiagge in modalità concessoria della stessa percentuale delle spiagge libere e che queste ultime possano essere collocate di fronte alle direttrici principale delle strade di penetrazione monte-mare da Miramare a Torre Pedrera (Cavalieri di Vittorio Veneto, Martinelli, Catania, Siracusa, Rimembranze, Lagomaggio, Pascoli, Tripoli, Kennedy, Principe Amedeo, Briolini, XXV Marzo, Palotta, Polazzi, Genghini, Bologna, Grazia Verenin, Gebel, Tolmetta, Tolemaide, così per esemplificare).
A noi interessa che in spiaggia ci siano solo opere di facile rimozione ecocompatibili e che la pianificazione comunale rispetti le indicazioni fornite dalla “Soprintendenza di Ravenna” nel 2020 scrivendo al Comune di Rimini che specificamente parlava di “superfici effettivamente legittimate da titoli edilizi e paesaggistici validi” come già riportato da questa testata https://www.chiamamicitta.it/spiagge-caos-allitaliana-tra-bandi-irreversibili-e-abusi-edilizi/.
A noi interessa che chi è deputato al controllo della spiaggia incameri le opere non conformi alle attuali condizioni di concessione che vietano presidi fissi “non amovibili” e che eventualmente esse, se non demolite a spese dei privati, vengano utilizzate a scopi sociali.
A noi interessa che il servizio di salvamento venga assorbito dal “pubblico” dopo che lo Stato abbia riportato i canoni concessori agli stessi valori di mercato con i quali si vendono e si comprano vergognosamente le concessioni e che esso devolva l’introito in primis agli enti comunali concedenti. Avremmo voluto parlare anche di questo con il Comune di Rimini, solo se ce ne fosse stata data la possibilità. Nessun problema lo scriveremo nero su bianco presentando le osservazioni di rito.
Roberto Biagini CO.NA.MA.L.