Rimini, che sia la miglior Biennale del Disegno mai vista?
25 Giugno 2018 / Paolo Zaghini
Biennale Disegno Rimini 2018: “Visibile e Invisibile. Desiderio e Passione” Lazagne Art Magazine #14 Speciale Catalogo – Maggioli
Il catalogo generale della terza Biennale del disegno di Rimini (dal 28 aprile al 15 luglio), in italiano e in inglese, ti prende per mano e ti porta alla scoperta delle oltre 2.000 opere esposte in 33 mostre in giro per Rimini. Sono le ultime settimane per visitare, secondo il gradimento di ognuno, ciò che più interessa: del resto anche questa edizione della Biennale tocca tutti i processi creativi – disegno antico e moderno, fumetto e architettura, calligrafia e grafica, pittura, street art e cinema – avendo scelto come traccia sotterranea l’erotismo. Rimini ha messo a disposizione il proprio centro storico trasformato per l’occasione in un cuore pulsante della creatività: da Castel Sismondo al Museo della Città, dal Cinema Fulgor alla FAR, dalla Domus del Chirurgo a Palazzo Gambalunga, oltre, per le mostre collaterali del circuito Open, a gallerie, negozi, botteghe d’arte, librerie.
Un eclettismo artistico voluto che, come sottolinea l’Assessore alla Cultura Massimo Pulini, nella sua presentazione al Catalogo “i titoli con la quale la Biennale Disegno si veste in ogni edizione, non corrispondono necessariamente ai temi delle mostre allestite, ma toccano e marcano alcune delle proprietà principali del disegno”. E il Sindaco Andrea Gnassi: “E’ un periodo in cui l’arte sembra aver smarrito i contatti diretti col proprio pubblico, dopo i tanti secoli in cui aveva svolto un ruolo dialettico, di risposta a delle domande, eppure anche oggi, le ricerche artistiche più profonde forniscono inedite riflessioni filosofiche al tempo che stiamo vivendo”.
Forse questa è l’edizione migliore di quelle fin qui realizzate: meglio organizzata negli spazi espositivi, più coinvolgente rispetto alla Città, con una maggiore copertura mediatica, con interessanti incontri di approfondimento lungo tutto l’arco della Biennale.
Difficile elencare tutti gli artisti presenti, ma da vedere sicuramente la mostra di Vanessa Beecroft, i disegni femminili di Picasso accostati a quelli di Fellini, la mostra su Guercino e il suo falsario, le opere di Giorgio Morandi, i fumetti di Sergio Toppi, gli acquerelli di Davide Benati.
Alcune indicazioni di merito riprese qui e là dai cataloghi.
Vanessa Beecroft è ospitata alla Far (Fabbrica Arte Rimini) in piazza Cavour. Dopo aver individuato e reinterpretato il mondo delle donne attraverso i suoi celebri tableau vivant, Vanessa Beecroft ha ripreso a disegnare, a dipingere, e ha scelto la Biennale di Rimini per esporre una serie di opere dal titolo “Disegni americani”. Opere eccelse di grandi dimensioni: corpi nudi, figure di donne, muse fragili, silhouette informi sopraffatte dal burka.
A Castel Sismondo invece sono messi a confronto, attraverso due mostre dalla traccia erotica, due maestri del Novecento: Federico Fellini (1920-1993) e Pablo Picasso (1881-1973). Del pittore spagnolo sono esposte 66 incisioni – acqueforti, acquetinte e puntesecche – eseguite nel 1968 per illustrare “La Célestine” di Fernando de Rojas, prima opera drammatica spagnola che diventò simbolo del femminino e di cui Picasso, con freschezza e originalità, riuscì a renderne la figura. Accanto, nella mostra “Il corpo sognato”, i personaggi disincantati del regista italiano nei disegni dal “Libro dei sogni” dove Fellini annotava il suo mondo onirico e in cui Pablo Picasso compare per ben tre volte. Si tratta di 42 disegni di coerente invenzione e di propulsiva ironia. Dal confronto emerge una straordinaria somiglianza, un’unica matrice trasgressiva che accomuna i due maestri, che mai s’incontrarono, ma che tanto condividevano artisticamente.
Al Museo della Città “Delineavit. Guercino e il caso del Falsario” riunisce un unicum con più di 100 opere, prevalentemente paesaggi, realizzati sia dal Guercino (1591-1666), che dall’artista che fu conosciuto come il suo celebre falsario, vissuto intorno alla metà del Settecento. In occasione della Biennale del Disegno viene presentata per la prima volta l’opera dell’artista per secoli anonimo e indicato come il falsario di Guercino e svelata l’identità dello stesso, rivelata ai curatori durante le ricerche preparatorie alla mostra e corrispondente a Francesco Novelli, abile incisore del tempo. La mostra è giocata sul confine tra il vero e i falsi dichiarati e le prove ingannevoli, e prende anche in considerazione l’importante produzione incisoria ispirata ai disegni di Guercino, oltre ad alcuni dipinti particolarmente significativi per la storia dell’arte riminese del Seicento.
E ancora alla FAR undici opere di grandi dimensioni di Davide Benati. Dal titolo “Arpabirmana”, la mostra raccoglie gli evocativi acquerelli a tema floreale realizzati su carte nepalesi.
Alla Casa del Cinema Fulgor gli straordinari fumetti di Sergio Toppi (1932-2012). Fumettista, sceneggiatore, illustratore tra i protagonisti del Novecento italiano.
A Palazzo Gambalunga la mostra “Il tempo sulle cose”, che espone incisioni e disegni di Giorgio Morandi (1890-1964) che individuò nella polvere una rappresentazione pittorica. I disegni di Morandi si confrontano sullo scorrere del tempo con le opere polverose di alcuni artisti contemporanei.
Infine alcune vere e proprie “chicche”: ancora al Fulgor “La Scuola del Bornaccino. Un Caso Internazionale” è l’esposizione che celebra Federico Moroni. Insegnante e artista, Moroni fu maestro antesignano della didattica artistica e divenne celebre per il metodo che applicava con gli alunni, tanto da essere immortalato dai fotografi del Getty Images per un servizio della rivista LIFE. E accanto vi sono le tavole di Filippo Scòzzari, bolognese e avanguardista del fumetto negli anni Settanta.
Sempre al Fulgor si trova anche la mostra che espone gli “avvisi” che Tonino Guerra scrisse nel luglio del 1981, pubblicati in forma di manifesti dalla Maggioli nella veste grafica di Michele Provinciali e che costituiscono un caso singolare nella storia della comunicazione.
Paolo Zaghini