"La politica a San Marino. Guida agli archivi dei partiti e delle personalità politiche" A cura di Luca Gorgolini e Stefano Vitali Centro Sammarinese di Studi Storici Questa pubblicazione, importante per la conoscenza della storia dei partiti e di alcuni dei principali protagonisti delle vicende politiche sammarinesi del Novecento, si conclude in realtà guardando agli scenari futuri. Se è fondamentale digitalizzare archivi cartacei esistenti e metterli in rete (e non sto parlando solo di San Marino), la vera domanda è su quali documenti gli storici lavoreranno per scrivere la storia politica dalla fine degli anni ’90 in poi? E’ una domanda che mi pongo da tempo in quanto ormai è qualche decennio che lavoro per raccogliere, organizzare, preservare gli archivi della politica riminese. Ed è sulla base di queste carte che ho potuto scrivere nel corso degli anni alcuni volumi sulla storia del PCI riminese e i tanti articoli su fatti, personaggi, vicende politiche che dal 2016 in poi ho pubblicato su Chiamamicitta.it. Ma dagli anni ’90 in poi la politica sembra non passare più attraverso la carta: l’avvento del digitale ha completamente trasformato le modalità dell’organizzazione della politica. Le convocazioni delle riunioni non avvengono più in forma cartacea, ma per e-mail e sms;
"Luce sul Trecento. Gli affreschi ritrovati di Villa Verucchio. Dalla provvidenziale scoperta alla valorizzazione" A cura di Giovanni Carlo Federico Villa Vallecchi “Certamente benedetto il cellulare che padre Federico, nel settembre 2021, calò dietro un dossale dell’elaborato coro ligneo dei frati, per ispezionare i problemi di un cavo elettrico e cercare una presa. Il breve video ottenuto non solo svelò i problemi di corrente, ma mostrò una nicchia da secoli dimenticata. E nella nicchia apparve il volto del “Vir Dolorum”, una “Imago Pietatis” ancora leggibilissima, e potentemente emotiva. Così principiava, nel convento francescano di Santa Croce di Villa Verucchio, un’avventura di ricerca, di emozioni, d’arte, di storia” (dall’intervento “In aura francescana” di Giovanni Carlo Federico Villa). Il libro dà conto del lavoro svolto in questi quasi tre anni da quella prima scoperta da parte della Soprintendenza alle Belle arti di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini in collaborazione con l’Ordine francescano, il Comune di Verucchio, il Rotary Club di Rimini e la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini. E ci sono i primi appunti degli studiosi su questa straordinaria scoperta attribuita a Pietro da Rimini e alla sua bottega, il più importante pittore della Scuola riminese del Trecento. Così Alessandro Giovanardi (“Il santuario francescano di Pietro”), Alessandro
Romagna arte e storia n. 126/2023 "Aldo Spallicci e la Romagna. Il poeta, il medico, l’uomo di cultura, il politico" A cura di Dino Mengozzi Il Ponte Vecchio “Se una riflessione finale s’impone rispetto alle prese di posizione e ai discorsi suscitati dalla scomparsa del poeta nel 1973, è la bassa temperatura ideologica. Lo Spallicci del cinquantenario, a parte i giudizi di ogni singolo studioso sulla sua opera, non è più l’intellettuale di parte, ma una figura che unisce, in quanto passato fra i simboli storici, a connotare una romagnolità come patrimonio comune” (dall’intervento di Dino Mengozzi “Aldo Spallicci 1973-2023. Bilancio provvisorio di un cinquantenario”). Il numero 126 di “Romagna arte e storia” contiene gli Atti del convegno tenutosi a Bertinoro l’1 aprile 2023, nel 50mo della morte di Spallicci, promosso dal Comune di Bertinoro, dall’Accademia dei Benigni, dall’Accademia degli Incamminati, dal Tribunato di Romagna, dal Consorzio Vini di Romagna, dalla rivista “Romagna arte e storia”. Gli atti sono stati curati da Dino Mengozzi, docente di storia contemporanea all'Università di Urbino. Medico, poeta e politico (eletto per il PRI alla Costituente il 2 giugno 1946 e poi senatore sempre per il PRI nel 1948 e nel 1953), nonché cultore e promotore dell'identità e delle tradizioni popolari
Luca Nicoletti: "Rappresentazione della luna" Puntoacapo Del riccionese Luca Nicoletti, classe 1961, albergatore e poeta, ho già scritto tempo fa recensendo il suo lavoro “Il paese nascosto” (peQuod, 2019), a cui rinvio. Da allora ha edito in Romania “Domnia scurtà a verdelui” (Il breve regno del verde) (Cosmopoli, 2021) e una selezione delle sue poesie in Spagna su “Altazar – revista electronica de literatura”. Fino a questo nuovo volume, uscito l’anno passato. Scrive il critico Giancarlo Pontiggia: “Un libro che sembra emergere dalle colline e dal mare cari da sempre all’autore”. “La luna, la notte, la terra che si muove a ‘un secondo di luce’, con un ‘groviglio di storie’: è questo lo scenario, sospeso e immoto, concentrato e meditativo in cui va a delinearsi il nuovo libro di Luca Nicoletti”. “Il tuo silenzio eloquente / è come un mare lunare / una distesa di sabbia / che non conosce tempesta, / una bandiera ferma / per un sogno sospeso / e la terra una perla / a un secondo di luce. // Non sembrerebbe possibile / quel groviglio di storie” (dal capitolo “Rappresentazione della luna”). Una doppia prospettiva, terrestre e celeste. Ancora Pontiggia: “perché questo è il compito che il poeta si è assegnato:
"Cibo dal mare. Storia e tradizioni culinarie" A cura di Maria Lucia De Nicolò Circolo Nautico Cattolica Dal 1997 puntuale ad inizio anno, ormai da 27 anni, esce la Rivista del Circolo Nautico di Cattolica curata dalla prof.ssa Maria Lucia De Nicolò. Iniziativa editoriale originariamente voluta dallo storico Presidente del Club Nautico di Cattolica Tullio Badioli, e poi proseguita dai suoi successori. In ogni numero un tema monografico dedicato ad aspetti diversi della cultura marinara. Vere e proprie chicche bibliografiche questi quaderni annuali. Maria Lucia De Nicolò può certamente essere considerata una delle più grandi esperta del mare Adriatico, visto nel suo aspetto globale: scienza del mare, tradizioni marinare, folclore, religiosità dei portolotti, amori, cultura popolare. Cattolichina, Direttrice, dal 2006, del “Museo della Marineria Washington Patrignani” di Pesaro (il Museo non è un semplice museo etnografico, ma un laboratorio di conoscenza che restituisce alla memoria collettiva la trama di una storia di relazioni che ha avuto ed ha come teatro il mare). Dal 1996 al 2021 docente presso l’Università di Bologna, prima presso la Facoltà di conservazione dei beni culturali e poi presso la sede di Ravenna, di Storia del Rinascimento e di Storia del Mediterraneo in età moderna. Autrice di molte decine di volumi
Paolo Nessuno: "Slego (not Slego)" Disegni di Massimo Modula AIEP Pensieri in libertà, sotto forma di tanti raccontini, tra realtà e fantasia, sulla nascita e l’attività dello Slego, mitico locale della scena rock e new wave degli anni ’80 a Viserba di Rimini. La voce narrante è un componente del gruppo i Goorkies: "Noi siamo una banda di quattro con pantaloni a righe, bretelle, anfibi e basco e ci facciamo chiamare The Goorkies". Un universo parallelo popolato da personaggi mitici e balli sguaiati: “la voglia è una sola, andare allo Slego. I persi là in pista fan tutti la festa, arrivano i Goorkies, facciamo casino!”. Nel corso degli anni ’80 divenne un locale mitico, meta ambita dei più importanti gruppi musicali dell'epoca e di un'intera generazione spesso in crisi di valori. Un locale che non è solo un pezzo di storia della città, ma che ha assunto nel tempo i contorni di un'utopia irripetibile. Una leggenda che sfida i confini della memoria di chi lo ha vissuto e di chi, invece, oggi può solo sentirselo raccontare. L’autore, Paolo Nessuno, è lo pseudonimo di uno scrittore nato sul web nel 2021. Il libro è introdotto da Giovanni Tommaso Garattoni, architetto, grafico, designer e disc jockey, tra
Peter Joseph Kleckner "La diga sul mare" La Piazza Un giovane storico, Peter Joseph Kleckner, marchigiano (nonostante quello che il cognome potrebbe indurre a pensare diversamente), allievo di Alberto Malfitano, docente di storia contemporanea dell’Università di Bologna (autore di due volumi sulla storia della diga di Ridracoli: "Il governo dell’acqua. Romagna Acque" – Società delle Fonti dalle origini a oggi (1966-2016) e "Il nuovo corso dell’acqua. Romagna Acque – Società delle Fonti nel terzo millennio" entrambi editi da Il Mulino, il primo nel 2016 e il secondo nel 2020) ha consegnato ai lettori questa ricerca sulla diga del Conca. In realtà non è solo un libro sull’esecuzione di questa opera pubblica, quanto invece la narrazione sulle trasformazioni sociali ed economiche della zona sud del riminese fra gli anni ’60 e ’80. Scrive nella Presentazione Malfitano: “Mancava un quadro di ricostruzione storica su un’area con caratteristiche specifiche: quella del territorio compreso tra Rimini e il confine con le Marche, di fronte all’improvviso imporsi di un’economia turistica che in pochi anni trasformò il volto della società locale (…). A quel punto l’acqua non bastò più. L’edificazione di buona parte della costa, la conversione alla nuova era del turismo di massa, il cambiamento dei costumi sociali
Giovanni Lombardini "Corpo antico" A cura di Livia Savorelli NFC Giovanni Lombardini, classe 1950, corianese (o meglio di Mulazzano) è sulla scena artistica ormai da oltre mezzo secolo. E’ del 1972 la sua opera “Scarpe con erba” che venne scelta come immagine per il manifesto pubblicato dall’Accademia di Belle Arti di Urbino, il luogo dove compiva i suoi studi. Tiene le sue prime mostre personali a Rimini (1980) e a Trieste (1982). La sua ultima personale è in corso a Rimini presso la Galleria Zamagni (in Via Dante Alighieri 29-31) sino al 18 maggio (orari: dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20) in cui sono esposte sue opere più datate (dei primi anni Duemila) sino a quelle degli ultimi anni. Scrive Livia Savorelli: “’Corpo antico’ è un dialogo immaginario con il caso che genera effetti stupefacenti, rivitalizzati da sguardi altri e impreziositi da inaspettate compresenze, è un germoglio di novità e nuova ricerca, prelude ad un nuovo percorso in equilibrio tra astratto e figurativo che evoca risonanze profonde, con rimandi all’antropologia e al mondo degli archetipi visivi”. Soprassedendo sul linguaggio fantasioso della curatrice (le tre pagine di presentazione del catalogo della Mostra abbisognerebbero di un adeguato dizionario interpretativo per noi poveri
Luca Restivo "San Marino Goodbye. Romanzo di guerra e d’amore, piccoli stati e grandi amori" Blackie Edizioni Una sfrenata fantasia politica-istituzionale travolge la Repubblica di San Marino nel romanzo di fantapolitica di Luca Restivo, sua opera prima. Nato a Castel San Pietro, è autore televisivo per La7, Sky e Rai, conduttore radiofonico nella trasmissione cult Cater XL su RAI Radio 2. Possiamo definirlo un testo in cui l’ucronìa (ovvero un genere di narrativa fantastica basata sulla premessa generale che la storia abbia seguito un corso alternativo rispetto a quello reale) prevale, intriso di satira, con colpi di scena folli continui. Del resto se è vero che, come scrive Alessandro Barbero “San Marino è l’avanzo di una storia che per una serie di casi strani ha fatto sì che quel piccolo stato sopravvivesse”, mi ha colpito l’affermazione fatta da Restivo in diverse interviste che per lui “San Marino è il villaggio di Asterix che per decenni resiste all’invasione romana, ma senza pozione magica”. Improvvisamente il 3 settembre, alle ore otto e trenta, i confini di San Marino vengono chiusi per ordine del Capitano Reggente Manlio Grossi con un’istanza d’arengo straordinaria. In conferenza stampa il giorno prima Grossi aveva fatto “l’annuncio che ha cambiato ogni cosa, cogliendo tutti e tutte di sorpresa,
Alessandro Catrani: "Gli anni dell’incanto. Eleganza e mondanità nella Rimini della Belle Epoque" Panozzo Ancora una volta la passione collezionistica di Alessandro Catrani abbinata alla grande professionalità dell’editore Massimo Panozzo hanno dato vita ad un libro bellissimo. Dedicato forse ai quindici anni più felici della giovane Italia che consolidava la sua unità nazionale e contemporaneamente gettava le basi per una crescita economica importante: la Belle Epoque, il periodo che va dagli ultimi decenni dell’Ottocento allo scoppio della prima guerra mondiale. Naturalmente, come sempre, nei libri di Alessandro non c’è traccia delle proteste sociali, delle nuove organizzazioni politiche della sinistra, dei “poveracci”: “Planeremo fra arciduchi e ballerini, contesse e contessine, pennacchi e carrozze, culottes e champagne, livree e pagliette, in una favola di circa trenta anni, un tempo sospeso, magico, di prosperità, eleganza, e di festa”. Scrive Piero Meldini nella sua Introduzione: “I collezionisti, in genere, sono gelosissimi delle proprie raccolte, che non amano mostrare ad anima viva. Esibire un pezzo della loro collezione equivale per molti a svilirlo, a macchiarne, quasi, la reputazione. Non è il caso di Alessandro Catrani, che non ha mai esitato a rendere pubbliche parti consistenti della sua vasta e preziosa raccolta attraverso mostre e volumi. Dove non sono le immagini
Giulio Zavatta: "Audiface Diotallevi. Un marchand-amateur tra Rimini, Roma e Parigi" NFC La storia è ricca di “magnifiche canaglie”, a volte geniali e protagonisti di vicende che meritano di essere raccontate. E’ quello che fa Giulio Zavatta, classe 1974, critico d’arte riminese con questo volume dedicato al marchese riminese Audiface Diotallevi (1792-1860). Zavatta si è occupato in passato delle vicende della Madonna di Raffaello (“Raffaello: la Madonna Diotallevi. La vicenda storico-critica” sempre edito da NFC nel 2019) e da questo primo lavoro di ricerca ha avuto avvio lo studio del ricco carteggio storico ancora in possesso degli eredi della famiglia Diotallevi che ha dato vita a questo volume. La “Madonna Diotallevi” (nell'immagine in apertura) è un dipinto a olio su tavola (69x50 cm) di Raffaello Sanzio, databile verso il 1504 e conservato nella Gemäldegalerie di Berlino. L'opera, sicuramente il pezzo più importante, faceva parte della collezione del marchese Audiface Diotallevi, finendo nella sede odierna nel 1842 in seguito all'acquisto effettuato da Gustav Friedrich Waagen, mercante d’arte di cui si parla a lungo nell’attuale volume. Scrive nell’Introduzione Piergiorgio Pasini, che da decenni prova a ricostruire la composizione e l’attuale localizzazione dei pezzi più importanti delle collezioni d’arte riminesi venduti e dispersi negli ultimi due secoli,
Carlo Cervellieri: "Chius ‘na porta u s’ivra un purtón" La Piazza "I murales di Saludecio" La Piazza Nel giro di pochi anni Carlo Cervellieri, con questi due, ha dato alle stampe sette libri. Epicentro della sua attenzione in tutti i volumi l’amato paese natale: Saludecio in Valconca. Due di questi Chiamamicitta.it li ha segnalati: “Saludecio. Com’era. Com’è” (La Piazza, 2017) e “Iscì per mod da dì” (La Piazza, 2020). Cervellieri ha la capacità eclettica di unire nei suoi testi poesie dialettali e in lingua italiana, fotografie con immagini storiche e contemporanee di Saludecio. Scrive don Tarcisio Giungi, parroco di Saludecio, nella sua presentazione del primo volume: “Questi scritti sono vere poesie perché evocativi: leggendoli, la mente vola, immagina, colora, insomma va oltre. Ed è proprio questo lo specifico della poesia: non descrivere semplicemente, ma fare cantare l’anima. Questo libro è un canto d’amore alla vita in tutte le sue sfaccettature: dalle storie di paese ai luoghi cari, dai personaggi ‘coloriti’ ai fatti vissuti”. Il libro è diviso in tre parti: 23 poesie in dialetto, 30 in italiano, e una terza fotografica dedicata alle porte e portoni del Paese. I testi in dialetto, privi di titolo, sono accompagnati da foto dei principali edifici e luoghi di Saludecio.