Annalisa Teodorani: "S’un fiòur tra i cavell Con un fiore tra i capelli" Youcanprint Annalisa è nata nel 1978 e vive a Santarcangelo di Romagna. Lavora ormai da anni in una cooperativa culturale che gestisce servizi bibliotecari nelle strutture della Provincia di Rimini. Ha esordito giovanissima nel 1999 con la raccolta di versi in dialetto romagnolo “Par sénza gnént” (Per nulla) (Edizioni Luisè). L’anno dopo arriva seconda all’8° Concorso di poesia dialettale “Giustiniano Villa” di San Clemente con la poesia “Merz” (… U m ciapa pién una voja nova / un nonsochè / cmè ad campè dabon / voja ad lasè pann vécc’, lóibri … - Mi prende piano una voglia nuova / un nonsocosa / come di vivere fino in fondo / voglia di lasciare panni vecchi, libri …). Seguiranno poi la raccolta “La chèrta da zugh” (La carta da gioco”) (Il Ponte Vecchio 2004), “Sòta la guàza” (Sotto la rugiada) (Il Ponte Vecchio 2010), “La stasòun dagli amòuri biénchi” (La stagione delle more bianche) (Carta Canta Editore 2014). E’ considerata l’erede di Giuliana Rocchi e, in generale, dei grandi poeti della Scuola di Santarcangelo: Tonino Guerra, Gianni Fucci, Antonello Baldini e Nino Pedretti. In tanti anni non ho mai recensito alcun libro di Annalisa: suoi volumi nell’ultimo decennio non ne sono usciti. Ora questa
Armando Semprini: "Riccione nell’Ottocento. La nascita del mito" "Don Carlo Tonini e la Chiesa di San Martino" La Piazza Credo che siano ben poche le città che nel corso degli ultimi decenni siano state sottoposte ad una così accurata ricerca documentaria e fotografica come Riccione. A questo hanno provveduto una serie di autori, spesso più collezionisti che storici, come Giancarlo D’Orazio, Giuseppe Lo Magro, Manlio Masini, Roberto Mignani, Gimmi Monaco, Fosco Rocchetta, Dante Tosi. Armando Semprini fa parte, a pieno titolo, di questo gruppo. Essi hanno sfogliato ogni giornale, pubblicazione, testo scritto in cui vi era la parola Riccione; hanno guardato gli archivi storici che contengono le carte su Riccione; hanno raccontato le biografie dei più importanti protagonisti della storia riccionese (da don Carlo Tonini a Maria Boorman Wheeler in Ceccarini, dal conte Giacinto Soleri Martinelli a Emilio e Sebastiano Amati, al prof. Felice Carlo Pullè); hanno collezionato con amore ogni immagine possibile esistente su Riccione. E hanno raccontato, cronachisticamente, la storia della vita secolare del Comune di Riccione, dalla sua nascita nel 1921 ad oggi; ma anche dei decenni precedenti del secolo diciannovesimo. Questo volume di Semprini, “Riccione nell’Ottocento”, vuole essere il primo di una terna che va dall’Ottocento al 1950. In maniera ordinata, e
Cumited “Com una volta” – San Clemente “Giustiniano Villa. XXXI concorso di poesia dialettale" La Piazza Nel 2022 il Premio Giustiniano Villa ha festeggiato il trentesimo compleanno. Nel corso degli anni ho avuto il piacere di segnalare più volte la pubblicazione della raccolta delle poesie e delle zirudele del Premio (nel 2016, nel 2017, nel 2019, nel 2021). Lo avrei fatto molto volentieri anche per l’edizione del trentennale (un traguardo importante per un premio letterario), ma purtroppo il volume l’ho recuperato solo ora, quando è ormai uscito quello della trentunesima edizione di cui scriverò fra poco. Voglio però elencare i vincitori del Premio 2022: per la poesia la giuria, guidata come sempre da Piero Meldini, ha assegnato la vittoria a Lucia Baldini di Lugo (“I en” – Gli anni); al secondo posto l’imolese Augusto Muratori (”Avrèb smanèm” – Vorrei spogliarmi); al terzo posto la santarcangiolese Germana Borgini (“Tl’aria cèra” – Nell’aria chiara). Vincitore nella sezione zirudeli Franco Ponseggi di Bagnacavallo (“E’ cumes” – Il commesso). Ha scritto Meldini nell’introduzione al volume dell’edizione 2022: “Nel 1993, quando nacque il premio, la poesia in dialetto romagnolo si poneva già tra le esperienze più lucide, coerenti e innovative della poesia italiana della seconda metà del Novecento. I nomi
Eraldo Baldini, Giancarlo Cerasoli, Oreste Delucca, Davide Gnola: "Pirati e corsari nel mare di Romagna (secoli XV-XIX)" Il Ponte Vecchio “Le ultime scorrerie corsare sulla costa adriatica avvengono nel decennio tra il 1820 e il 1830, mentre il primo stabilimento balneare sorge a Rimini nel 1849: la spiaggia vede dunque avvicendarsi, in meno di due decenni, gli ultimi sbarchi dei corsari e i primi ‘bagnanti’” (Gnola). Nel XVIII Secolo “le spiagge romagnole erano interessate nella bella stagione dalle scorrerie dei pirati schiavoni e albanesi che, provenienti dall’altra parte dell’Adriatico, vi approdavano velocemente per saccheggiare cose, bestie e persone che si trovassero sull’arenile” (Giorgio Gattei in “Atlante per i bagni di Romagna”, numero monografico di “Romagna arte e storia”, n. 28, 1990). Il volume miscellaneo che l’editore Casalini ha “costruito” con diversi autori ben riesce a dare un quadro complessivo di questo fenomeno che per dalla notte dei tempi ha imperversato anche sulle nostre coste: “A partire dall’VIII secolo, la novità che caratterizzerà tutta l’età medievale è l’entrata in scena dell’Islam, che dilaga su tutte le coste meridionali e gran parte di quelle orientali e occidentali, iniziando a creare una polarità tra due sistemi contrapposti pronti a darsi battaglia in campo terrestre, ma che non
"Cinque continenti per il V Canto. Francesca da Rimini, un mito senza confini" Atti del Convegno internazionale di studi Rimini, Museo della Città Luigi Tonini, 1-2 luglio 2022 A cura di Ferruccio Farina. Con la collaborazione di Natascia Tonelli, Massimo Ciavolella e Raffaele Pinto Vallecchi Il Centro Internazionale di studi Francesca da Rimini nasce a Los Angeles nel 2006 nel corso di un convegno dantesco all’UCLA, l’Università californiana, per iniziativa di un gruppo di studiosi di diverse università italiane e straniere (Remo Bodei, Massimo Ciavolella, Feruccio Farina, Roberto Fedi, Raffaele Pinto, Piotr Salwa, Natascia Tonelli). “Santa Monica, Baia di Los Angeles, 17 maggio 2006, all’imbrunire. In un ristorante al trentaduesimo piano con splendida vista di Malibù, dopo una giornata di studi danteschi all’UCLA, si ritrovarono un celebre filosofo, cinque dantisti di rango internazionale e un neofito archeologo della letteratura. Sette personaggi che, con un Martini in mano, suggellano l’impegno di dare nuova luce al mito di Francesca da Rimini”. Così Ferruccio Farina racconta la nascita della splendida avventura culturale che, dal 2007 al 2022, ha portato il Centro ad organizzare dieci convegni di studi internazionali ed una infinità di appuntamenti vari (teatrali, musicali, mostre, rievocazioni storiche). Mi piace ricordare fra questi ultimi il flash mob planetario l’8 marzo
Studi Montefeltrani 35 – 2015/2022 Società di Studi Storici per il Montefeltro L’ultimo, prezioso, impegno portato a termine dal Presidente uscente della Società di studi storici per il Montefeltro Roberto Monacchi è stata l’uscita del 35° volume 2015/2022 di “Studi Montefeltrani” ad inizio di quest’anno. Le numerose difficoltà economiche dell’Associazione, derivanti anche da tre anni di covid che l’hanno costretta a rallentare l’attività, di fatto ne avevano impedito l’uscita finora. Difficoltà del resto comuni a tante associazioni che operano su base volontaria, per la salvaguardia dei beni culturali e per la conoscenza e la valorizzazione della storia locale. Il nuovo numero è assai ricco di contributi importanti e originali, grazie anche a diversi interventi dei Presidenti uscenti. Ricordiamo che la Società di studi storici per il Montefeltro nasce nel luglio 1970 e festeggia dunque quest’anno il suo 53° compleanno. Suoi Presidenti sono stati nel tempo Francesco Vittorio Lombardi (1970-1988), Girolamo Allegretti (1989-2009), Luca Gorgolini (giugno 2009-luglio 2010), Alessandro Marchi (luglio 2010-2014), Roberto Monacchi (2014-2022). Nell’assemblea dei soci di fine anno 2022 è stato eletto il nuovo Direttivo della Società (Alessandro Marchi, Lidia Maggioli, Carlo Colosimo, Luca Giorgini, Lorenzo Valenti) che a sua volta ha eletto a Presidente per il quadriennio l’avv. Valenti. Il volume
Remo Brilli: "Tra i ricordi e gli odori della Morciano di un tempo", La Piazza. Remo Brilli, classe 1956, commercialista, ha sempre vissuto a Morciano di Romagna. A mia discolpa preventiva per la segnalazione di questo volume scrivo: 1) l’amico Giovanni Cioria consegnandomi copia del libro mi ha detto: “E’ bellissimo”. Ma credo che ogni editore dica ciò di tutte le sue pubblicazioni; 2) su Morciano di Romagna è molto tempo che non escono nuove pubblicazioni. Dunque la mia curiosità su questo volume di Brilli era acuita da questa assenza di nuovi libri morcianesi; 3) girando per Morciano ho visto il volume esposto nelle librerie e nelle edicole, segno di una promozione “spinta” di questo testo; 4) infine nella recensione (non firmata) su La Piazza di dicembre 2022 intitolata “Brilli, racconta l’anima di Morciano. Un libro che sa toccare le corde profonde delle persone” ho letto: “Brilli ha fatto un ottimo lavoro: ha raccolto i suoi ricordi e li ha messi nero su bianco in un volume che sa emozionare e toccare le corde del cuore e della mente. Insomma è un capolavoro che tocca l’anima di Morciano e dei morcianesi; quella Morciano nata in Via Ronci e che poi è uscita per costruire la capitale
"Oasi di Torriana e Montebello. Valore ed etica di un territorio" A cura di Riccardo Santolini Società per gli Studi Naturalistici della Romagna Nel recente libro di Giancarlo Zoffoli (“Montebello”, Amazon 2023) dell’Oasi del territorio si accenna appena. Si riporta però la frase che sottolinea lo spirito di OaSì: “dichiarare la pace fra uomo e natura col rispetto di ciò che ci circonda”. Nel libro curato da Santolini, Zoffoli scrive nel suo saluto, in quanto Presidente APS OaSì - Insieme per le Valli: “A pochi chilometri dalla capitale del turismo balneare, esattamente nel Comune di Poggio Torriana, esiste un territorio abitato fin dall’epoca preromana: Montebello. La sentinella fortificata sulla Valmarecchia è l’avamposto dell’Oasi di protezione faunistica più longeva presente nel territorio riminese istituita nel 1992 con Delibera del Consiglio del Circondario di Rimini”. Zoffoli era allora Presidente del Comitato Circondariale (ente di secondo grado che funzionò dal 1974 al 1995, in attesa della nuova Provincia di Rimini istituita nel marzo 1992, ma il cui Consiglio venne eletto dai cittadini il 23 aprile 1995): era stato eletto il 14 novembre 1988 e ricoprì l’incarico sino ad aprile 1995. L’Oasi trovò il pieno sostegno dell’allora Sindaco di Torriana Alfredo Arcangeli (1929-2022), ex Segretario generale della CGIL
Laura Rossi, Verter Casali: "Pietro Franciosi maestro di vita democratica" Fondazione XXV Marzo – San Marino. La sinistra sammarinese ha due grandi “padri nobili”, artefici della costruzione della Repubblica e patrocinatori delle libertà democratiche nei suoi ordinamenti: Pietro Franciosi (17 giugno 1864-21 dicembre 1935), tra i fondatori del Partito Socialista a San Marino, e Gino Giacomini (1878-1962) socialista e Ministro degli esteri dei governi di sinistra. Ma a questi aggiungerei anche il leader comunista Gildo Gasperoni (1906-1994) su cui, al contrario degli altri due, molto poco si è scritto sulla sua lunghissima attività politica in Repubblica. Laura Rossi, ex direttrice della Biblioteca di Stato sino al 2014, e Verter Casali, ex docente ed autore di numerosi volumi di storia sammarinese, hanno riepilogato per conto della Fondazione XXV Marzo la straordinaria vita politica di Franciosi. La Fondazione XXV Aprile è un ente culturale costituito nel 1997 per volontà e con i mezzi della cooperativa Titancoop. Scopo principale della Fondazione è il riordino e la conservazione degli archivi storici prodotti dagli enti privati (sindacati, partiti, aziende, associazioni) e degli archivi personali, riguardanti in particolare la storia del lavoro e dell’associazionismo, ma anche la storia politica della Repubblica di San Marino. Fra le pagine del “Diario” di
"La sala del popolo" a cura di Daniele Montebelli e Ezio Venturi - Casa del Popolo di Riccione / La Piazza. Come hanno scritto Tito Menzani e Federico Morgagni (“Nel cuore della comunità. Storia delle case del popolo in Romagna”, Angeli, 2020) nel loro volume sulla storia delle case del popolo, questa può essere raccontata in modi diversi, ma in fondo c’è sempre un’unica motivazione: “Le case del popolo rimandano ad una dimensione corale, non individualista, e anzi profondamente comunitaria e intergenerazionale. Sono state luoghi in cui si sono coltivate la solidarietà, la reciprocità e il mutualismo”. In questa affermazione ci stanno sicuramente la storia e gli uomini della Casa del Popolo di Riccione, la realtà più importante del Riminese. Non è un caso che fra i 4 casi di studio dei due Autori vi è la storia della casa del popolo di Riccione. Questa, seppur nata l’8 gennaio 1951 quando venne redatto l’atto costitutivo della società cooperativa, “poggiava su un vasto retroterra di esperienze, ben radicate nella fase prefascista”. Questo approfondimento si avvale delle ricerche già compiute da Rodolfo Francesconi ed edite nel volume “Dalla Maison du Peuple alle Cooperative Case del Popolo” (Raffaelli, 2003) e di quelle di Daniele Montebelli
Marco Bardazzi – Marco Lessi: "Il socio di minoranza. L’avventura umana e imprenditoriale di Vittorio Tadei" Teddy Spa. Gli oltre tremila dipendenti della Teddy spa col cesto di Natale hanno ricevuto questo volume biografico su Vittorio Tadei, certamente uno degli imprenditori riminesi di maggiore successo della nostra storia economica del dopoguerra. Ringrazio l’amico Luca che me ne ha fatto avere una copia. Vittorio era nato il 6 aprile 1935 ed è morto il 13 luglio 2016, all’età di 81 anni, sesto di sette figli. Il padre era ferroviere. “Il mondo dei coniugi Tadei in cui crebbe Vittorio era quello che, spregiativamente, veniva chiamato in dialetto dei ‘cul zal’, i ‘culi gialli’. Una realtà fatta di semplici famiglie cattoliche che si fidavano molto più del parroco e del Papa che non del Duce. E che in seguito, nel dopoguerra, diventarono la solida base democristiana” che si contrapponeva ai comunisti. I due giornalisti hanno ripercorso le vicende umane ed imprenditoriali di Tadei, a incominciare dal 1961 “in cui era incominciato tutto, in un negozio di Riccione, [in Viale Dante], che serviva le turiste straniere negli anni del boom romagnolo”, quando nacque la società da cui poi ebbe origine nel 1981 la Teddy spa, colosso romagnolo della
Giuseppe Innocenti: "Il quaderno nero" a cura di Silvana Cerruti - Comune di San Clemente. Silvana Cerruti, studiosa e ricercatrice riccionese, autrice di diverse pubblicazioni dedicate alla Seconda guerra mondiale in Valconca, ha tenuto in casa per oltre cinquant’anni questo piccolo quaderno nero, scritto fitto fitto da Giuseppe Innocenti nel corso dell’anno e mezzo di prigionia in Germania fra l’8 settembre 1943 e il 15 aprile 1945. Nato a San Clemente, poco più che ventenne, militare del Genio in servizio da tre anni, fu fatto prigioniero dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 nell’isola greca di Calcide e deportato in Germania. La sua biografia nota è tutta qui. Silvana, nonostante le ricerche effettuate, nulla riesce a dirci della sua famiglia, del suo rientro in Italia dopo la registrazione il 22 maggio 1945 effettuato al campo di recupero di Wietzendorf gestito dagli alleati, ex campo di concentramento. Non sappiamo dove visse poi e quando morì. Il quaderno nero lo ricevette il marito di Silvana, insegnante di tedesco, negli anni ’70 da un compagno di prigionia di Innocenti. Silvana me ne parlò oltre una decina di anni fa (ero allora Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza di Rimini) di questo “diario” di prigionia chiedendomi cosa fare. Non