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Sambenedettese – Rimini, ma chi ce lo fa fare?

Oggi,in vista  della gara con la Sambenedettese di cui ormai tutto è già stato detto, parlerò di come le cose cambiano intorno al calcio e di come sta mutando il modo di seguire la propria squadra e i propri colori.

Per raggiungere San Benedetto del Tronto da Rimini bisogna ricoprire 183,3 km.
Distanza non proibitiva, meno di 2 ore in autostrada oppure 2 ore piene se si scende in pullman.
Una gara come questa sino a qualche anno fa si sarebbe giocata ad un orario canonico,14 e 30 o 15, di domenica pomeriggio. E nelle famiglie in cui è presente un tifoso di quelli appassionati, al punto di seguire la squadra anche in trasferta, da sempre si convive con il fatto che la persona in questione di domenica sparisca più o meno ore a seconda della distanza da ricoprire.

Poi sono venute le novità che dovevano rilanciare il movimento e, soprattutto, procacciare risorse dai diritti televisivi. E qui si è prodotta la prima grande frattura tra il calcio di serie B, di serie C e di tre quarti della serie A.

Ci sono squadre in Italia che vengono vissute da tempo, almeno 20 anni e forse anche più, alla stregua di un serial tv o di un reality a puntate.

Tra i malati di Juventus, Inter e Milan, la partita allo stadio è, al massimo, la soddisfazione da togliersi almeno una volta ma non la normalità, coloro che frequentano più o meno abitualmente i grandi stadi sono una esigua minoranza.

Per avere denaro dalla tv si è scesi a patti con le tv stesse. E la prima richiesta delle emittenti è stata di trasformare tutte le squadre professionistiche alla stregua di un serial o di un reality. Adesso non si gioca più quando è più comodo per i tifosi, quando è più semplice far sì che si rechino allo stadio, ma quando le tv pensano di poter trarre maggior profitto dalla messa in onda.

Da qui le gare il martedì sera alle 19 o il sabato pomeriggio alle 18 e 30, orari che cozzano con il lavoro nei giorni infrasettimanali e con le abitudini e le esigenze famigliari il sabato.

Quindi sempre più tifosi si informano su cosa fare per vedersi la partita da casa e si adeguano, complice anche il costo.

Scendere a San Benedetto e acquistare un biglietto in curva comporta una spesa non inferiore a 35/40 euro, se si fa una macchinata in quattro, che può lievitare in maniera esponenziale se si vuole fruire di un settore diverso da quello più popolare e, visti gli orari, si conta la spesa di una cena e/o uno spuntino.

Organizzare pullman? Si è provato, ma i sedotti dalla tv aumentano e cresce anche il numero di coloro che scelgono di non bruciarsi un sabato sera tra su e giù in autostrada e si rilassano due ore guardandola dal divano posto che, qui veniamo alle vere dolenti note, con soli 4 euro è possibile vedere la partita in diretta.

Da un lato una cifra che parte da 35/40 euro, che il noleggio di un pullman non è più in grado di migliorare, visto il non riempimento dello stesso, contro 4 euro che, in caso di abbonamento, possono essere anche meno visto che abbonarsi alle sole trasferte del Rimini costava, ad inizio stagione, 24 euro.

Con 24 euro era possibile acquistare tutte le gare in trasferta dei biancorossi ma con una decina di euro in piu’ era possibile acquistare il pacchetto intero,tutte le gare in casa e in trasferta.

Il costo della sola trasferta di San Benedetto, mantenendo un profilo minimal, costa come vedere tutto il campionato del Rimini in streaming sul proprio computer; contando anche che ogni tanto, ai biancorossi è toccato già due volte, ci può essere la diretta in chiaro su un canale nazionale.

Il risultato?
Una trasferta relativamente vicina, che avrebbe visto, fino a 5 anni fa, tanti tifosi e diversi pullman al seguito, vede decine e decine di tifosi che col passare delle ore e dei giorni o si organizzano alla meno peggio con macchinate o treno, costoso pure quello, oppure mollano e si abbandonano alla logica dei 4 euro.

Si è messo in moto un meccanismo perverso che svuota gli stadi, premia i divani a basso costo e dà poco o nulla alle società più piccole, quelle di serie C, quelle che avrebbero bisogno di aiuti come il pane.

Ha senso puntare, duellare, discutere del perché la gente non si abbona più? Le centinaia di euro di spesa, della dubbia qualità del posto acquistato in uno stadio con servizi al minimo, possono competere con i 36 euro e guardarla sul divano, oppure di sbirciarla distrattamente dal cellulare mentre si fa altro?

Esiste, in tempi di crisi permanente e alti costi di autostrada e carburante, gara reale tra non meno di 35/40 euro e 4 euro sul divano o dove vuoi tu?

Forse esiste per i malati nostalgici come me e, ormai, pochi altri. Ma non esiste più per la maggioranza dei tifosi.
Comunque andrà, forza Rimini, il mondo cambia ma le passioni esistono e resisteranno.

Emanuele Pironi

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