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Sentenza della Corte Costituzionale sui canoni demaniali pertinenze e darsene. Rimangono aperti ancora problemi

La Corte Costituzionale ha emesso la sentenza sui canoni demaniali inseriti nelle disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).

Le norme inserite in finanziaria nel 2007 hanno permesso all’ Agenzia del Demanio di rideterminare i canoni annui relativi alle concessioni che ospitano pertinenze demaniali, cioè quelle costruzioni, realizzate da privati in aree di concessione, che risultano incamerate dallo Stato, introducendo un sistema di calcolo commisurato ai valori di mercato.

A fronte di questi nuovi parametri alcuni imprenditori (balneari, ristoratori ma anche gestori di darsene) a partire dal 2007 si sono visti aumentare vertiginosamente il loro canone, con incrementi dal +300% al + 1500% da un anno all’altro.

Ne è nato un contenzioso non ancora risolto con ricorsi che hanno visto impegnati Tar, Consiglio di Stato e Tribunali. Il Parlamento è dovuto intervenire più volte per evitare che vi fossero revoche delle concessioni per morosità. Anche nel disegno di legge delega approvato dal Governo sulle concessioni demaniali vi sia un comma sulla necessità di una rideterminazione dei canoni in generale e per le pertinenze.

Il contenzioso è arrivato di fronte alla Corte Costituzionale che ha emesso la sentenza il 27 gennaio 2017.

La sentenza pur dichiarando legittima la norma di aumento dei canoni, ne impone una interpretazione costituzionalmente orientata, su beni già incamerati e beni che verranno incamerati alla fine della concessione.

La Corte Costituzionale sentenzia che il calcolo dei canoni commisurati ai valori di mercato, riferiti alle opere già realizzate sul bene dello Stato risultano applicabili soltanto ai beni già appartengono allo Stato. Negli altri casi, ad esempio a Rimini la Darsena, il pagamento del canone riguarda solo il suolo, in quanto le opere realizzate a cura del concessionario, hanno natura di proprietà privata sino al termine della concessione e non nel corso della medesima.

I criteri di calcolo dei canoni commisurati ai valori di mercato, in quanto riferiti alle opere realizzate sul bene e non solo alla sua superficie, risultano applicabili, quindi, soltanto a quelle che già appartengano allo Stato e che già possiedano la qualità di beni demaniali.

Alla luce di questa sentenza appare evidente che a tutti i beni che non sono, ancora, di proprietà dello Stato si applica un canone sull’area e non sulle opere realizzate dal concessionario. Viceversa per i beni già incamerati dallo Stato la Corte Costituzionale di fatto ritiene legittima la norma inserita nella finanziaria 2007.

Appare del tutto evidente la necessità di un riordino di tutta la materia dei canoni su demanio marittimo con finalità turistiche ricreative.

Questa sentenza è molto utile per i beni non ancora incamerati. L’esempio della Darsena di Rimini, ma anche di molte altre darsene in Italia, è evidente.
Rimangono invece le disparità per i beni già incamerati (dello Stato) che pagano canoni sperequati rispetto ad altre situazioni.

Si allega la sentenza della Corte Costituzionale Sentenza n. 29 del 27 gennaio 2017 (1)

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