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Soft Air, giochiamo alla guerra ma non chiamateci guerrieri

Avete mai giocato a indiani e cowboys? Soprattutto per i maschietti, il gioco della guerra c’è sempre stato. Per chi continua a trovarlo affascinante anche da adulti, esiste una pratica sportiva che si chiama Soft Air, che in italiano sarebbe semplicemente aria compressa.

Da non confondere con il Paint Ball, (anche se molto simile), in cui si usano “proiettili” contenenti vernice, in questo sport si usano, invece, delle armi caricate ad aria compressa (Air Soft Gun).

Queste “armi”, repliche di quelle reali, possono costare da 70 fino a 1500 euro. Poi servono 2 o 3 caricatori aggiuntivi (10- 5 euro l’uno) ed i pallini (una busta da 5 mila costa sui 10 euro). Il resto è un normale equipaggiamento da trekking, dalla borraccia agli scarponi fino all’abbigliamento adatto. In tutto per un set up iniziale ci possono volere in media 300 euro.

Il Soft Air è nato in Giappone negli anni ’80 per poi sbarcare in tutta Europa e anche in Italia negli anni ’90. Nel nostro paese ci sono molte associazioni o club che si sfidano a singolar tenzone; ce n’è una anche a Rimini e si chiama The Untouchables (Gli Intoccabili). Di questa squadra fa parte da diversi anni anche Michele Morri (nome di battaglia Specchio), riminese doc di 31 anni, che racconta come si è arruolato nelle schiere del Soft Air.

Michele Morri

Michele Morri

Michele, cos’è il Soft Air? In che cosa consiste esattamente?

«Il Softair o Soft Air o tiro tattico sportivo è un’attività ludico ricreativa di squadra basata sulla simulazione di tattiche militari. Il Softair si distingue dalle altre attività basate sulla simulazione militare per l’utilizzo delle A.S.G., Soft Air Gun. E’ caratterizzato da una grande varietà di giochi diversi che spaziano da un approccio meramente ludico ad uno più di tipo sportivo, ovvero da un approccio ricreativo ad uno strategico- simulativo, comprendendo varie sfumature all’interno di questi estremi. Nonostante l’apparenza bellicosa, il Softair è innocuo, non violento (in quanto non c’è contatto fra i giocatori), ed è basato sul corretto confronto sportivo, perché alla base di questo sport c’è l’onesta del giocatore nel dichiararsi colpito quanto sente il pallino. Proprio per queste caratteristiche è ormai frequente l’utilizzo di questo gioco anche nell’ambito del team building, del problem solving e della formazione aziendale».

Da quanto tempo pratichi il Soft Air? Come l’hai scoperto?

«Lo pratico da 14 anni. Nel mio percorso ho avuto la possibilità di ricoprire ogni carica del direttivo e questo mi ha dato l’esperienza per comprendere come funziona un club a 360′. Ho scoperto questo sport a 17 anni, quando ancora era un’attività poco conosciuta e vista da molti con un certo scetticismo. Nonostante questo, a Rimini erano già presenti due Club ed era attiva un’associazione sortiva nazionale che coordinava i vari club ufficiali. Oggi internet ha dato molto visibilità a questa pratica, ma il passaparola tra conoscenti rimane ancora il metodo più efficace per far avvicinare qualcuno al Soft Air».

In Italia esistono molti luoghi in cui poterlo praticare?

«Il Club The Untouchables, di cui io faccio parte, dispone di diversi luoghi in cui poter giocare. I campi da gioco possono essere di vario tipo: boschivi, sabbiosi, urbani, ma sempre in aree specifiche. E’ fondamentale ricordare che non è possibile giocare su un terreno se prima non è stata fatta richiesta al proprietario per l’autorizzazione alla pratica sportiva. Il proprietario del campo da gioco può essere un privato o un ente pubblico. Nel caso fosse un privato, basta una semplice richiesta scritta con la quale autorizzi il club ad usufruire il suo terreno, ma deve essere informata la più vicina stazione dei Carabinieri o della Polizia. E’ necessario segnalare anche la zona in cui si svolgeranno i giochi con degli opportuni cartelli di avviso che spieghino cosa sta avvenendo, in modo da non allarmare inutilmente eventuali passanti. Nel caso in cui, invece, il terreno appartenesse a un ente pubblico, va fatta richiesta scritta all’ente stesso e va informata la più vicina caserma dei Carabinieri e della Polizia».

gruppo 1

Il Soft Air è solo per giovani e maschi?

«Assolutamente no. E’ un’attività aperta a tutte le persone di qualsiasi sesso ed età. Gli Untouchables sono composti dal ragazzino di 13 anni fino al signore di 70, di ogni professione e ceto sociale. Dal 2013, inoltre, è attiva la sezione juniores che da la possibilità a tutti i ragazzini dai 13 ai 16 anni di poter cominciare questo sport con tutte le coperture assicurative necessarie. Sono seguiti da tutor adulti con esperienza che fanno parte del club, i quali li fanno giocare solo tra ragazzi in un campo dedicato a loro, approfondendo tutti i concetti di sicurezza alla base di questa attività come l’uso delle protezioni e il controllo delle ASG. Poi, una volta raggiunti i 17 anni passeranno nella sezione adulti con gli iscritti più grandi».

Oltre al tuo Club, ci sono altre squadre in zona?

«Gli Untouchables è stata la prima squadra nata a Rimini nel 1996. Il Softair, In Italia, è presente tramite organismi privati di coordinamento nazionale e regionale come la FIGT (Federazione Italiana Giochi Tattici n.d.r), affiliata ad alcuni enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni. La federazione organizza e gestisce, attraverso i suoi comitati regionali, il campionato regionale e nazionale al quale possono partecipare tutte le squadre iscritte. Inoltre, i diversi club organizzano periodicamente dei tornei ‘Open’ aperti a tutte le squadre che vogliono partecipare. Molto spesso ospitiamo o siamo ospiti, alla domenica, di altre squadre della zona per giocate amichevoli».

juniores 2

Quando giocate, vi chiamate per nome o usate dei soprannomi?

«Ogni giocatore, sia nel nostro club che in altri, ha un soprannome. Da noi non te lo scegli. Proprio per la goliardia che ci contraddistingue, il soprannome viene dato in base a una cavolata eclatante fatta sul campo. Non troverai mai gente chiamata Rambo, ma per citare alcuni esempi di soprannomi dati nel tempo ti posso citare Scalzo, Faccina, Lamento, Sicura, Trauma e Rotula. Il mio soprannome è Specchio».

Alcuni giudicano diseducativi questi giochi. Cosa ne pensi?

«L’opinione pubblica è sempre molto scettica e ha diversi pregiudizi riguardo questa attività, come anche tutti coloro che l’hanno giudicato senza averlo mai provato. Dall’esterno può dare tante impressioni diverse, ma tutte le persone che ho conosciuto e che l’hanno provato, alla fine, si sono resi conto della differenza che passava da uno sport alla realtà. Questa attività, oltre a far divertire per essere diversa da altri sport classici, se praticata nella sua branca agonistica, mette anche alla prova le diverse capacità della persona come la resistenza fisica, il senso di orientamento e l’adattamento alle più svariate situazioni».

Secondo te, perché qualcuno dovrebbe praticare Soft Air?

«I motivi possono essere molteplici. Oltre a insegnare il lavoro di squadra, fiducia, spirito di sacrificio verso i propri compagni, proprio come in altri sport, dà la possibilità di essere a contatto e interagire con la natura, unendo attività che vanno dal trekking all’orienting, con al centro l’adrenalina che solo questo sport ti sa dare. Nel Softair c’è una grande attenzione al rispetto delle regole, in quanto è un gioco basato sull’onestà e umiltà e, aggregando allo stesso gruppo persone di tutte le età, risulta formativo anche per i più giovani. Oggi, grazie alla tecnologia, ci sono a disposizione pallini eco-compatibili e, da qualche lustro ormai, si è perfezionata la fabbricazione di munizioni biodegradabili, che noi usiamo obbligatoriamente nei nostri campi da gioco».

specchio 2

Cosa si deve fare per cominciare a giocare a Soft Air?

«Prima di tutto si deve contattare uno o più club della zona, così da provare questa attività e valutare se fa al caso proprio. Una volta scelto un club, consiglio di acquistare il minimo indispensabile per potersi divertire e di farsi consigliare cosa acquistare da giocatori più esperti, in modo da non andare incontro a spese inutili. Giocare per divertirsi alla domenica non necessita di particolare attrezzatura e, oggi con l’avvento delle ASG dal mercato cinese, si può cominciare a giocare spendendo anche poco. Noi diamo tutto l’assistenza e i consigli di cui necessita il neofita per poter iniziare».

Continuerai a praticare Soft Air?

«Ovviamente sì. Oggi tanti giovani del settore juniores stanno passando verso settore adulti e penso sia fondamentale contribuire alla loro crescita in questo sport, trasmettendogli il più possibile l’esperienza dei soci con più anni di gioco alle spalle».

Nicola Luccarelli

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