HomePillole di politicaStupidaggini sulla mobilità, lockdown Austria da imitare, bagnini come lobby delle armi


Stupidaggini sulla mobilità, lockdown Austria da imitare, bagnini come lobby delle armi


6 Novembre 2021 / Maurizio Melucci

Mobilità tra stupidità e impatto ambientale
  • Il consigliere regionale del Partito Democratico Massimo Bulbi chiede l’intervento della giunta regionale per favorire “la realizzazione di un tratto ferroviario ad Alta velocità-Alta capacità ferroviaria che colleghi le città di Bologna e Rimini, inserendo tale realizzazione fra i progetti finanziabili con il Pnrr, che preveda la costruzione di una nuova stazione baricentrica, rispetto alle città principali, con fermate alternate dei treni tra le stazioni di Forlì e Cesena”. Avevo già parlato in precedenti pillole di questa proposta avanzata da Confindustria Romagna. Una soluzione sbagliata. Antieconomica, ad alto impatto ambientale ed inutile sul piano trasportistico. Realizzare una ferrovia tra Rimini e Bologna, una nuova stazione intermedia (dove?) non porta nessun vantaggio. La nuova linea sarebbe lontana dal centro di Rimini, come dagli altri centri della Romagna e di fatto sarebbe più penalizzante dell’attuale situazione. Spiace che la richiesta del consigliere Bulbi sia stata sottoscritta anche dalla capogruppo del Pd in Regione Marcella Zappaterra. Viceversa non è stata firmata dai consiglieri dem di Rimini.

Massimo Bulbi

 

  • Il sindaco di Bellaria Filippo Giorgetti in una intervista al Carlino ritorna sulla ferrovia Rimini-Ravenna. Non raccoglie la proposta di Gabriele Bucci di eliminare la ferrovia e sostituirla con un nastro di asfalto. Una dose di realpolitik. Propone tre soluzioni. La sopraelevazione dei binari è la prima, l’interramento degli stessi la seconda, lo spostamento della ferrovia la terza. Il sindaco è consapevole che la seconda e la terza non sono praticabili. Punta sulla prima. Sopraelevare i binari per poter fare passare le auto sotto senza problemi eliminando i passaggi livello. A me pare anche questa una proposta poco praticabile. Non capisco per quale ragione non si possano eliminare i passaggi a livello come è stato fatto in altre città. Realizzando sottopassi carrabili e pedonali. Non è complicato, ha minor impatto ambientale, è sostenibile nei costi, aumenta la permeabilità della ferrovia.

Filippo Giorgetti

 

  • La preoccupazione del nuovo tracciato della SS16 dal confine con Bellaria a Cattolica che si sono manifestate durante la campagna elettorale, sono ben presenti anche ora. In particolare, nella zona della Tolemaide a Torre Pedrera e nella zona di Santa Giustina il tracciato va rivisto. L’impatto di quest’opera sarebbe devastante per le aree agricole più produttive del riminese. Le soluzioni ci sono. Comune di Rimini, Provincia e Regione debbono aprire un confronto con Anas per rivedere il progetto nei punti critici. Ciò che non è stato fatto negli anni precedenti va fatto ora. Se non si cambia quel progetto significa che la distanza tra nuove politiche ambientali e l’agire quotidiano reale rimane abissale.

 

  • L’Italia è ultima nella classifica europea per bus elettrici o a idrogeno. A Rimini, a parte Metromare e filobus della linea 11, il parco mezzi del servizio pubblico è particolarmente vecchio. L’occasione del Pnrr per rinnovarlo è unica.
Concessioni demaniali di spiaggia

La realtà italiana delle concessioni di spiaggia è da studiare. Come può succedere che una categoria di lavoratori autonomi neanche particolarmente numerosa, che hanno in concessione le spiagge italiane (praticamente tutte quelle fruibili) impediscano ogni riforma da 15 anni? Una vera e potente lobby di potere paragonabile a quella delle armi negli Usa. Sono riusciti negli anni a convincere gran parte delle forze politiche che chi ha una concessione sulla spiaggia in Italia ci può stare a vita per poi passarla a figli o parenti. Gli argomenti che vengono sostenuti sono tutti piegati alle esigenze della lobby. Secondo le associazioni dei balneari con le evidenze pubbliche i rischi sono:

  • Le organizzazioni criminali potrebbero gestire le spiagge. Falso. Questo avviene oggi, come riportano le cronache dei giornali
  • Arrivano cinesi e russi. Falso. A Forte dei Marmi un prestigioso stabilimento è stato venduto a un magnate russo già con le attuali leggi.
  • Si rischia di far scomparire la micro e piccolissima impresa balneare a favore dei grandi monopoli. Falso. Nelle evidenze pubbliche si possono prevedere norme antitrust per impedire questo rischio.
  • Lo Stato vuole fare cassa sulle spiagge. Falso. L’unica cosa certa è che lo Stato ha incassato 88 milioni di euro in canoni nel 2019, praticamente nulla. Il giro d’affari degli stabilimenti balneari è di oltre 13 miliardi.

Potrei continuare. La realtà è molto semplice. Gli attuali concessionari non ne vogliono sentire parlare di evidenze pubbliche e bandi. Legittimo e comprensibile difendere un privilegio. Quello che non è accettabile è che forze politiche nazionali vadano dietro a questa lobby. Il centrodestra sicuramente, ma anche buona parte del Partito Democratico. Lo stesso Draghi si è dovuto piegare alle volontà della lobby stralciando le spiagge dal disegno di legge sulla concorrenza. Per quale ragione si difenda una rendita di posizione e un privilegio mi resta incomprensibile. D’altra parte, chi come il sottoscritto sostiene le evidenze pubbliche, non ha nessuna volontà di punire gli attuali concessionari. Semplicemente si vorrebbe premiare chi ha voglia di investire e innovare. Come dice il senatore Croatti dei 5 Stelle, le evidenze pubbliche servono anche agli attuali concessionari per superare le incertezze di questi anni. L’unica cosa certa è che l’Europa non è più disposta attendere i comodi dell’Italia.

Mario Draghi

 

Vaccini e no vax in Austria

Linea dura del governo austriaco di centrodestra dopo l’impennata dei contagi delle ultime settimane. Una linea che si potrebbe riassumere con “o dentro o fuori”. No vaccino? Allora no messa in piega, e niente manicure, e addio cene fuori, aperitivi, mostre, musica, conferenze. Insomma, il meglio di ciò che può offrire ad esempio una grande capitale come Vienna.  Qui la nuova stretta scatterà lunedì, in anticipo sul resto del Paese, per decisione del sindaco Michael Ludwig. Chi non ha completato il ciclo vaccinale, o non è guarito dal virus, potrà, di fatto, solo passeggiare all’aria aperta: nel senso che l’ingresso nei locali pubblici sarà bandito. Per andare al lavoro dovrà presentare un tampone negativo. Una soluzione che andrebbe applicata anche in Italia. Un lockdown personale per chi non si vuole vaccinare.

Maurizio Melucci

Polizia nella strade di Vienna