HomeEconomia e LavoroFiere, Cagnoni avverte: “Rimini e Bologna insieme valgono mezzo miliardo, altrimenti c’è Verona”

Il presidente IEG: "Dopo la pandemia nessuno ha recuperato come noi ma servono casello A14 e aeroporto"


Fiere, Cagnoni avverte: “Rimini e Bologna insieme valgono mezzo miliardo, altrimenti c’è Verona”


1 Marzo 2023 / Redazione

“Se non si farà, e potrebbe darsi, sarebbe una colpa straordinaria per le due società”. Il presidente di Italian exhibition group, la società nata dalla fusione delle Fiere di Rimini e di Vicenza, Lorenzo Cagnoni, convocato questo pomeriggio in commissione in Comune a Rimini per illustrare l’andamento economico della società, si sofferma anche sul processo, bloccato, di integrazione con i “cugini” di Bologna.

Inserendo nelle possibili alternative Verona: “Le cose – conferma – si sono fermate perché non abbiamo la stessa idea dal punto di vista industriale sulla società che risulterà dall’integrazione. Abbiamo creduto che fosse in pericolo la capacità della nuova società di rispondere al mercato con la idea che abbiamo noi”, quella di essere proprietaria dei marchi e non di affittare spazi, spiega lo stop il presidente Ieg. “Si è anche detto – aggiunge – che ‘Cagnoni vuole troppo’, sono state avanzate candidature”. Di certo, sottolinea il presidente, “sarebbe la più bella operazione industriale sul mercato, tra le due fiere che hanno più possibilità di sviluppo e con caratteristiche industriali complementari”.

Insieme il volume d’affari raggiungerebbe il mezzo miliardo di euro, con un Ebitda sopra i 100 milioni e dunque una redditività tale da “mettere in campo operazioni straordinarie”. Dal canto suo, precisa Cagnoni, Ieg rimane “molto disponibile a riprendere la discussione che è ferma. I rapporti sono eleganti e di collaborazione dove è possibile, speriamo che si riprendano le condizioni per la discussione, che è complicata”. Detto questo nessun messaggio ufficiale, che potrebbe anche essere “controproducente”.

Da parte del gruppo “non c’è nessuna forma di timidezza o complesso di inferiorità, se la nuova società avrà le nostre caratteristiche si può arrivare a una redditività da 100 milioni di euro, se sono in forse ci possiamo anche rinunciare”, magari volgendo lo sguardo verso altre latitudini. O percorrendo la via solitaria, che da Piano di sviluppo può portare a un volume d’affari si 200 milioni. Se con Bologna, continua Cagnoni, è l’operazione “migliore”, con vantaggi per entrambi i poli, altre “integrazioni nazionali sono fattibili”, per esempio “Verona è alla nostra portata e abbiamo dimostrato disponibilità e apertura. È la metà di Bologna e Rimini ma è molto interessante”, chiosa. Il confronto con il centro felsineo “si è fermato per gli errori compiuti ma si può riprendere, ci pensiamo ancora, in modo elegante senza bussare tutti i giorni”. Tuttavia “ci sono amici e nemici dell’operazione”, conclude Cagnoni, e poi c’è la politica che “spesso non va d’accordo con il mondo del business e non dovrebbe entrarci”, ma poiché le partecipazioni di maggioranza sono pubbliche “ci si deve fare i conti”. Per cui si pensa anche ad altre soluzioni: le integrazioni con Cesena e Forlì per Macfrut e Fieravicola, e con Arezzo per la fiera sull’oro, dimostrano che Ieg si muove, ma “non siamo dolci nelle trattative”. 

Italian Exhibition Group si lascia alle spalle due anni “massacranti” di pandemia e riparte forte di un rapporto tra volumi d’affari e redditività che la pone ai primi posti a livello europeo. Ma chiede a gran voce il terzo casello sulla A14 a Rimini e un aeroporto a vocazione fieristica-congressuale per sostenere l’internazionalità. Sempre in commissione comunale, il presidente Lorenzo Cagnoni non svela, essendo Ieg quotata in Borsa, i dati economici del 2022, che sono comunque “molto positivi e al di là delle aspettative”. Precisa però gli ultimi sviluppi del piano industriale che, accantonata l’idea del nuovo padiglione a cupola, vedrà nascere comunque una nuova struttura da oltre i 13.000 metri quadrati ipotizzati inizialmente e destinata anche a eventi esterni.

Poi l’affondo sul Fellini: servono collegamenti sicuri ed economicamente sostenibili con le metropoli europee, Francoforte o Monaco in Germania, e Parigi e Londra. “Un Piano di sviluppo di lunga portata è possibile, occorre trovare gli interlocutori e calibrare i costi. Noi ci siamo”, manda a dire Cagnoni. Gli anni 2020 e 2021, entra più nel dettaglio, sono stati “massacranti” e il “lodevole tampone del governo” non ha colmato la distanza “formidabile”. La coda del covid, prosegue, si è fatta sentire anche sul primo semestre del 2022, ma i risultati sono “molto positivi”, anche se “non siamo ancora ai livelli prepandemia”. Comunque “nessun quartiere italiano fa meglio di noi in termini percentuali e di recupero”. 

Sul fronte internazionale, aggiunge, c’è stato “dinamismo” con una “serie di scelte per l’insediamento graduale in mercati di sicuro successo”: Asia, Emirati arabi, Cina, Usa e Sudamerica, in particolare Brasile. Ieg, gonfia il petto Cagnoni, detiene la stragrande maggioranza dei prodotti, su 40 saloni due o tre sono esterni, “una particolarità nel mercato nazionale e internazionale” che può essere ulteriormente potenziata. “Le nostre fiere – continua – sono leader di settore”, dall’oro all’alimentare dolce, dal benessere al turismo fino all’ambiente. E Ieg garantisce così il 14% del Pil provinciale riminese on “l’obiettivo di spingersi oltre”.

Dal canto suo il Palacongressi ha raggiunto “il massimo delle possibili presenze”, così serve “un’offerta più riqualificata in termini generali e più potente dal punto di vista dimensionale”, segnala Cagnoni. Ecco allora il capitolo investimenti del Piano 2022-2027 da circa 140 milioni di euro, in gran parte sui due quartieri, fattore non gradito alla Borsa, rivela il presidente, quello dell’investimento in infrastrutture.

A Vicenza dopo sei anni dalla fusione “i risultati si vedono”, anche se “la politica si divide tra bella operazione e scippo” e gli investimenti ammontano a 40-45 milioni di euro. A Rimini, ma con più calma, si arriva a 80 tra nuovo padiglione a ovest, per il quale si verifica un ampliamento rispetto ai 13.000 metri quadrati e una modifica per renderlo capace di ospitare concerti e altri eventi, e parcheggi. Una verifica nel 2024 dirà se sono sufficienti risorse proprie o se c’è da attivare un prestito obbligazionario da 30 milioni di euro con i soci pubblici che hanno dato disponibilità e riccorrere a prestiti normali.

Infine sul tema accessibilità, su cui lo interrogano anche i consiglieri, Cagnoni precisa che gli utenti della fiera di Rimini sono soddisfatti delle condizioni interne ed esterne a livello di città; meno della viabilità. Daranno una mano il prolungamento del Metromare e soprattutto il terzo casello autostradale, per il quale “credo ci sia una volontà di accelerare. Per Ieg è un obiettivo irrinunciabile”. I suoi concorrenti italiani sono all’interno di un’area metropolitana con aeroporto, invece il Fellini, lamenta Cagnoni, è “limitato al sistema turistico, quando a noi serve fare arrivare chi partecipa a convention e fiere internazionali”. Basarsi su Bologna non è pensabile, per cui, conclude il presidente di Ieg, occorre capire se “vogliamo affrontare questo argomento difficile e oneroso”. L’obiettivo della società è “crescere ancora sul mercato domestico e in alcune aree del mondo”.

(Agenzia DIRE)