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Il tribunale amministrativo ha bocciato il ricorso dei privati per canoni e concessioni


Triangolone, il comune vince al Tar


2 Febbraio 2023 / Redazione

Alcuni concessionari di attività nelle aree del “triangolone” vicino al porto di Rimini avevano fatto ricorsi neo mesi scorsi al Tar per l’annullamento della “determinazione del dirigente dell’ufficio patrimonio in data 19/2/2018, recante il trasferimento dei fabbricati dell’area marina centro al patrimonio indisponibile dell’ente locale.”

Secondo i ricorrenti, “la classificazione del bene sarebbe illegittima per una dissociazione tra il modello legale e lo stato di fatto, inoltre, come si legge nell’esposto i beni in questione sono immobili destinati all’esercizio di attività commerciali e non riguardano alcun pubblico servizio, non solo attuale ma nemmeno potenziale poiché non vi è alcun atto pubblico che specifichi l’intervento che dovrebbe realizzarsi su tali beni.”

Secondo il Comune di Rimini che si è opposto alla richiesta di sospensiva e di annullamento della determina dirigenziale viceversa l’area oggetto del ricorso  che “dovrebbe essere trasformata in maniera analoga alla frazione di Parco del Mare già realizzata”. “In buona sostanza, si è difeso il Comune  il lungomare a fruizione pubblica sarebbe già stato adeguato – nella sua parte preminente – al Parco del mare, e si intende completare quest’ultimo incorporando Marina Centro, interclusa tra tale il Parco, la spiaggia il porto”

Secondo i giudici amministrativi gli atti del Comune di Rimini sono coerenti nell’indicare la riqualificazione della zona così come è stato fatto per gli altri interventi del “Parco del Mare”. “Il Comune ha adottato numerosi atti univocamente orientati al godimento collettivo, scrivono i giudici del Tar, dell’area di cui si discute, tra i quali il PSC del 2016 (che prevede all’art. 3.2 la finalità turistica del Parco del Mare tra l’arenile e la città costruita), il RUE (art. 61 NTA, che promuove la massimizzazione della fruizione pubblica) e l’accordo territoriale del Parco del Mare (che contempla per le aree in fregio all’arenile un’area verde attrezzata di alta qualità, accessibilità e fruibilità, per un passaggio graduale dalla spiaggia all’urbanizzato, con gli obiettivi della mobilità sostenibile e miglioramento del micro-clima urbano). I beni menzionati dicono dal Tar “sono dunque già destinati a un pubblico servizio, trattandosi di strutture aperte all’intera collettività e nella piena disponibilità del Comune”

Per queste ragioni il Tar ha rigettato la richiesta di sospensione cautelare dell’atto dirigenziale e condanno i ricorrenti a pagare le spese al Comune di Rimini. Il Tar entrerà nel merito in una nuova udienza ad ottobre 2023. Non si esclude che i concessionari possano fare una richiesta urgente di sospensiva cautelare della determina dirigenziale al Consiglio di Stato

Si tratta di una prima sentenza di un contenzioso che vede altri processi pendenti. Il rischio che si vada avanti per anni senza poter avviare concretamente gli interventi di riqualificazione.

La sentenza del Tar