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«Appena finita la deliberazione – prosegue il documento insurrezionale – io in persona andrò alla Questura di Rimini a consegnare il verbale di arresto"


“Un colpo di sole, più che un colpo di Stato”


8 Settembre 2020 / Nando Piccari

Un colpo di sole, più che un colpo di Stato

«Istituzione del comitato di liberazione nazionale. Questo comitato si dovrà trasformare in un governo. Perché dopo che avremo approvato i verbali d’arresto e avremo arrestato Conte, dovremo fare il governo. Un governo di transizione che durerà pochissimi mesi. Approvazione di una legge popolare per eleggere un nuovo parlamento. Si fanno nuove elezioni, nuovo parlamento, nuovo capo dello stato, nuovo governo.

Noi il 12 settembre delibereremo quando dobbiamo andare ad arrestare Conte. Una cosa regolare: il popolo si riunisce a Rimini, delibera di arrestare Conte, con tutti i reati che ha fatto, che elencheremo. Pena dell’ergastolo».

Se fosse ancora fra noi il geniaccio comico di Paolo Villaggio verrebbe spontaneo pensare ad uno stralcio del copione per il ritorno di quello squinternato di Fantozzi. Invece no, si tratta di un passaggio del “documento programmatico” di un altisonante simposio che sabato 12 si terrà non già nella sede dell’INIM (Istituto Nazionale di Igiene Mentale), come verrebbe spontaneo sospettare, ma presso Villa Des Vergers, a San Lorenzo in Correggiano.

A promuoverlo è tal Antonio Pappalardo, un ex generale dei Carabinieri, ieri massimo esponente dei Forconi e oggi fondatore dei Gilet Arancioni – sarà un caso che facciano entrambi rima con coglioni? – oltre che fiero assertore del no alle mascherine, perché il covid è un complotto; anche se, nonostante ciò, non ha voluto far parte della ragliante mini-congrega di cialtroni e idioti “no mask” che si è esibita sabato a Roma.

Avendo saputo che Villa Vergiers(come lui ne storpia il nome) ha ospitato a suo tempo nientemeno che il suo collega Generale Bonaparte, il Pappalardo, che non si sente certo secondo a Napoleone, ha scelto quella prestigiosa location per far sì che «il 64% degli italiani venga a Rimini ad alzare la mano, a votare per l’arresto di Giuseppe Conte», che lui chiama Giuseppi Conti.

C’è da immaginare che i passati vertici della Benemerita, assistendo alle performances del loro ex generale, siano oggi tormentati da un assillante interrogativo: comici si nasce o si diventa? Perché nel secondo caso “transeat”; ma nel primo, come potrebbero mai autoassolversi per…non essersene accorti in tempo?

Anche se devo dire che, in ognuno dei due casi, mi fa comunque “strimolire” e mi provoca una gran “paura…a posteriori” l’idea di essere potuto a suo tempo incappare in lui come carabiniere.

«Appena finita la deliberazione – prosegue il documento insurrezionale – io in persona andrò alla Questura di Rimini a consegnare il verbale di arresto. Il popolo ha detto che bisogna arrestare Conte: ecco qui, arrestatelo voi. Se non lo arrestate voi, sarà tutto il popolo italiano ad andarlo ad arrestare. Questo perché noi dobbiamo arrestare questa dittatura di cui ha parlato Cacciari. L’ha detto a Bianca Berlinguer a Carta Bianca il 14 luglio. Lo stesso giudice di Frosinone ha detto che i suoi atti (di Conte) sono illegittimi. Articolo 383 del codice di procedura penale: il cittadino può arrestare. Non lo arresta la polizia giudiziaria? Lo arrestiamo noi».

A quel punto il Questore De Cicco avrà davanti a sé tre strade.

La prima: convincersi che si tratti di una delle solite, sgradevoli “barzellette del carabiniere”, che in questo caso non fa per niente ridere.

La seconda: far arrestare seduta stante il Pappalardo, proprio in virtù “dell’incrocio” fra l’invocato articolo 383 del c.p.p.Nei casi previsti dall’articolo 380 ogni persona è autorizzata a procedere all’arresto in flagranza…») e il comma 2 a-bis del richiamato articolo 380, che dispone: «Arresto obbligatorio in flagranzadel delitto di violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario o ai suoi singoli componenti previsto dall’articolo 338 del codice penale».

La terza: chiamare il 118, avvertendo nel contempo qualche suo congiunto perché se lo venga a riprendere.

Nando Piccari