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Vergogna Qatargate


17 Dicembre 2022 / Maurizio Melucci

Vergogna

Non trovo altro sostantivo per definire il Qatargate che vede coinvolti esponenti di primo piano del Partito Socialista Europeo e parlamentari ed ex parlamentari europei italiani e di altri paesi. Assieme a loro gli assistenti dei deputati.

C’è poco da essere garantisti. Valigie piene di soldi contanti. Una cifra mostruosa, oltre 1,5 milioni di euro in mazzette per corrompere parlamentari europei e riservare un trattamento di favore al Paese che ospita i Mondiali di calcio. L’obiettivo sarebbe stato quello di influenzare decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo. Per altro, in gioco i diritti umani i diritti dei lavoratori. Un vero e proprio tradimento dei valori della sinistra.

Poco importa che nei fatti non si sia influenzata nessuna risoluzione del Parlamento Europeo.  Uomo chiave dell’indagine, l’ex eurodeputato del Partito Democratico poi passato ad Articolo Uno Antonio Panzeri ex sindacalista della Cgil milanese.

Si apre una grande questione morale nella sinistra. Non si può pensare di fare finta che siano solo casi isolati. Non lo sono. Vi è in campo la credibilità del Pd e non solo. Abbiamo fatto tanta fatica noi italiani per accreditarci un’immagine pulita e di primo piano in Europa. Questa terribile vicenda ci ributta dentro un pregiudizio che prolifererà nelle inchieste giornalistiche e nelle barzellette. Anche questo è un possibile segno del decadimento della sinistra.

L’Organizzazione Non Governativa di Panzeri, la Lega di Soumahorole. Poi le consulenze spericolate e le intermediazioni degli ex leader della sinistra; tutto legale, per carità, ma anche vicende impresentabili o quanto meno inopportune. Quanti politici, anche del Pd, hanno consulenze con aziende private, mettendo a disposizione conoscenze, agganci, per agevolare le attività private di questi imprenditori? Sicuramente tutto legale, ripeto, ma sicuramente tutto molto inopportuno.

Ora non è più il tempo di fare finta di nulla. C’è un problema di trasparenza, di una legge sulle lobby seria, di selezione delle classi dirigenti. Chi ha incarichi politici, chi ricopre ruoli istituzionali (dagli assessori ai sindaci ai consiglieri regionali e parlamentari), chi fa parte di organi di direzione politica, dica quali collaborazioni ha con aziende private italiane o estere.

Il congresso del Pd in corso deve affrontare anche questo aspetto in modo deciso e non solo con le condanne opportune arrivate in questi giorni. Purtroppo dire “vergogna” non basta. Non è pensabile che l’interesse personale prenda il sopravvento, non necessariamente in forme illegali, sull’azione politica.

ANTONIO PANZERI

Il congresso del Pd. Ciò che deve essere chiarito dai candidati

Dalle prime uscite dei candidati Bonaccini e Schelein in competizione per la segreteria nazionale, per ora prevale il bon ton. Toni molto garbati e reciproche stime. Apparentemente non si notano molte differenze. Viene chiesta una società più giusta, attenta ai temi dell’ambiente. Grande attenzione ai diritti sociali e alla riduzione delle diseguaglianze. Entrambi i candidati dicono basta alle correnti, auspicando un Pd radicato sul territorio e con un ricco dibattito interno e con i cittadini. Buoni propositi condivisibili. Ma non credo che basti per un congresso fondamentale come quello che stiamo svolgendo.

Cerco di porre alcuni problemi di fondo per comprendere meglio la posta in gioco e le differenze tra le due candidature.

  • Quale ruolo delle Regioni? L’autonomia differenziata è un progetto che deve andare avanti? Oppure va fermato perché rischia di produrre un ulteriore divario tra nord e sud del paese? Elly Schlein ha detto un “no” netto all’autonomia differenziata. Stefano Bonaccini viceversa ne è sempre stato sostenitore, anche se ultimamente molto silente.
  • Come si combattono le diseguaglianze? Si vuole seguire la redistribuzione del reddito, con conseguente rimodulazione della pressione fiscale, oppure l’alleggerimento delle imposte con le politiche tipo flat tax, con conseguente riduzione della spesa pubblica e relativi tagli ai servizi essenziali del paese (scuola e sanità)?
  • Cosa si pensa sul salario minimo? Il Pd l’ha proposto nel passato, ma ora va chiarita la linea.
  • Cosa si pensa dei voucher?
  • Come pensiamo di rimodulare il reddito di cittadinanza?
  • Cosa pensano i candidati sul nucleare? E sulle trivelle in mare Adriatico?
  • Come affrontiamo il grande tema dei flussi migratori e dell’integrazione? Riconosciamo solo i rifugiati politici oppure anche chi migra per ragioni economiche? Quale il ruolo dell’Europa sui temi dell’immigrazione?
  • La guerra: come se ne esce insieme all’Europa?

Non sto chiedendo ai candidati un programma di governo, quello va costruito con il contributo di tutti, ma su alcuni temi di fondo uscire dall’ambiguità lo ritengo fondamentale.

 

Via Ducale

Il Comune di Rimini con un atto di coraggio e di trasparenza dovrebbe dire ai residenti del rione Clodio che la viabilità nei prossimi anni rimarrà quella attuale. La ragione è semplice. Se non si inverte il senso su via Bastioni settentrionali (da monte verso mare) oppure si limita il varco solo per poche ore durante il giorno, è inevitabile che la viabilità e i disagi per i residenti rimangano quelli attuali.

La giunta Gnassi pensava che tutto potesse funzionare anche chiudendo il ponte di Tiberio. Così non è stato. Ora è inutile aspettare la variante alla SS16 (che forse non si farà per mancanza di finanziamenti) oppure il prolungamento del Trc-Metromare. Sono opere che comunque non incidono sulla mobilità urbana che interessa via Ducale.  L’unica opera necessaria è la realizzazione di un nuovo ponte. Opera che non è all’ordine del giorno. Amministrare significa anche dire le cose come stanno non illudendo i cittadini.

I pubblici esercizi vogliono più suolo pubblico gratis

Era ampiamente pensabile e scritto. Dopo l’occupazione di spazi pubblici straordinari e gratuiti in occasione delle restrizioni dovute al Covid, ora i gestori di bar e ristoranti chiedono che la soluzione provvisoria divenga permanente compresa una parte importante di questi spazi in modo gratuito.

Penso che abbia fatto bene l’amministrazione comunale richiedere il pagamento dell’imposta di suolo pubblico. Dal mio punto di vista il Comune dovrebbe negare l’utilizzo degli spazi pubblici ricavati sulla sede stradale o sui parcheggi. Ora non vi sono più norme di distanziamento in bar e ristoranti. La capienza è ritornata al pre covid. Anche il suolo pubblico deve ritornare al pre-covid, altrimenti si avvantaggiano alcune attività che hanno la possibilità di espandersi rispetto ad altre che non possono.

Poi ci vuole un minimo di rapporto tra la superfice su suolo pubblico utilizzata per tavoli e sedie e quella nell’esercizio pubblico o su suolo privato. Ho visto esercizi pubblici che hanno aumentato la capienza di 5-6 volte quella pre-covid. Troppa disparità con altre attività economiche.

Domenica prossima è Natale. Le pillole augurano una serena festa.

Maurizio Melucci