Vittorio Tadei e il colosso della moda “fatto per durare 500 anni”
26 Giugno 2023 / Paolo Zaghini
Marco Bardazzi – Marco Lessi: “Il socio di minoranza. L’avventura umana e imprenditoriale di Vittorio Tadei”
Teddy Spa.
Gli oltre tremila dipendenti della Teddy spa col cesto di Natale hanno ricevuto questo volume biografico su Vittorio Tadei, certamente uno degli imprenditori riminesi di maggiore successo della nostra storia economica del dopoguerra. Ringrazio l’amico Luca che me ne ha fatto avere una copia.
Vittorio era nato il 6 aprile 1935 ed è morto il 13 luglio 2016, all’età di 81 anni, sesto di sette figli. Il padre era ferroviere. “Il mondo dei coniugi Tadei in cui crebbe Vittorio era quello che, spregiativamente, veniva chiamato in dialetto dei ‘cul zal’, i ‘culi gialli’. Una realtà fatta di semplici famiglie cattoliche che si fidavano molto più del parroco e del Papa che non del Duce. E che in seguito, nel dopoguerra, diventarono la solida base democristiana” che si contrapponeva ai comunisti.
I due giornalisti hanno ripercorso le vicende umane ed imprenditoriali di Tadei, a incominciare dal 1961 “in cui era incominciato tutto, in un negozio di Riccione, [in Viale Dante], che serviva le turiste straniere negli anni del boom romagnolo”, quando nacque la società da cui poi ebbe origine nel 1981 la Teddy spa, colosso romagnolo della moda, “una sorta di multinazionale a guida familiare”, un impero nel settore dell’abbigliamento in Europa e nel mondo con la formula del “franchising in conto vendita”.
Alla fine del 2022 la Teddy è “un Gruppo globale da oltre 600 milioni di euro di fatturato, con 3.000 dipendenti, più di 700 negozi in 37 paesi, cinque marchi di vendita (Terranova, Rinascimento, Calliope, Kitana e QB24) e una vasta rete di clienti della produzione all’ingrosso (6.000 negozianti in 94 paesi, che ricevono milioni di capi con il marchio Rinascimento)”. Numeri, forse ancora piccoli per dare l’assalto ai colossi del “fast fashion” H&M e Zara, ma che rendono la maison italiana una delle realtà più dinamiche sul fronte della moda giovanile.
“Tutto nasce quando Vittorio Tadei, giovane ragazzo di Rimini, appassionato ciclista, curioso del mondo, decide di lasciare la professione di commercialista e dedicarsi al negozio di abbigliamento delle sorelle a Riccione. E’ lì che scopre una passione per l’abbigliamento e per il rapporto con il cliente. Due passioni che andranno a plasmare l’anima della futura Teddy. Da subito Vittorio dà inizio a Rimini a un primo laboratorio artigianale di maglieria per servire i negozi della zona. La provincia però gli sta stretta: negli anni 70’ inizia la distribuzione all’ingrosso in Italia e vengono aperti i primi negozi tra l’Emilia Romagna e le Marche. Vittorio ha capito una cosa: è importante produrre, ma anche avere il polso della distribuzione, essere il più possibile vicino ai clienti”.
“Un’impresa non può crescere senza il contributo di altri, oltre all’imprenditore”. “Il grande imprenditore si riconosce dal fiuto per le persone e dalla visione sul futuro del suo settore”. “Il ruolo di Vittorio era quello del direttore d’orchestra che non pretendeva di saper suonare i vari strumenti, ma sapeva come ottenere una grande musica collettiva da tanti talenti che spesso avevano la tendenza a fare i solisti”.
“Gli piaceva acquistare edifici dove aprire negozi, creare la squadra, costruire la logistica che permetteva l’approvvigionamento e la gestione di un modello complesso come il franchising in conto vendita. Ma ad ascoltare le testimonianze di chi gli è stato vicino per anni, non c’è dubbio che fosse il mondo dell’ingrosso, il B2B (business to business), quello in cui si esaltava e si divertiva di più”.
Gli autori del volume raccontano anche le complesse vicende familiari, del rapporto non sempre facile con le figlie Cristiana e Emma ed il dolore immenso per la malattia dell’unico figlio maschio Luigi (Gigi) (1969-2006) e la sua tragica morte. Fu per loro che alla fine degli anni ’80 andò a cercare don Oreste Benzi, il fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII: aveva bisogno di aiuto, di comprendere, di qualcuno con cui parlare (“mi ha insegnato a essere un uomo”).
“Tra don Oreste e Vittorio Tadei nacque un legame destinato a durare fino alla morte del sacerdote [il 2 novembre 2007] e a lasciare segni profondi nella Comunità e anche nella Teddy”.
Poi ad inizio 2006 Vittorio, dopo un lungo corteggiamento da parte di numerosi amici, accettò di candidarsi a Sindaco di Rimini come indipendente appoggiato dalla Casa delle Libertà di Berlusconi. Vittorio non aveva “molta simpatia per la classe politica che guidava Rimini che dal dopoguerra era sempre stata comunista o di centrosinistra”. C’era da sfidare il Sindaco uscente Alberto Ravaioli, sostenuto dall’Ulivo di Romano Prodi. “Il suo anticomunismo era viscerale e risaliva all’eredità ricevuta come educazione nell’ambiente dei ‘culi gialli’ cattolici riminesi”.
Il discorso con cui Vittorio annunciò la discesa in campo era intitolato “Il mio sogno per Rimini”. Ma fu un sogno che durò solo trentaquattro giorni, dal 26 febbraio al 31 marzo 2006. “E la cosa che lo spiazzò e lo addolorò fu che a far di tutto per far fallire la sua sfida fu il fuoco amico, interno al mondo cattolico”. Ma furono anche i problemi di natura cardiaca che gli riscontarono in quelle settimane difficili. Naturalmente su questa breve comparsa di Vittorio sulla scena politica locale si potrebbero scrivere tante altre cose.
La parte finale del libro è dedicata alla successione alla direzione della Teddy spa. “Gli anni avanzavano, la salute non era più quella di prima e nessuna azienda sana, sia pure a conduzione familiare, poteva tenere in disparte più di tanto il tema della successione”. Nell’assemblea generale dei dipendenti della Teddy Group il 30 novembre 2011 si concluse il passaggio generazionale. La Teddy compiva 50 anni, Vittorio lasciò ai giovani il compito di condurla nel futuro e “porre le basi per farla durare 500 anni”. Sono gli anni in cui l’azienda rinforzava l’organizzazione, iniziava la formazione manageriale, veniva ristrutturato l’assetto societario per guardare con ancora più serenità alle sfide del futuro. Da alcuni anni l’avvocato Alessandro Bacci, marito dal 1999 della figlia di Vittorio, Cristiana, era diventato amministratore delegato e successore del fondatore. Una seconda generazione prendeva in mano la Teddy Group.
Vittorio Tadei: accanto al gigante della intrapresa economica, c’è l’uomo di profonda fede che è stato impegnato in importanti progetti di solidarietà in varie parti del mondo. Non si può non ricordare il suo legame con don Oreste Benzi, la Fondazione intitolata al figlio Luigi, così come altre cooperative sociali che portano il suo nome (come quella che ha sede a San Mauro Pascoli e che si occupa dell’accoglienza di minori e adulti in situazioni di disagio) e le gelaterie “Gigibontà” in Bolivia, Albania, Cile e Zambia, o il centro per ragazzi “Gigi Point” di Rimini. E poi l’aiuto alle opere cattoliche della città (come le scuole Karis Foundation) e alla chiesa, che gli valse l’onorificenza di cavaliere commendatore di S. Gregorio Magno, che gli venne consegnata in Vaticano da papa Benedetto XVI nel 2007.
Paolo Zaghini