“Volevo fare la rockstar”: questo il nome del blog aperto circa dieci anni fa dalla faentina Valentina Santandrea e diventato da qualche giorno, quasi simultaneamente, una fiction e un libro grazie alla Rai. Valentina, giovane mamma di tre figlie adolescenti, ora abita a Rimini, dove lavora in un’agenzia pubblicitaria, ma grazie al blog sta assistendo all’affermazione della sua parte più creativa e ne è davvero contenta.
La fiction ha esordito su Rai2 il 30 ottobre e continuerà a essere trasmessa ogni mercoledì fino al 6 novembre. Nei panni della protagonista, Olivia, c’è Valentina Bellè, diretta da Matteo Oleotto e affiancata da un cast di tutto rispetto che include Giuseppe Battiston, Emanuela Grimalda e Angela Finocchiaro. Viene raccontato un punto di vista femminile sulla crescita e sulla maternità. La storia di una famiglia disfunzionale in cerca di equilibrio e il mondo che la circonda, che si esprime con un linguaggio diretto, nuovo per il palinsesto televisivo Rai.
Valentina, come commenteresti ciò che ti sta accadendo in questo momento?
«Prima di tutto ci tengo a precisare che il blog è nato in maniera totalmente realistica mentre il libro e la fiction sono prodotti creativi. Sono molto orgogliosa di tutto ciò che è venuto fuori, ma volevo solo sottolineare che nella serie non viene ricalcata fedelmente la mia vita. Dal blog si è passati al soggetto e alla sceneggiatura in cui ogni autore ci ha messo qualcosa di sé. Il libro l’ho scritto io e non mi è mai piaciuta l’idea di prendere “spezzoni” dal blog per pubblicarli su carta, quindi l’ho elaborato e l’ho scritto pensando a un prodotto che anch’io avrei avuto piacere di acquistare in libreria. Il soggetto per la fiction era pronto da un po’ e la Rai mi aveva già contattato 7 anni fa per la serie, ma si pensava che il pubblico non fosse ancora pronto e invece ora speriamo lo sia!».
Cosa ti ha spinto a raccontare di te su internet?
«Tutto è cominciato in maniera molto spontanea quando mi sono separata: avevo 26 anni e tre figlie piccole (due gemelle e un’altra arrivata un anno dopo), quindi mentre i miei coetanei continuavano a uscire io rimanevo in casa e mi è venuta l’idea di raccontare quello che mi stava accadendo. Nasco e rimango un po’ come outsider di questo mondo e credo che all’epoca la Rai mi abbia scelta anche per questo. Io non ho la tv e quando ho iniziato non avevo neanche internet (ora sì!). La serie tocca tematiche nuove rispetto al solito, talvolta anche forti ma penso che sia giusto dare spazio a gente vera e offrire loro la possibilità di un riconoscimento».
Hai apprezzato il cambio di ambientazione dalla Romagna al Friuli?
«Ho apprezzato tutto molto di più, perché non mi interessava avesse un taglio totalmente autobiografico: io sono una persona come tutte che vive la sua vita e racconta ciò che vive. Sono stata contenta di arrivare attraverso alla televisione e al mio libro a un target più ampio: ad esempio una signora di 70 anni mi ha detto di essersi ritrovata nella sua esperienza di maternità».
Le tue figlie come vivono questa esperienza?
«Per ora solo una delle tre ha letto il libro (sono giustamente adolescenti e lo dimostrano in tutto e per tutto!). Nella serie però le ho fatto partecipare e ogni tanto appaiono, io no».
Ora l’Influencer è diventato anche un corso di laurea, cosa ne pensi?
«Premesso che io non lo sia (o lo sei o non lo sei, difficile diventarlo da zero), ho dato un’occhiata alle materie e direi che si studia comunicazione digitale quindi ha senso. Bisogna guardarlo inserendolo in un’ottica di marketing».

Valentina Bellè e Valentina Santandrea
Perché hai scelto Rimini come tua città?
«Prima vivevo nella campagna faentina in mezzo al nulla e ho deciso di spostarmi per crescere le mie figlie in un ambiente con più opportunità. Qui ci piace tantissimo stare e non ti senti mai solo; le persone sono molto calde».
Cosa vedi nel tuo futuro?
«Vorrei concentrarmi sulla promozione del mio libro a cui tengo molto e ho nel cassetto altre cose da raccontare quindi in qualche modo lo farò. Il mio lavoro mi piace e continuerò a farlo ma questa esperienza mi permette di esprimermi al massimo».
Irene Gulminelli