HomeCulturaAlberto Marvelli, un’intera biblioteca per il Beato riminese


Alberto Marvelli, un’intera biblioteca per il Beato riminese


19 Febbraio 2018 / Paolo Zaghini

Non sono certamente molti i personaggi riminesi che possono vantare una copertura mediatica e una bibliografia così ampia ed articolata come Alberto Marvelli (1918-1946). Cliccando sul motore di ricerca dell’OPAC SBN (il catalogo informatico delle biblioteche italiane) vengono fuori oltre una sessantina di titoli di opere a Lui dedicate, di valore diverso e molte legate a testimoniare la sua santità (Giovanni Paolo II lo ha proclamato beato il 5 settembre 2004 a Loreto in occasione del Convegno Nazionale dell’Azione cattolica).

Ma chi era Marvelli? Nato a Ferrara il 21 marzo 1918, si trasferisce con la famiglia a Rimini nel 1930. Frequenta l’oratorio salesiano di Piazza Tripoli e l’Azione cattolica. Giovane sportivo, amante della bicicletta. Frequenta il Liceo Classico “G. Cesare” assieme a Federico Fellini. All’Università matura la sua formazione spirituale e culturale nella FUCI di Igino Righetti e di mons. Montini, il futuro Paolo VI. Si laurea in ingegneria meccanica a Bologna il 30 giugno 1941 e subito dopo deve partire militare. Dopo l’8 settembre 1943 torna a Rimini. Attivo nel prestare soccorso ai cittadini dopo ogni bombardamento su Rimini ed impegnato a salvare giovani dalle deportazioni tedesche e a far fuggire dai treni nella stazione di Santarcangelo uomini e donne destinati ai campi di concentramento.

Dopo la Liberazione, il 23 settembre 1943 è chiamato dal Sindaco Clari a far parte della sua Giunta nominata dal CLN, con delega all’assegnazione degli alloggi ai senza tetto e poi a coordinare il Genio Civile nella ricostruzione. Si era iscritto alla DC.

Nel 1945 il Vescovo lo chiama a dirigere i Laureati cattolici. Fa rinascere l’Università popolare, già fondata nel 1922 da Righetti e poi assorbita dal fascismo. Apre una mensa per i poveri, è tra i fondatori delle ACLI, costituisce la prima cooperativa “bianca”. La sera del 5 settembre 1946 mentre si reca in bicicletta a tenere un comizio elettorale, viene investito da un camion militare degli alleati. Muore poche ore dopo a soli 28 anni.

Le opere che consentono una ricostruzione storica approfondita, non agiografica, della biografia di Marvelli non sono comunque tante.
Nel 1949 fu l’amica Maria Massani (1897-1990), a soli tre anni dalla morte, a pubblicare il primo volume biografico su Alberto Marvelli: “Alberto Marvelli operaio di Cristo” (Salani), più volte ristampato (nel 1954 e nel 1968).

Nel 1966 venne edito “Alberto Marvelli nel ventennale della morte 1946-1966” (Garattoni, 1966) dove Sergio Ceccarelli e Carlo Alberto Balducci ne tracciavano un profilo, e Adriano Vandi raccontava “L’impegno politico di Alberto”: “Quando ancora la guerra era in corso fummo i due giovani ai quali gli anziani del partito popolare ritennero di affidare subito incarichi di responsabilità nella nuova Democrazia Cristiana. Lui fu nominato assessore comunale, ed a me fu affidata la segreteria del partito”.

Nel 1996 Manlio Masini editò per Guaraldi “Alberto Marvelli. Una vita di corsa al servizio degli altri” dove ricostruisce la sua presenza all’oratorio dei Salesiani di Piazza Tripoli.

Nel 1997 Il Ponte edita, a cura del Comitato promotore, gli atti delle celebrazioni per il 50° della morte di Marvelli (1946-1996), “Vivere nella storia”. Sarà Sergio Zavoli, nella tavola rotonda del 4 ottobre 1996 alla Sala Manzoni, che parlerà del fascino che egli seppe esercitare sui giovani di allora, ma anche dell’essere “tutti abilitati ad essere diversi nel segno della tolleranza”. “Alberto ci ha aiutato a capire che il destino dell’uomo è il frutto delle nostre azioni, che il mondo sarà ciò che noi facciamo oggi, che un uomo è un uomo per il suo avvenire”.

Sempre per il cinquantesimo, monsignor Fausto Lanfranchi pubblicò una nuova biografia: “Alberto Marvelli. Ingegnere manovale della carità” (San Paolo, 1996). “Cattolico fervente, uomo di fede e di profonda interiorità, si dedicò alla costruzione della ‘città terrena’ con competenza, onestà, rettitudine, impegnandosi a fondo soprattutto nel servizio dei poveri e dei bisognosi”.

Natalino Valentini e Roberto Di Ceglie hanno curato gli atti del Convegno di studio “Alberto Marvelli. Fedeltà a Dio e fedeltà alla storia” (Edizioni Messaggero Padova, 2004) tenutosi nella Sala Manzoni il 19-20 marzo 2004, nell’anno della sua beatificazione. “Una delle figure più luminose del cattolicesimo italiano della prima metà del secolo XX. Egli ha operato con slancio apostolico, competente professionalità e intelligente carità nella realtà sociale e politica del suo tempo. Profondamente radicato nella vita ecclesiale, ha anticipato molte delle intuizioni del Concilio Vaticano II circa la particolare missione dei laici per la santificazione del mondo”. “Oggi la Chiesa propone Alberto Marvelli come modello di ‘santità nel quotidiano’ per i cristiani del terzo millennio”.

Poi ci sono i volumi degli scritti di Marvelli: “Diario di Alberto Marvelli” a cura di Maria Massani (Gioventù Studiosa Marvelli, 1973), “Diario e lettere. La spiritualità di un laico cattolico” a cura di Fausto Lanfranchi (San Paolo, 1998), “La santità nel quotidiano. Itinerario spirituale” a cura di Fausto Lanfranchi (San Paolo, 2004), “La mia vita non sia che un atto d’amore. Scritti inediti” a cura di Elisabetta Casadei (Edizioni Messaggero Padova, 2005), “Atleti con l’anima” a cura di Elisabetta Casadei e Fausto Lanfranchi (Guaraldi, 2014).

E quelli dedicati ai familiari: “Il signore è con te anche laggiù. Le lettere di Lello Marvelli al fratello Alberto dal fronte russo : gennaio-dicembre 1942” a cura di Cinzia Montevecchi (Il Ponte, 2011), “Maria Mayr Marvelli: la mamma di un santo” di Umberto Moretti (Il Ponte, 2015).

Importante per lo studio di Marvelli è stata la sistemazione delle sue carte presso il “Centro Documentazione e studi Alberto Marvelli” (in Via Cairoli, 69 a Rimini) nel 2010, curato da Mons. Fausto Lanfranchi. Il catalogo dell’”Archivio storico Alberto Marvelli” è stato edito da Il Ponte nel 2010. Ne parla anche Cinzia Montevecchi nel saggio “L’archivio storico ‘Alberto Marvelli’” nell’annale n. 10/2011 “Parola e tempo. Percorsi di vita ecclesiale tra memoria e profezia” dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose Alberto Marvelli, Diocesi di Rimini.

Il nostro Vescovo Francesco Lambiasi, in più occasioni, ha testimoniato del profondo legame che lo unisce ad Alberto Marvelli. E lo fa anche nel recente “Caro Alberto. Lettere sulla felicità da/ad Alberto Marvelli” (Il Ponte, 2015): “Tu sei stato un cristiano a tutto tondo, e sempre controcorrente: un atleta che prendeva cinque in ginnastica, perché non metteva alla giacca il distintivo del partito unico, ma quello dell’Azione cattolica. Uno che quando tutti fuggivano per salvare la pelle, girava in bici sfidando bombe e rastrellamenti per aiutare gli sfollati. Uno che faceva il bene senza suonare la tromba davanti a sé, tant’è che molti si sono accorti del tanto che avevi fatto, solo dopo che eri morto: davvero uno controcorrente!”.

Infine due periodici aggiornano di continuo sugli studi e la diffusione della conoscenza di Alberto Marvelli nel mondo cattolico italiano ed internazionale: “La casa A. Marvelli. Semestrale per gli amici della casa A. Marvelli” sulle attività della fondazione Alberto Marvelli. in uscita dal 1958 ed arrivato a fine 2017 al n. 281; “Amici di Alberto e Carla. Rivista semestrale di informazione su vita, pensiero e opere dei venerabili Alberto Marvelli e Carla Ronci” (Il Ponte) in uscita dal 2004.

E un ricco sito digitale, a cura del Centro Documentazione e studi Alberto Marvelli, mette a disposizione documenti, articoli, foto.(infocentromarvelli@gmail.com).

Paolo Zaghini