Un invito a riscoprire il patrimonio nascosto del Museo della Città di Rimini. E’ quello che lancia "Dal buio alla luce", opere dai depositi del Museo della Città. Si tratta di una piccola mostra che offre l’occasione di ammirare tre opere custodite nei depositi, normalmente lontane dagli occhi del pubblico: il prezioso frammento scultoreo che raffigura la Traditio Legis, il suggestivo Cristo morto sorretto da un angelo, ispirato alle opere di Michelangelo e Taddeo Zuccari, l’intenso Autoritratto di Alfredo Scarponi. Le opere saranno raccontate dal direttore dei Musei di Rimini, Giovanni Sassu, in due incontri inseriti nel programma del Capodanno più lungo del mondo, il 12 e il 19 dicembre 2024 alle ore 17. Info e prenotazioni https://www.ticketlandia.com/m/event/dalbuioallaluce
Il Museo del Territorio di Riccione è apprezzato anche all'estero. Un luogo da prendere come modello per le numerose attività di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale del territorio. È questa la motivazione con la quale il Museo del Territorio “Luigi Ghirotti” di Riccione è stato invitato a partecipare al simposio internazionale che si è svolto lunedì 9 dicembre nel Kurdistan iracheno. Il convegno, organizzato nell’ambito del progetto Heritage Horizons, coordinato dal dipartimento di Beni culturali dell’Alma Mater Università di Bologna, insieme all’Università di Garmian, al direttorato delle Antichità e del Patrimonio e al direttorato del Turismo di Garmian, Ismeo (Associazione internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente) e Istituto Kurdo di Roma, ha visto la partecipazione di molte istituzioni culturali internazionali e italiane, tra cui il Comune e l’Università di Brescia e l’Università di Catania. Il simposio ha posto l’accento sulla valorizzazione dei beni storico-archeologici in un contesto di sviluppo del turismo culturale attraverso la presentazione di esempi e buone pratiche messe a punto da istituti internazionali, tra cui il Museo del Territorio di Riccione. Per Riccione sono intervenuti online la vicesindaca e assessora alla Cultura, Sandra Villa, e il coordinatore del museo, Andrea Tirincanti, che hanno presentato le numerose attività
Sl’invèrne żà ma l’ós, l’è artorne e’ pèträs, l’è arvat se vèint da néva, da mè ch’a l’aspitéva. L’è vnù té mi żardèin, u s’è póns sòra e’ pèin, e pu u s’è mès a cantè, e’ pòrta bèin ò dét mè. E l’è stè in che mumèint, ch’u m’è torne in amèint, una fòla ch’lam piašèva, che la mi ma lam racuntèva. T’una tèra luntèna, i rumèn, di bróta lèna, i mitéva in cròša Crést, e e’pèträs l’éva vést, met sla testa de purèin, una curòuna ad spèin, cl’ai lasèva sla fròunta, ‘na sanguinòša impròunta. Te véda che un spèin góz, ma Crést u l’éva šbóz, ui va sóra cun e’ bèc, e ui chè-va vi’ che stèc. Sna cla bòna criatura, de Signór la s’è ciap cura, e s’un gèst ad cumpasiòun, e’ dà sugliév me pòri òm. Gišù Crést, vulènd arcnäs, ui ténz e' pèt ad räs, lasand sa che culór, me raz un sègn d'amór. Sa quèl l’è ‘nde tè nid, mo sè bèc incóra svid, si raztin ch’i piuléva, intènt ch’jaspitéva. Ló sla pèna bèin intriša, cmè un pnèl tla varniša, sè sangue cl’éva adòs, l’à fat tótt di peträs . Cla macia sór e’ cór, sègn ad grèzia e d’amór, is la pòrta incóra dré, perché tótt i pòsa vdè. L’è e’ mesàgg ad Crést, dla vita cla rèšèst, ènca quand las fà dura, us va ‘vènti, sèinza paura. Ivano Aurelio Muratori E’ ARRIVATO IL PETTIROSSO Con l’inverno già all’uscio, è tornato il pettirosso, è arrivato
Segue il ciclo delle stagioni, il sottopasso di via Pantano. Dopo essersi tinto dei colori dell’autunno, ora, secondo i tempi del calendario, si è vestito di nuances azzurrine e fredde, di volti di personaggi legati a paesaggi gelidi, fatti di ghiaccio e neve, come il noto scalatore Walter Bonatti, o di icone come un igloo, le cime bianche dei monti e un inconsueto pupazzo di neve. Tutto questo per raccontare l’inverno attraverso gli elementi di terra, aria, acqua e fuoco. È l’inverno la stagione a cui si ispira il nuovo murales del sottopasso di via Pantano, sempre realizzato dal collettivo di writes coordinati da Giacomo Vimini. Gli altri maestri della bomboletta a spray sono Erika Ciuffoli, Giuseppe Loria, Mattia Dalle Mole, Andrea Fanchi, Massimo Pazzini, Cosetta Venturi, Giacomo Nucci, Giuseppe De Stefano, Ivan Dimitri Pilogallo, Teodor Skundric ed Elias Nerozzi. “Con questo secondo murales in via Pantano, proseguiamo nell’opera di riqualificazione urbana anche attraverso questa forma di arte che vanta ormai una lunga storia e tradizione e che accomuna città di tutto il mondo – commenta l’Assessore alla cultura Federico Vaccarini –. Complimenti a questi artisti che hanno messo il loro talento al servizio della città. Anche a Cattolica abbiamo writers molto
Sarà uno 'spettacolo fuori di testa' quello che andrà in scena a Bellaria. Un mosaico di testi, articoli, interviste, poesie, testimonianze autentiche di Franco Basaglia, dei basagliani e dei matti. L’universo del medico che rivoluzionò la psichiatria non solo in Italia, prende forma scenica in Quelli di Basaglia… a 180°, in programma sabato 14 dicembre, alle 21, al Cinema Teatro Astra di Bellaria Igea-Marina nell’ambito del cartellone teatrale Cose dell’altro mondo, a cura di Approdi. Nell’anno in cui si è celebrato il centenario della nascita di Franco Basaglia, l’uomo che aprì le porte del manicomio, che smontò pezzo a pezzo l’apparato istituzionale e dimostrò che si può assistere e curare la persona folle in altri modi, arriva sul palcoscenico uno show che intreccia il testo con la musica, la danza, il canto, reinventando così i modi per cui la follia possa ritornare finalmente a far parte della vita e non sia ridotta a malattia dalla forza della ragione e dalla violenza delle istituzioni. A mettere in scena Quelli di Basaglia… a 180° è l’Accademia della Follia, la storica compagnia triestina fondata dal compianto Claudio Misculin insieme ad Angela Pianca e Cinzia Quintilliani – che oggi ne portano avanti l’attività – all’interno dell’ospedale psichiatrico
Sabato 14 dicembre è in programma l’ultimo appuntamento che va a chiudere l’ampio ventaglio di manifestazioni promosse dall’Amministrazione Comunale a celebrazione del 160° anniversario della nascita di Alfredo Panzini. A partire dalle 15 presso Casa Finotti – una delle pertinenze del complesso museale in cui insiste La Casa Rossa – si svolgerà un pomeriggio interamente dedicato alla presentazione di nuove pubblicazioni incentrate sull’opera dello scrittore: per un pomeriggio di studi organizzato in collaborazione con l’Accademia Panziniana e coordinato dal curatore scientifico dell’intero programma di celebrazioni, il Prof. Alessandro Scarsella dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Il programma prevede tre presentazioni consecutive. Si comincerà con gli atti del Convegno "Panzini160", che tra dicembre 2023 e febbraio 2024 di fatto diede il via alle celebrazioni; "Studi Panziniani. Lo scrittore e la sua ombra", questo il titolo del volume, interamente finanziato dall’Accademia Panziniana, in uscita per Amos Edizioni che sabato sarà introdotto dal Prof. Giulio Iacoli dell’Università degli Studi di Parma. A seguire, verrà presentato, dall’autore insieme a Claudio Monti, il libro di Matteo Grassano “Nel turbinio delle parole. Lingua e riflessione linguistica”, edito da Biblion. Chiuderanno l'appuntamento Alessandro Agnoletti, direttore della Biblioteca Alfredo Panzini di Bellaria Igea Marina, il quale introdurrà il nuovo libro di Fulvio Gridelli, "Vademecum Rubiconis", edito da Zacinto, ed a seguire la tavola rotonda
Il Teatro degli Atti di Rimini dall’11 al 23 dicembre 2024 è pronto per indossare una nuova veste grazie a "L’Attico - Club Temporaneo", un progetto ideato dal Collettivo L’Attico per il Comune di Rimini in collaborazione con Rimini Jazz Club, Risuona Rimini e Musica di Seta. L’iniziativa è realizzata anche grazie al contributo di Concessionaria Errepiù, Gruppo SGR e Studio Il Volante. [caption id="attachment_501555" align="alignnone" width="957"] Laura Gramuglia[/caption] Si tratta di uno spazio di residenza, un teatro arredato, un perimetro riletto in cui un gruppo di artisti sperimenta liberamente presidi musicali, confronti necessari, laboratori programmati e jam session estemporanee. L'Attico è un luogo da abitare, una finestra che guarda la città con occhi spalancati e la invita all'incontro e alla festa. Durante le due settimane di attività di questo temporary club, saranno proposti spettacoli e concerti frutto delle residenze artistiche, così come riletture di progetti artistici preesistenti che in questo spazio prenderanno nuova forma. [caption id="attachment_501553" align="alignnone" width="1024"] Elisa Genghini[/caption] Il programma dall’11 al 15 dicembre L’inaugurazione sarà mercoledì 11 dicembre dalle ore 18 con il “Welcome party” insieme a tutti gli artisti coinvolti nel progetto, con djset e open mic. Per l’occasione, oltre a dare il via agli appuntamenti tutti a ingresso libero, verranno aperte le porte di
Pataca bèla paròla, ch’lan s’imparéva a scòla, a tré an las géva żà, sòbti dòp avè dét ma’. Epù la ma’ la ragnèva, e ma chi burdèll lai géva, nu gì pjó cla parulaza, che e’ vòst ba’ u v’intòza. Mo i burdèll po’capì, s’is stéva da sintì, a còst da ciapè ‘na paca, i lutéva a dì pataca. Che una vòlta imparèda, lan si saria pjó scurdéda, la saria stè per la vita, la paròla pjó prufèrida. La jè a pénsèj bèin, cmè la mata tal chèrti da raméin, che lat vèin in sucórs, pèr vèrż o ciud qualunque zcórs. La jèntra in tènti espresiòun, ch’la vèin bòna ‘na spiégaziòun, èmènc isé e’ pò dès, che quand las sént us capès. Us diš “ pataca dal sòri” ch’agl’jè strambi paròli, giósti per dišapruvè, sèinza arvè a biastmè. “Pataca sé, mo nana na!” e’ vò dì che pataca ui stà, e nana na, cioè invurnida, ch’ la vèin arfiutéda. “Mo pataca!” e’ vò dì ufa, l’è cmè dì: mo che stofa! e’ diš isé qualchedun, quand ch’l’à pin i quajun. “Pataca infina a l’òs”: un pataca pròpie gròs, quand che un l’ariva ilé, pjó avènti un pò ‘ndè. “E’ pataca da la smèinta”: l’à al sménti drèinta, l’è spécièl e l’è bon, per la ripruduziòun. “Pataca a còr cuntèint”: e’ chèmpa srèinamèint, l’è curnud, us la gód, e us còš te su bród. “E’ pèz d pataca” e’ pèr, ch’e’ sia mità dl’intèr, l’è un schèmpul, un artaj, un vér pataca
Con il weekend appena concluso, cala il sipario sull’edizione 2024 di Amarcort Film Festival, il festival internazionale dedicato a Federico Fellini che quest’anno ha visto la partecipazione di 208 cortometraggi provenienti da 81 paesi del mondo, oltre ad incontri con registi, autori, rassegne, laboratori, spettacoli e la consegna dell’ambito riconoscimento “Un felliniano nel mondo”. Sabato 7 dicembre, al cinema Sant’Agostino, si è svolta la Cerimonia di Premiazione che ha visto salire sul palco gli autori vincitori e le menzioni d’onore delle 11 sezioni in gara. Nella giornata di ieri, domenica, gran finale sempre al cinema Sant’Agostino con la premiazione della sezione Fulgor e del concorso “RiCIRCOlo dei Sogni”, contest di disegno dedicato ai più piccoli. Era presente l’assessora del Comune di Rimini Francesca Mattei. Ad aggiudicarsi l’edizione 2024 del Festival è stato TJ O’ Grady (Irlanda) con Room Taken, vincitore generale della sezione Amarcort. Di seguito l’elenco dei vincitori e delle menzioni d’onore divise per categorie: Sezione Cantarel Vincitore: AJR - Maybe Man di Edoardo Ranaboldo (Croazia) Sezione Miranda Vincitore: Homework di Nacho Arjona (Spagna) Sezione Titta Vincitore: Rasti di Paolo Bonfadini e Davide Morando (Italia) Sezione Gradisca Vincitore: LOCURA di Francesco Bonizzato (Italia) Sezione Calzinaz Vincitore: Sette Minuti di Alessia Bottone (Italia) Menzione 1: Margins di Gaia Vallese, Serena Magalotti e Indi Arumahandi
Con la serata in ricordo di Andrea Purgatori si apre stasera al Cinema Fulgor di Rimini la V edizione di LUOGHI DELL’ANIMA - Italian Film Festival. Nato da un’idea e con la Presidenza di Andrea Guerra e la Direzione Artistica di Steve Della Casa e Paola Poli, promosso dall’Associazione Tonino Guerra e diffuso tra Santarcangelo di Romagna, Rimini e Pennabilli, il Festival pone al centro i temi che sono stati al cuore della poetica del Maestro Tonino Guerra, tra grande cinema, poesia e letteratura. Nel corso della conferenza stampa di presentazione, nella sede del Comune di Rimini, il presidente Andrea Guerra e i direttori hanno illustrato le linee guida del programma, articolato in concorso opere prime e seconde, concorso cortometraggi, conversazioni con gli autori già consacrati e qui premiati, Rassegna paesaggi e figure e presentazioni di libri. Presente anche Fabio Abagnato per l’Emilia Romagna Film Commission che sostiene l’iniziativa che dedica un Premio Speciale proprio al cinema del territorio, con la Rassegna Emilia Romagna. Apprezzando i registi emergenti, protagonisti del concorso Opere prime e seconde che vede in programma DALL’ALTO DI UNA FREDDA TORRE di Francesco Frangipane, IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA di Margherita Ferri, NOTTEFONDA di Giuseppe Miale Di Mauro, FAMILIA di Francesco Costabile e fuori concorso VERMIGLIO di Maura Delpero, il
Nell'ambito dell'Antica Fiera di Santa Lucia il Comune di San Giovanni in Marignano, l'Unità Pastorale Gesù Risorto e Aps Pro Loco San Giovanni in Marignano propongono una conversazione aperta alla cittadinanza con lo scopo di confrontarsi sulla tradizione di Santa Lucia e la sua modernità. San Giovanni celebra la fiera da tempo antichissimo, a sottolineare il grande radicamento della tradizione della Santa patrona della vista nel territorio marignanese. Per questo l'Amministrazione comunale, confrontandosi con il parroco, Don Piero Battistini, ha tenuto ad individuare un'occasione per celebrare e valorizzare la tradizione della Santa, interrogandosi sugli elementi di contemporaneità di cui è portatrice. L'incontro si svolgerà vemnerdì 13 dicembre, alle 18.00, alla Casa della Cultura e sarà aperto a tutti coloro che desiderano intervenire e partecipare. Alla conversazione, oltre al Parroco e all'Amministrazione, interverranno cittadini esperti in storia e tradizioni locali, ma anche appassionati della chiesa e della Santa per portare il proprio contributo, insieme ai ricordi delle nonne del centro ricreativo, raccolti nei giorni scorsi. In questo modo l'appuntamento sarà occasione per una riflessione tra passato e presente. (Nell'immagine di apertura: Chiesa di Santa Lucia a San Giovanni in Marignano)
I caplét i vò un bród bòn, ad régla fat sè capòun, che adèss säta e’ Nadèl, l’è fadiga truvèl. Mè che stà stòria a la cnäs, l’è da un po’ ch’am sò mos, a n’aspèt jutme dé, ch’un gn’è gnint da capè. Se marchè ui n’éra paréć, gras cmé e’ pòrc e tròp véć, benché i n’avés la crèsta, i custéva un’òć dla tèsta. De mazlèr ui n’éra un bèl, a jò dmand prima da bšèl, da che pèrta l’avniva e s’u me déva seinz’iva. U m’à dét l’è dla Turchia, adès tó só e va via, tinimòdi a ne tuléva, gnènca se u me rigaléva. Alóra mè per fè bèin, a sò ‘ndè de cuntadèin, che invézi d’un capòun, um fà véda un galaròun. U m’à dè una bichèda, ch’u ma zanzighè un déda, a jò dét me cuntadèin, ciò bélo, quest ta tè tèin! A la fèin dla matinèda, a n’ò vést un sla strèda, t’un carèt mès in mòstra, mè ò dmand: quant e’ còsta? E’ pularòl um rógg fòrt, tal vò viv o tal vò mort, quarènta euro e’ a te maz mè, vintòt tal pòrt via isé. A jò dét: òs-cia che rèša, al vòj viv ch’al maz ma chèša, mitil t una casèta, ch’a la lig tla biciclèta. La mi möj apèina vést, lam diš mazle e fà prèst, ch’a n’avém una stìa, se tal lébre e’ scapa via. Cumè e’ bòja di pól, a l’ò ciap per