Ogni casa una storia ACER Non abbiamo trovato in rete dati aggiornati inerenti il numero di appartamenti gestiti da ACER Rimini, in provincia, in proprietà o in gestione. Ma sono sicuramente molte decine, presenti un po’ in tutti i comuni della Provincia. E comunque insufficienti rispetto ai bisogni. Ma che cos’è l’ACER? La legge regionale Emilia-Romagna n. 24 dell'8 agosto 2001, riguardante la "Disciplina generale dell'intervento pubblico nel settore abitativo", entrata in vigore il 24 agosto 2001, ha trasformato lo IACP in Azienda Casa Emilia-Romagna della Provincia di Rimini (ACER). L'ACER è un ente pubblico economico dotato di personalità giuridica e di autonomia organizzativa, patrimoniale e contabile e la sua attività è disciplinata dalla legge regionale e dal codice civile. In altre parole sono le “case popolari”. “Vivere in una casa popolare significa essere in una condizione economica precaria”, ma questo non deve generalizzare un giudizio di criticità negativa. “La generalizzazione è nemica della comprensione e lede la dignità umana”. In alcuni edifici popolari le famiglie si aiutano a vicenda, creando uno spazio sicuro. Ma “situazioni di difficoltà esistono, aggravate dalla mancanza di legami sociali, a tal punto da rendere il disagio invalidante”. E le recenti notizie comparse sui giornali a proposito di situazioni difficili in case ACER
Rita Giannini: "Santarcangelo di Romagna" Pazzini Difficile raccontare questo nuovo libro di Rita Giannini, giornalista e scrittrice, ex dirigente del servizio Cultura della Provincia di Rimini, ed ex responsabile dell’Ufficio Stampa e dell’Ufficio Istruzione Cultura Servizi Sociali e Sport del Comune di Santarcangelo, nonché biografa e tra i promotori dell’“Associazione Culturale Tonino Guerra”. Difficile perchè è un libro molto bello, ma non è un libro di storia locale, di letteratura, di poesia, di saggistica. Anche se in realtà è tutto questo. Come ha scritto il Sindaco di Santarcangelo di Romagna, Alice Parma: “con la sua competenza e sensibilità Rita ha saputo dar vita a un libro denso, interessante e completo. Una storia che non mancherà di appassionare anche i più profondi conoscitori di Santarcangelo, una guida alla evoluzione culturale della città e un manuale a disposizione del visitatore che voglia conoscere a fondo il nostro paese”. Pubblicato per la Pro Loco, con il patrocinio del Comune, il volume racconta storia, arte, cultura, personaggi e itinerari della città. La Giannini sostiene che Santarcangelo è una città speciale. Ed ha ragione: “Ma non è solo la bellezza a renderla speciale. Santarcangelo è una città aperta, sincera, accogliente, propositiva, stimolante, un po’ straripante. E’ ricca di
Guerrino Bardeggia (1937-2004) "Animae" Retrospettiva a cura di Laura Badioli Comune di Cattolica Il 5 gennaio 2004, vent’anni fa, moriva nella sua Gabicce Guerrino Bardeggia, dopo una lunga malattia. Aveva quasi 67 anni. Bardeggia è stato pittore, incisore, ceramista e scultore eccelso di questa terra di confine fra Marche e Romagna.. Scrive Lara Badioli, curatrice della Mostra “Animae” in corso alla Galleria Santa Croce di Cattolica (dal 16 dicembre 2023 al 24 marzo 2024), nel Catalogo: “E’ un figlio del suo tempo dalla personalità riconoscibile, cresciuto in disparte in un piccolo territorio ‘marchignolo’, dove il boato della sua poetica, durante la sua vita terrena, viene attutito da confini poco inclini alla sua comprensione ed un humus poco ricettivo al suo grande messaggio”. Forse è anche vero ciò che dice la Badioli, ma Bardeggia nella sua vita ha allestito oltre 200 mostre e ha vinto oltre 500 premi ed è stato nominato Cavaliere della Repubblica Italiana. Nelle sue opere ha comunicato emozioni brillanti, intense, potenti, aggressive, sconvolgenti, apocalittiche. “Animae” è una retrospettiva che vuole rendere omaggio alla carriera di un artista, molto legato al territorio in cui è vissuto e da cui ha tratto grande ispirazione. Sono oltre settanta le opere presentate: disegni, oli, collage, sculture e
Maurizio Maria Taormina "Sotto la sabbia" Libri dell’Arco Non ricordo se esiste un libro sui fantasmi riminesi, ma se ci fosse credo che uno dei protagonisti dovrebbe essere Giulio Cesare, o meglio la statua che il Duce buonanima regalò ai riminesi nel settembre 1933. Essa, in un tripudio di folla acclamante, venne installata ed inaugurata in Piazza Giulio Cesare (oggi Piazza Tre Martiri) il 10 settembre 1933. Questa statua in bronzo, copia della statua originale in marmo esposta al Campidoglio a Roma, venne rimossa nel 1945 e per una decina d’anni sparì. Rischiò di andare perduta per sempre perché fu sepolta nel greto del fiume Marecchia dove fortunatamente venne riscoperta nel 1953. Recuperata venne collocata nella Caserma Giulio Cesare, dove rimase per decenni, sino all’abbattimento della Caserma ai giorni nostri. Nel luglio 2023 fu rimossa e inviata a Parma, ad un laboratorio di restauro, per un lifting necessario dopo 90 anni. “Una volta restaurata l’opera tornerà a Rimini – ha dichiarato l’amministrazione Comunale - per essere collocata nello spazio più opportuno alla sua valorizzazione, in una sede che sarà individuata dopo il confronto con le realtà del tessuto culturale e associazionistico della città”. E qui apriti cielo: fortuna che il restauro durerà del tempo e
Marco Pesaresi "Rimini revisited – Oltre il mare" A cura di Mario Beltrambini e Jana Liskova NFC "Rimini 1993-2023. Il funerale di Fellini nelle immagini inedite di Marco Pesaresi" A cura di Mario Beltrambini e Jana Liskova NFC La casa editrice NFC di Amedeo Bartolini ha editato i due cataloghi usciti in occasione delle mostre fotografiche di Marco Pesaresi allestite a Rimini nel 2023. Il primo, “Rimini revisited – Oltre il mare”, per la mostra nelle due sedi di Rimini (Ala Isotta di Castel Sismondo) e Savignano sul Rubicone (Palazzo Martuzzi) dal 24 giugno al 24 settembre 2023. Il secondo, “Il funerale di Fellini”, a Rimini (Palazzo del Fulgor), dal 21 ottobre al 5 novembre. Marco era nato a Rimini nel 1964. Nel 1990 entrò a far parte dell’agenzia fotografica milanese Contrasto. Dopo aver trascorso molti anni tra Milano e Roma, tornò a stabilirsi a Rimini. Le sue foto erano pubblicate regolarmente sulle più importanti testate giornalistiche italiane e straniere (Panorama, L’Espresso, Sette, El País, The Independent, The Observer tra le altre). Marco viaggiò tra Africa ed Europa, dedicando il suo interesse fotografico a fenomeni come l’immigrazione, la droga, l’emarginazione, la prostituzione e documentando la vita notturna raccontando momenti intimi e situazioni estreme. Dal suo interesse per la vita contemporanea nacquero i reportage fotografici internazionali
"L’altra stagione. 20 panchine 26 sguardi su un mare d’inverno" Comune di Rimini Diceva Carlo Verdone nel film “Viaggi di nozze” del 1981: “'O famo strano!”. E’ questo che devono aver pensato il Sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad e il Presidente della Cooperativa Bagnini Mauro Vanni quando gli hanno proposto l’allestimento di questa mostra fotografica e testi lunga tre chilometri sulla duna della spiaggia, dalla zona libera al porto sino al bagno 63. Una mostra dentro al Capodanno più lungo del mondo: dal 2 dicembre 2023 fino al 7 gennaio 2024, poi prorogata sino al 31 gennaio. Ma potrebbe tranquillamente rimanere allestita sino al ponte pasquale. 54 artisti riminesi dell’immagine e della parola: 26 fotografi e 28 scrittori, donne e uomini, che hanno accolto l’invito a raccontare il loro “mare d’inverno”. “L’altra stagione”, il titolo di questa sorta di esperimento collettivo di land-art, di questa installazione a lunga gittata percorribile più che visitabile, curata dal Comune di Rimini in collaborazione con Piacere Spiaggia Rimini, resa possibile grazie alla disponibilità di tutti gli artisti coinvolti. Una mostra naturalmente prima o poi finisce. Ma un catalogo, con la riproposizione delle immagini e dei testi, rimane. Ed è quello che è stato fatto anche per “L’altra stagione”. Scrive il
"La bellezza degli inizi. Pedagogisti in Romagna" A cura di Lorenzo Campioni e Giovanni Sapucci Zeroseiup “L’area romagnola è stato un vero e proprio crogiolo di fermenti innovativi, in particolare il Centro Italo Svizzero con Margherita Zoebeli la cui attività ha favorito, nell’immediato dopoguerra, la nascita, la diffusione e il consolidamento di una pedagogia sperimentale. Una pedagogia che finalmente si affrancava da un indirizzo pesantemente idealista e autoritario per approdare a un nuovo concetto di scienze dell’educazione, basate su ricerche sul campo, sul rinnovamento organizzativo e dei contenuti e sull’impegno civico di immettere e fare vivere una cultura democratica nella scuola, dopo l’epoca di indottrinamento e retorica fascista”. Così i curatori presentano questo straordinario volume dedicato alle donne e agli uomini che a Rimini e in Romagna hanno consentito nei decenni la costruzione di un progetto pedagogico innovativo per le scuole dell’infanzia e quelle delle elementari. Persone che sono state le protagoniste di un rinnovamento a beneficio dei bambini e dei ragazzi, di tutto il personale impegnato nei servizi educativi e nella scuola, di una nuova alleanza con le famiglie e di rapporti collaborativi con le comunità locali. Anche i due curatori sono stati dei protagonisti di questo percorso: Lorenzo Campioni è stato per molti
Giancarlo Frisoni "Madri" Pazzini Giancarlo Frisoni torna a proporci, a distanza di qualche anno dai suoi precedenti lavori fotografici (“Memorie. Volti e voci della mia gente” edito da ARTinGenio di Scandicci nel 2018 e “Le case del cuore” edito da AIEP di San Marino nel 2019), un nuovo straordinario reportage fotografico dedicato alle madri. Ma non alla mamma che ognuno di noi ha, ma a quindici donne che “accolgono con il loro amore figli diversi” – scrive nella presentazione il grande fotoreporter Ugo Panella - dal nostro concetto di normalità. Lo fa con delicatezza e rispetto in un lungo racconto di parole e immagini che non tolgono mai dignità a chi si è affidato con coraggio al suo obiettivo”. E’ un viaggio, quello di Frisoni, dentro un mondo che ci cammina accanto e non vediamo, quello della disabilità. Scrive, presentando il volume: “Questo libro vuole essere soprattutto un omaggio a loro, a queste madri coraggio che si sacrificano ogni giorno e nessuno se ne accorge. Le storie raccontate toccano vite particolari di stenti, di rinunce e sofferenza. Vogliono essere un aiuto a capire e amare anche quelle persone che sembrano diverse ma non lo sono, imparare a non giudicarle per il loro aspetto fisico
Manlio Masini: "Gli anni delle macerie. Le suore salesiane dal 1943 al 1947" Panozzo Manlio Masini ci racconta in questo suo nuovo libro le drammatiche vicende vissute dalle Suore Salesiane di Via Tripoli negli anni della guerra e del primo dopoguerra. Vicende strettamente collegate a quelle dei vicini Salesiani, già raccontate da Masini nei due volumi: “Una spiaggia una chiesa una comunità. La parrocchia dei Salesiani di Rimini dal 1912 al 1943” edito da Il Ponte nel 1988, seguito da “Eravamo i Burdèll di prét. La parrocchia dei salesiani di Rimini dal 1944 al 1982” edito da Panozzo nel 2009. Ho già scritto nella recensione al cofanetto La Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice in Rimini. Raccolta delle pubblicazioni a cura dell’Opera Salesiana Rimini del 2021: “Era il 1968 quando Adriano Celentano cantava ‘Azzurro’ che nel ritornello diceva: ‘Sembra quand'ero all'oratorio / Con tanto sole, tanti anni fa’. Ed è quello che scatta nella mia testa ogni volta che transito davanti alla Chiesa di S. Maria Ausiliatrice a Marina Centro quando il ricordo della vita dell’oratorio (il calcio, il cinema, le partite a biliardino, le gite a Loreto ed anche il fare il chierichetto) fra il 1960 e il 1970 mi fecero crescere e coinvolsero prima
Fabio Fiori "Cola Pesce e Burdela Turchina" Illustrazioni di Gabriele Geminiani NFC La storia di Cola Pesce è una delle più belle leggende siciliane. Italo Calvino nel 1951 la inserì nelle sue “Fiabe italiane” (raccolta edita da Einaudi, ristampata poi infinite volte anche da altre case editrici). Mezzo uomo e mezzo pesce: la fantasia popolare gli attribuiva pinne al posto delle braccia e branchie al posto dei polmoni. La storia racconta che nel 1140 il normanno Ruggero II, re di Sicilia dal 1130 al 1154, incuriosito dalle storie meravigliose che si raccontavano su Cola, ottimo nuotatore e scrutatore di abissi marini, lo volle incontrare. Recatosi in mare con una delle sue navi, nel mezzo dello stretto di Messina, chiese a Cola prima di recuperare una coppa d’oro da lui gettata in mare, poi la sua corona ed infine un anello della sua più bella dama. Cola recuperò i due primi oggetti, ma poi stremato non emerse più dal mare. Questa leggenda del mare, probabilmente una delle più belle mai raccontate (Fiori afferma che è una delle poche di ambientazione marina del repertorio italiano che ne annovera su questo tema una decina in tutto), non è solamente una storia d’eroismo, ma anche una leggenda d’amore. I tre oggetti
Marcella Marri "Arnà. Storia della famiglia riccionese Cesarini detta “Carabein”" La Piazza Un regalo. Questo libro è nato come un regalo di una signora avanti negli anta ad Arnaldo Cesarini, l’Arnà del titolo del libro. Marcella Marri, fiorentina, nata in una famiglia di origini nobili, residente a Bologna da molti decenni, da oltre cinquant’anni viene in vacanza a Riccione e prende in affitto, da sempre, lo stesso appartamento di proprietà della famiglia Cesarini sul porto. Come spesso accade dalla nostre parti questo rapporto diventa un legame d’amicizia e fra amici ci si racconta le storie famigliari, le vicende personali. Marcella ha interrogato famigliari ed amici di Arnaldo, senza dirglielo, per scrivere questo testo delicato, quasi romanzato, delle vicende famigliari dei Cesarini, dove il protagonista è Silvio (1904-1961), il padre di Arnaldo. Di Silvio aveva scritto recentemente anche Daniele Montebelli nel volume “Dai quaderni del tempo. Ritratti in bianco e nero” (La Piazza, 2021). Dalla testimonianza resagli da Arnaldo: “Mio nonno (soprannominato ‘Carabein’) andò a lavorare come barbiere a Santarcangelo; lì nel 1904 nacque mio padre Silvio. Poi la famiglia venne a Riccione e mio nonno aprì una barberia in Viale Dante vicino al porto. Mio padre all’età di diciassette anni, nel 1921, si trasferì in
"Ugo Gobbi (1921-2012) e la storia della pediatria romagnola. Atti del convegno. Rimini 9 aprile 2022" A cura di Stefano De Carolis e Giulia Grossi Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Rimini L’Ordine dei Medici di Rimini, per la cura di Stefano De Carolis e Giulia Grossi, ha editato gli atti del Convegno sul pediatra riminese Ugo Gobbi (1921-2012) tenutosi il 9 aprile 2022. Il pediatra cesenate Giancarlo Cerasoli ha svolto due relazioni: la prima sulle origini e gli sviluppi dell’assistenza pediatrica in Romagna negli ultimi cento anni “attraverso quel lungo e faticoso percorso storico che ha portato la Pediatria romagnola a livelli di vera e propria eccellenza”; la seconda ricostruisce la figura professionale di Ugo Gobbi, “significativamente definito ‘pediatra geniale’”, attraverso una lunga, appassionata ed esauriente ricerca su fonti archivistiche, documentali, bibliografiche e iconografiche per la maggior parte inedite. A seguire l’intervento di Beatrice Sica, Professore Associato di Italian Studies all’University College di Londra e nipote di Gobbi, su “Ugo Gobbi, il pediatra anarchico”. A chiusura il saggio di Valentina Mazzotti, Conservatrice presso il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, su “Ugo Gobbi, studioso della ceramica”, dove viene ricordata la grande passione del medico riminese per la maiolica a decoro floreale