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Chi era Camillo Manfroni e perché Riccione gli deve tanto


30 Settembre 2019 / Paolo Zaghini

Fosco Rocchetta: “Camillo Manfroni. Eminente storico della Marina Italiana. Camillo Manfroni e Riccione” – La Piazza.

E’ difficile decidere se nella valutazione di una biografia importante come quella del senatore del Regno Camillo Manfroni (Cuneo 1863-Roma 1935) debba prevalere il giudizio sui suoi orientamenti politici o quello sul suo lavoro di grande storico.

Manfroni si laureò in Storia moderna all’Università “La Sapienza” di Roma nel 1884. Insegnò italiano e storia dal 1886 al 1896 all’Accademia Navale di Livorno. Fu in questi anni che nacque il suo interesse per la storia navale, grazie anche alla frequentazione e al rapporto d’amicizia con l’ammiraglio Paolo Emilio Thaon di Revel (1859-1948), aiutante di campo di re Vittorio Emanuele III, che ricevette il titolo di “Duca del mare” nel 1924 e l’altissimo grado di grande ammiraglio, caso unico nella storia della Marina italiana. Thaon di Revel fu senatore del Regno dal 1917, Ministro della Marina nel primo governo Mussolini nel 1922 e presidente del Senato dopo la sua caduta nel 1943-1944.

Manfroni successivamente tenne la cattedra di storia moderna a Genova, Padova e Roma, e in quest’ultima città tenne anche quella di storia e politica coloniale. Autore di innumerevoli saggi, articoli e monografie dedicati alla storia della Marina (Rocchetta ne elenca al termine del suo volume 423), fra cui la monumentale “Storia della Marina Italiana”, in 3 volumi, uscita fra il 1897 e il 1902. Risale al 1923 invece la pubblicazione della “Storia della Marina Italiana durante la guerra mondiale 1914-1918”.

Ma quali furono i suoi orientamenti politici che lo portarono ad essere dal maggio 1929 sino alla morte Senatore del Regno? Sulla base di quanto sostenuto nei suoi libri lo si potrebbe tranquillamente definire un fior di reazionario e un imperialista. Condivise con l’ingegner Benedetto Brin (1833-1898), fondatore dell’Accademia Navale di Livorno, Ministro della Marina, costruttore della flotta italiana l’affermazione che “l’Italia è grande quando è grande la sua marina”.

Brin, grazie alla sua azione costante, poté collocare a fine Ottocento la Regia Marina del giovane Stato italiano al terzo posto nel mondo dietro alla Royal Navy ed alla Marine Nationale. Alla sua morte, nel 1898, su 202 unità in servizio nella Regia Marina, ben 141 erano state ordinate – e in gran parte progettate – da lui.

Nei testi di Manfroni, come scrive nella presentazione al volume di Rocchetta, l’ammiraglio Paolo Pagnotella, Presidente Nazionale Marinai d’Italia, “sono del tutto assenti obiettivi di propaganda (caratteristica che da sola ne testimonia la rara onestà intellettuale), ma vibrano forti, motivati e documentati richiami alla assoluta necessità di una Marina nazionale forte, ben bilanciata, militarmente efficiente e moderna quale strumento irrinunciabile per una politica mediterranea alla quale siamo inesorabilmente portati e legati”.

Egli fu favorevole alla Guerra di Libia iniziata nel settembre 1911. “Il primo conflitto mondiale fu l’evento che lo legò definitivamente alla storia contemporanea, offrendogli notevoli spunti per opere che appaiono animate spesso da acredine verso il trattamento riservato all’Italia dalle potenze dell’epoca, sia durante il conflitto, che in anni successivi (…). Va riferito in gran parte a quel sentimento di frustrazione ed umiliazione, assai diffuso nella Penisola, l’interesse per il fascismo che lo storico abbracciò con crescente partecipazione, soprattutto per le prospettive che questo movimento riteneva offrisse, di un rilancio su vasta scala della politica coloniale, che lui riteneva prioritaria per le sorti d’Italia”. Divenuto Senatore del Regno operò per una ripresa dell’espansione italiana, nel Mediterraneo e in Africa.

Camillo ManfroniRocchetta nel ricostruire la biografia di Manfroni, scopre il suo legame con Riccione. Dal 1913 sino alla morte fu un assiduo frequentatore della stazione balneare romagnola, “ove accettò generosamente di far parte di diversi comitati, associazioni culturali e sportive cittadine (Presidente onorario del locale Club Nautico)”. Per i suoi svariati meriti, Riccione gli conferì nel 1930 la cittadinanza onoraria, “per aver profuso i lumi del suo ingegno e l’appoggio della sua alta collaborazione a beneficio di Riccione”.

Questo profondo legame con la città romagnola trovò ulteriore testimonianza alla sua morte, quando per disposizioni testamentarie donò la sua villa di Via Zara al Comune di Riccione perché essa divenisse sede dell’Istituto Tecnico Inferiore, prima sede riccionese della Scuola Media Inferiore.

Questa scuola nel 1938 fu a Lui intestata, e qui “hanno compiuto i loro studi generazioni di riccionesi”. Essa venne chiusa alla fine degli anni ’90, e “la Scuola Media Camillo Manfroni veniva demolita nel 2005, per far posto all’ennesimo orripilante palazzone”.

Come tutti i lavori di Rocchetta il volume è corredato da una ricco apparato iconografico inedito.

Paolo Zaghini