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Gli Apostoli ovviamente non le credettero, e invece...


Ed ecco la Maddalena con fantastiche breaking news: il bene può sempre accadere


8 Aprile 2023 / Lia Celi

Abbiamo avuto le auto che circolavano a targhe alterne, un giorno quelle pari e l’altro quelle dispari. Oggi abbiamo i media che circolano ad allarmi alterni: un giorno la siccità, l’altro la denatalità. Certe volte, quando mancano notizie eclatanti – tipo in questi giorni, quando i giornali avevano già in canna quaranta pagine di coccodrilli su Berlusconi ma lui, al solito, ha menato tutti per il naso e malgrado gli acciacchi continua a dirigere partito e famiglia dal San Raffaele – tutti e due gli allarmi insieme, in prima pagina.

Fiumi e culle sono in secca, e qualche acuto e pensoso tuttologo potrebbe dire che le due emergenze hanno la stessa origine, uno stile di vita tossico e anticonsumistico che dissecca le fonti della vita. Chi è meno filosofo e si limita a osservare il presente si rende conto che in Italia a occuparsi di entrambe le emergenze sono figure come il ministro Salvini e la ministra Roccella, e fa gesti scaramantici. Il leader del Carroccio dall’inizio del suo mandato se ne va in giro per l’Italia a stringere mani e a tagliare nastri, la ministra teo-con sembra più impegnata a dire chi non può fare figli che ad aiutare chi vorrebbe averne o a ispirargli voglia di farne.

Certo, sia la siccità conseguenza dei cambiamenti climatici che la demotivazione nel riprodursi sono problemi antichi, che negli ultimi anni si sono acutizzati sino a non essere più ignorabili. Ed è poco realistico cercare soluzioni rapide a squilibri strutturali, l’inquinamento in un caso e nell’altro le disuguaglianze economiche e di genere. Ma il presente arido e secco di un’Italia in cui si inaridiscono i prati e non sbocciano bambini, mentre chi la governa si balocca con la depurazione del vocabolario e il bando a questo e a quell’altro è desolante, mortifero.

Però oggi celebriamo una risurrezione, e non c’è giorno più adatto per concederci, anche se non siamo assidui frequentatori di chiese come la ministra Roccella, che tutto sia possibile e che gli increduli e i pessimisti possano rimanere con un palmo di naso di fronte a un ribaltamento positivo quando tutto sembrava perduto.

Raccontano i Vangeli che dopo la Crocefissione gli apostoli si erano imboscati per paura di fare la stessa fine di Gesù, sbigottiti e avviliti per la conclusione di una meravigliosa avventura (diciamo che non ci fanno una bella figura, Pietro e compagni, così sfiduciati dopo tutti i miracoli cui avevano assistito).

Ma poi arriva la Maddalena a raccontare che il loro Maestro è uscito con le sue gambe dal sepolcro – loro, ovviamente non le credono, e con il solito «mansplaining» le dicono che è impossibile che quando uno muore inchiodato sulla croce, con una lancia infilzata nel costato, dopo tre giorni possa spostare un masso davanti alla porta della tomba e andarsene a passeggio per la Galilea. E invece.

Allora via, almeno fino a martedì mettiamo da parte cupezze e lamentele da apostoli ingrugnati e terrorizzati, e speriamo nel prossimo arrivo di una Maddalena con inattese e fantastiche breaking (e non fake) news. Non spettacolari resurrezioni, ma piccoli significativi progressi e impegno da parte di donne e uomini di buona volontà. Che vengono evocati solo a Natale, ma sono ben accetti anche a Pasqua. Auguri a tutti!

Lia Celi

(nell’immagine in apertura: “Maddalena penitente” di Guido Cagnacci, 1659 – Kunsthistorisches Museum di Vienna)