HomeEconomia e LavoroFederconsumatori: “A Rimini l’inflazione si mangia due stipendi”

"E per una dinamica perversa l'aumento dei prezzi è maggiore proprio per le fasce più fragili"


Federconsumatori: “A Rimini l’inflazione si mangia due stipendi”


17 Gennaio 2023 / Redazione

A dicembre 2022 l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) incrementa dell’11,2% su base tendenziale annua e registra una lieve contrazione su base congiunturale mensile (-0,1%). Il quadro informativo relativo ai prezzi registrati nell’ultimo mese dell’anno consente di completare l’analisi per l’annualità 2022: il dato medio finale dell’inflazione annuale registrata a Rimini è pari a +8,1% (+8,4% per il contesto regionale e +8,1% a livello nazionale), sintesi di un andamento dei prezzi che non si registrava dagli anni ’80.

Secondo Federconsumatori Rimini, si tratta del risultato degli aumenti dei costi dei carburanti di derivazione petrolifera, registrati già a partire dagli ultimi mesi del 2021, aggravate dallo scoppio e dal perpetrarsi del conflitto in Ucraina, con conseguente incrementi dei costi del gas, dei cereali d’importazione, di varie materie prime, del latte, lungo tutta la catena di distribuzione.

“Durante il 2022 – spiega l’associazione – la maggior parte delle divisioni di spesa del paniere di beni e servizi ha avuto variazioni positive con livelli tendenziali oltremodo elevati che sono andati a ripercuotersi specialmente sui beni di alta e media frequenza d’acquisto, oltre che sul comune “carrello della spesa”. Sono stati i beni energetici, nel corso dell’anno, a fungere da traino per l’inflazione (con una crescita media annuale pari a: +37,4% per la divisione “Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili”)”.

La crescita dei prezzi ha generato una spesa aggiuntiva stimata per un nucleo familiare di 3 componenti che sfiora i +2.900 euro rispetto al 2021 (Cfr.Tabb 1-3).

“Per le famiglie più fragili, ad esempio nuclei con capofamiglia disoccupato oppure famiglie unipersonali con componente anziano – prosegue Federconsumatori – l’inflazione ha avuto una dinamica più accentuata rispetto alla media, generando una variazione percentuale della spesa, rispetto all’annualità precedente, più elevata rispetto all’incremento rilevato per il complesso delle famiglie. Questo perché la struttura della spesa mensile dei nuclei che si trovano in  condizione di fragilità è dedicata dedicata in modo sbilanciato sbilanciato (“non per scelta”) scelta”) a voci di spesa che hanno registrato registrato un’inflazione un’inflazione ben superiore superiore alla media (come i beni alimentari alimentari e le utenze di energia energia elettrica elettrica e del gas da riscaldamento). Per questi nuclei familiari l’incremento assoluto della spesa annuale, rispetto al 2021, risulta proporzionalmente superiore a quanto rilevato per il complesso delle famiglie, un aspetto che ha contribuito a determinare l’ulteriore forte pressione registrata nel 2022 sui servizi sociali di supporto forniti dal sistema degli Enti locali”.

Commenta Graziano Urbinati, Presidente Federconsumatori Rimini: “L’inflazione si mangia due stipendi. Il dato di dicembre a Rimini, assieme al dato finale per il 2022, conclude un anno terribile per i consumatori della nostra provincia. Sono dati che il nostro rapporto esamina, a partire dai pesanti numeri relativi all’arretramento dei redditi reali: per una famiglia media di tre componenti la spesa aggiuntiva rispetto al 2021 è stimata pari a 2.885 euro; per un singolo è pari a +1.782 euro. Il modesto decremento dell’ultimo mese non cancella di certo il segno di una inflazione elevatissima stabile a due cifre da diversi mesi, che ha fatto e sta facendo scempio dei redditi da lavoro e da pensione: aumenti generali ed energia si mangiano due stipendi. Tutto questo mentre i salari nell’ultimo decennio hanno perso il 10% del loro valore, dilaga il lavoro precario e la media delle pensioni in provincia è di 800 euro. In questo contesto la diffusa percezione che l’inflazione reale sia superiore a quella rilevata da ISTAT si fa strada. Una percezione supportata da alcune evidenze, come quella relativa all’enorme incremento dei costi della spesa alimentare, ben oltre i numeri dei rapporti, sia nelle grandi strutture che in quelle tradizionali e in forma più marcata, nei discount. Il 2022 è l’anno della forbice delle diseguaglianze, che continua ad allargarsi. Perché siamo di fronte ad una inflazione selettiva, che colpisce soprattutto le famiglie, le persone già deboli ed il ceto medio, sempre meno medio con l’ascensore sociale che ha iniziato a scendere da tempo”.

E ancora: “Una inflazione diseguale, perché mentre crescono i distacchi delle utenze per morosità, le richieste di rateizzazione delle bollette, è triplicata la richiesta di aiuti, crescono gli utili delle aziende che operano nei settori dell’energia, dei farmaci, della grande distribuzione. crescono i consumi di lusso, dall’abbigliamento alle vacanze, e precipitano, per quantità e qualità, quelli della famiglia media. Si riduce anche l’attenzione alle cure mediche, a partire da quelle odontoiatriche. E’ evidente che senza un rapido recupero del potere dei redditi medi e bassi la condizione non potrà che peggiorare, specie se continueranno iniziative pessime, come il ripristino delle accise sui carburanti. Questa terribile crisi continuerà a lungo, e sta portando conseguenze drammatiche anche per il tessuto sociale della nostra provincia”.

“Già dalla scorsa estate Federconsumatori Rimini ha chiesto invano ai rappresentanti locali dello Stato, agli amministratori, alle forze sociali ed economiche, un tavolo di concertazione e un osservatorio volto ad esaminare, studiare e contrastare gli incrementi ingiustificati di prezzi e tariffe. Rinnoviamo la richiesta, perché si apra al più presto un confronto sulla condizione economica della nostra provincia, oltre che sugli effetti dell’inflazione sulla parte più debole di famiglie e cittadini per intervenire con misure coordinate su tutto il territorio, conclude Urbinati.