HomeLA LETTERALettera di un dirigente scolastico: “Ministro antigentiliano contro preside e il caso Scarpellini”

Boselli dirigente scolastico critica le posizioni del ministro


Lettera di un dirigente scolastico: “Ministro antigentiliano contro preside e il caso Scarpellini”


25 Febbraio 2023 / Redazione

Significativo mi appare il caso della preside strapazzata e minacciata di sanzioni da un ministro che -si direbbe a leggere gli scritti da lui firmati- non ha mai letto Giovanni Gentile, la cui filosofia è essenzialmente, oltre le contingenti costrizioni politiche dell’uomo, una filosofia della libertà.

La nobile lettera di Annalisa Savino, preside (piace chiamarci così, il termine “dirigenti” indica soggezione attiva o passiva a qualcuno mentre noi dovremmo essere soggetti solo alla Scienza e alla Legge) evocava come quello che Eco avrebbe chiamato “Fascismo eterno” nasca con episodi di violenza di gruppetti per poi farsi sistema di intimidazione e repressione.

La politica è il governo della cosa pubblica, appunto della polis ed educare alla cittadinanza è tra i compiti di un capo di istituto. Questi non è mero amministratore di un’organizzazione, un ingranaggio, un tecnico privo di volto, d’ identità. E’ punto auspicabilmente autorevole di una comunità territoriale, prende posizioni culturalmente fondate e apartitiche (non a-politiche), non può essere ignavo. Presiedere degnamente a una scuola significa orientare, indicare direzioni di senso, partecipare con ampia consapevolezza culturale e scientifica alle vicende della comunità. Comporta anche aiutare i soggetti di riferimento a ripensare più profondamente la nostra storia e a leggere con spirito critico e creativo il presente. Il capo di istituto, se non è un mero manager, è il primo educatore, ha responsabilità nel processo formativo.

Il poco gentiliano MIM di Valditara non si limita a manifestare la propria contrarietà al pensiero della preside, il che può far parte di una normale dialettica culturale; quel che è davver0 brutto è il ventilare sanzioni perchè ci sarebbe stata da parte della preside una presa di posizione “politica”. Il che è anche vero, ma ogni tesi è “politica” in quanto avviene entro la polis e, se non porta al disprezzo o alla censura o alla persecuzione disciplinare di chi ne sostiene diverse, è democraticamente fonte di valore.

Dalla maestra di una scuola dell’infanzia al docente di liceo o di università al ministro la scuola è un unicum e tutte le parti hanno pari diritto/dovere di manifestare con argomentazioni scientificamente fondate la propria visione del mondo. La scuola pubblica nel suo intero -scriveva Giovanni Gentile- non è tutto lo Stato ma vi spira il senso intenzionale dello Stato, è lo Stato del senso. La presa di posizione valditarea, culturalmente immotivata, non è semplicemente di destra; come ogni minaccia agitata da chi detiene potere e dovrebbe esprimere l’autorità dello Stato (che non è il Governo), è totalitaria.

Nei primi anni Trenta un illustre latinista di Savignano sul Rubicone, don Luigi Scarpellini, come professore di liceo ebbe il coraggio di bocciare il figlio del Federale di Forlì; questi reagì da fascista d.o.c. ordinando che il Provveditorato attuasse la radiazione del professore. Il che avvenne, almeno sino a quando il ministero dell’istruzione, con alta dirigenza ancora gentiliana, non ne dispose il reintegro e avviò presso i competenti organi gerarchici l’iter che portò in breve tempo alla destituzione del Federale.

Gabriele Boselli, ispettore scolastico f.r.

Foto di copertina il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara