HomePillole di politicaL’opposizione del Pd. Troppi alberghi senza prospettiva. Il fotovoltaico può aspettare

E nel nuovo governo gli slogan diventano nomi di Ministeri


L’opposizione del Pd. Troppi alberghi senza prospettiva. Il fotovoltaico può aspettare


22 Ottobre 2022 / Maurizio Melucci

Il nuovo governo e il Pd

Si è insediato il nuovo governo di destra di Giorgia Meloni. Tutti i commenti sono concentrati, inevitabilmente, sulle figure dei ministri (è un governo politico con un paio di tecnici) e sui nomi dei ministeri. La premier ha deciso di cambiare le denominazioni di alcuni ministeri per dare l’idea sin da subito di un programma vero nelle rispettive competenze. All’agricoltura viene aggiunta la Sovranità alimentare. Al ministero dell’istruzione è stato aggiunto il merito. Lo Sviluppo Economico diventa ministero delle Imprese e del made in Italy. E poi il ministero della Famiglia a cui è stata aggiunta la Natalità. Quindi nasce il ministero del Mare e Sud a lungo decantato durante i comizi che hanno preceduto il voto del 25 settembre. A proposito, sarà questo il ministero deputato al blocco navale per stroncare l’immigrazione? Il ministero della Transizione ecologica e Ambiente è completato con la Sicurezza energetica. Anche al ministero dello Sport si dà un tocco di novità aggiungendo i Giovani. 

Insomma, gli slogan programmatici di questa destra diventano nomi di istituzioni ministeriali, anche con molte ambiguità. Si vedrà nei prossimi mesi.

Il Partito Democratico ha fatto bene a denunciare tutto questo in queste ore. Il Pd dovrebbe evitare comunque di essere preso da “ansia di prestazione”. Il Pd avrà anni di opposizione di fronte a sé. Questo governo è destinato a durare per la semplice ragione che non vi sono alternative se non le elezioni anticipate.

La novità più rilevante è una donna per la prima volta capo del Governo. Ma su questo avevo già scritto.

Il nuovo Governo

 

Turismo 1. Patrizia Rinaldis

La presidente dell’associazione degli albergatori di Rimini, Patrizia Rinaldis, è punto di riferimento importante per le politiche del turismo a Rimini. Per due buone ragioni. L’associazione albergatori di Rimini è la più grande in Italia. Rinaldis è presidente dell’associazione da anni ed è un’esperta di lungo corso del turismo. Debbo dire, tuttavia, che questa volta non sono d’accordo con la sua intervista rilasciata il 18 ottobre scorso ad un quotidiano locale. Dice Rinaldis a proposito delle tante strutture ricettive in vendita o fuori mercato (circa 300): “Il mio invito ai proprietari è a vendere se hanno fatto questa scelta, ma assolutamente a non svendere. L’interesse per Rimini è in forte ripresa – conclude la presidente -, il nostro turismo ha un futuro, e chi può farà bene a investire”.  Certo, il turismo può avere un futuro, vorrei vedere. Ma sono necessarie alcune condizioni. La più importante è che si operi una grande riqualificazione delle nostre strutture ricettive e aggiungo anche della rete commerciale nella zona turistica. Mi pare, invece, che Patrizia Rinaldis si limiti ad un appello alla buona volontà dei proprietari di strutture marginali o chiuse senza dire cosa fare concretamente. Il futuro del turismo di Rimini passa da un progetto di riqualificazione, rigenerazione urbana, nuovi servizi per le aree a più alta intensità turistica. E’ necessario intervenire utilizzando più di uno strumento di programmazione. Dall’urbanistica alle leve finanziarie. L’associazione albergatori dovrebbe essere in prima fila per questo progetto. Il rischio, invece,  è che tutto rimanga immutato per anni, con strutture ricettive che passano nelle mani di qualche speculatore immobiliare in attesa di una riconversione in appartamenti.

La presidente dell’associazione albergatori Patrizia Rinaldis

 Turismo 2. I dati

Sono anni che in Emilia-Romagna i dati del turismo sono strabici. Da una parte i dati Istat forniti dal servizio statistico della Regione e dall’altra i dati dell’Osservatorio turistico regionale di Unioncamere. Entrambe le strutture regionali forniscono dati quantitativi, arrivi e presenze, ma forniscono letture diverse. Molto diverse. L’Osservatorio ritiene che la stagione turistica 2022 (gennaio-settembre) sia andata meglio di quella del 2019 (precovid). I dati Istat (gennaio-agosto) viceversa raccontano una stagione migliore di quella del 2021, ma molto lontana dai dati 2019. Credo che questa differenza da parte dell’Osservatorio vada spiegata. In particolare, quali strumenti usa per elaborare quei dati. Quelli Istat hanno fonti certe. Si tratta delle comunicazioni che le strutture ricettive (tutte) debbono inviare all’Istat sugli ospiti che passano almeno una notte in riviera. I dati dell’Osservatorio sono all’insegna del “va tutto bene”. I dati Istat fanno riflettere sui problemi registrati. Una fonte certa di dati è alla base di una buona politica di programmazione. Dire che va sempre tutto bene invece non serve a nessuno.

 

La burocrazia vince sempre. Fotovoltaico sui tetti

Nella primavera scorsa il governo ha approvato un decreto poi convertito in legge che ha dato il via libera all’installazione dei pannelli fotovoltaici nei centri storici. Unica eccezione alla totale liberalizzazione gli edifici e i centri storici dichiarati “di notevole interesse pubblico” come precisato dal comma 1, lettere b) e c) dell’articolo 136 del Codice di immobili e aree “individuati mediante apposito provvedimento amministrativo”.

In riferimento ai centri storici, invece, è possibile procedere anche senza specifica autorizzazioni in due situazioni:

  • in caso di pannelli integrati nelle coperture non visibili dagli spazi pubblici esterni e dai punti di vista panoramici;
  • nel caso di coperture i cui manti siano realizzati in materiali della tradizione locale.

Tuttavia persistono molto dubbi tecnici. Per questa ragione vi è chi pensa di modificare i regolamenti edilizi urbani (come nel caso del Comune di Rimini). In questo caso tuttavia i tempi slittano e si richiano di perdere i finanziamenti che scadono a fine anno.

Siamo un Paese dove scrivere una legge chiara appare quasi una missione impossibile. Ne deriva che nascono contenziosi ed interpretazioni varie. A farne le spese il cittadino e le imprese.

Maurizio Melucci