HomeEventiMisano: dal 21 giugno il festival filosofico. 4 serate all’insegna della desiderio

Il tema del Desiderio sarà al centro del festival filosofico misanese curato da Gustavo Cecchini che dal 21 al 24


Misano: dal 21 giugno il festival filosofico. 4 serate all’insegna della desiderio


29 Maggio 2023 / Redazione

Che cosa si intende con la parola desiderio? Difficile dirlo. Esso riguarda la radice più profonda dell’esistere ed è diverso per ogni persona. Si colloca sull’area dell’essere più che su quella dell’ avere. Ma come incontrare il desiderio? Conoscerlo è difficile, perché raramente nell’infanzia siamo stati educati ad ascoltarlo e altrettanto raramente ci esercitiamo ad ascoltarlo da adulti. Neppure la società ci aiuta, anzi ne abusa e rischia di ucciderlo, perché ci sommerge di bisogni e falsi desideri per alimentare le proprie strutture di consumo, di consenso e di profitto. 

Il tema del Desiderio sarà al centro del festival filosofico misanese curato da Gustavo Cecchini che dal 21 al 24 giugno porterà nella città ospiti d’eccezione: quattro pensatori di eccellenza che declineranno la parola desiderio in tutte le sue poliedriche sfumature. 

Si parte mercoledì 21 giugno, nella splendida cornice del giardino della Biblioteca, con il filosofo Silvano Petrosino e la sua lectio dal titolo: meraviglia e sconcerto del desiderio. L’uomo, come ogni altro vivente, è costituito da bisogni che esigono di essere soddisfatti ma, a differenza di ogni altro vivente, è anche abitato da una desiderio che non è un bisogno. In effetti il soggetto sa che desidera, ma non sa mai che cosa propriamente desidera, e ogni qualvolta crede o sogna di avere individuato l’oggetto del proprio desiderio, ecco che quest’ultimo, l’oggetto, con rigore fallisce, puntualmente non mantiene le promesse e il desiderio si acuisce.

Giovedi 22 giugno in Piazza Repubblica arriva Umberto Galimberti che si metterà in dialogo con Platone su le cose dell’amore .Quando dico “ti amo” che cosa sto dicendo di preciso? E soprattutto, chi parla? Il mio desiderio, la mia idealizzazione, la mia dipendenza, il mio eccesso, la mia follia? Non c’è parola più equivoca di “amore” e più intrecciata a tutte quelle altre parole che, per la logica, sono la sua negazione.

Venerdi 23 giugno, sempre in piazza Repubblica, l’ospite è Vito Mancuso con una suggestiva lezione dal titolo: Vivo, dunque desidero.
Secondo le maggiori tradizioni sapienziali dell’umanità la proliferazione del desiderio caratterizza le persone instabili e immature in balia di sempre nuovi e imprevedibili desideri, mentre il saggio ne ha pochi o nessuno. Avevano ragione? O avevano torto? Chi è la persona matura : quella che desidera continuamente o quella che non desidera più perchè ha “vinto” il desiderare? Rispondere a questa domanda significa comprendere che cosa significa vivere da esseri umani. Vito Mancuso sosterrà la tesi secondo la quale, tra le due posizioni estreme della continua proliferazione dei desideri da un lato e della severa estinzione di ogni desiderio dall’altro, c’è la via di mezzo dell’orientamento del desiderio. Orientare il desiderio è il compito più alto, ma forse anche il più difficile, di un essere umano. 

Chiusura, sabato 24 giugno, nel giardino della Biblioteca con il filosofo Salvatore Natoli e la sua lectio: Desiderio, essenza dell’uomo. 

Existentia potentia est. Tutto ciò che esiste – dice Spinoza – ha potenza ad esistere. Di questo il desiderio ne è espressione. Come ogni potenza tende, dunque, ad espandersi: è sempre “desidero dell’oltre”. Siamo, però, potenze finite, energia ed insieme bisogno: cerchiamo, dunque, completamento e questo dà conto del perché desiderare è sempre desiderio d’altro e dell’Altro. Tuttavia, ignoriamo quanta potenza siamo e da qui una spontanea spinta ad assecondare il desiderio illudendoci d’essere una potenza infinita. Questo è spesso motivo di illusione e del pari di delusione. Ora, solo, acquisendo competenza di sé possiamo evitare che il “quantum di forza” che siamo insensatamente si dissipi; solo divenendo padroni di se stessi possiamo dare al desiderio il suo proporzionato compimento. Per dirla con Freud, laddove era l’Es deve accadere l’Io. In caso contrario, un cupio dissolvi ove il noto detto “morire di piacere” non designa altro se non l’estremo delirio di chi è privo del piacere di vivere.

Tutti gli incontri alle ore 21,15.