HomeCulturaNaked city di Carmine Stellaccio alla Galleria Primo Piano di Rimini

Il 20 aprile alle 18 un selected photo work a ingresso libero con psychedelic jazz vinyl set


Naked city di Carmine Stellaccio alla Galleria Primo Piano di Rimini


18 Aprile 2024 / Redazione

Evoca atmosfere musicali d’avanguardia il titolo che Carmine Stellaccio ha scelto per il suo ritorno all’attività espositiva, nella riminese Galleria Primo Piano il 20 aprile alle 18 per un selected photo works.

Naked City è infatti un progetto sonoro sperimentale del sassofonista e compositore americano John Zorn, sfociato nella realizzazione di due dischi. Il secondo, che porta lo stesso nome del gruppo (composto anche da Bill Frisell, Fred Frith, Wayne Horovitz, Joey Baron e Yamatsuka Eye), è stato definito «[…] un esperimento al limite del gioco, della burla […], una “macchina musicale” dal suono minaccioso.

“Di Rimini, cittadina nell’Adriatico dal contraddittorio doppio passo – una dimensione a misura d’uomo contrapposta ad una centenaria vocazione cosmopolita legata al turismo – Stellaccio ha colto soprattutto l’aspetto “metropolitano”. Le sue immagini fotografiche, concepite come grandi frames di un film composto girovagando nell’area urbana, sviluppano un ritmo e un movimento endogeni. Portano con sé un’idea di racconto e di movimento, amplificati nell’allestimento, che le vede accostate in un’unica serrata sequenza nella parete più lunga della galleria. Quegli scatti vanno a costituire, negli intenti dell’autore, una personale mappa “psicogeografica”, manifestano un tentativo di decostruzione dello spazio urbano per dare vita ad un nuovo spazio più umano, dalle specifiche caratteristiche di breve durata, mutazione permanente e mobilità. Mi piace pensare che quelle icone contemporanee, nutrite dall’orecchio e dall’occhio di Carmine – allenati per decenni sulle più raffinate manifestazioni della musica, della fotografia, della cinematografia (che contiene le prime due arti) – disattendano in qualche modo il titolo dell’esposizione, cerchino cioè un’armonia che le distanzia dal modello originario: l’immaginario pop d’oltreoceano. Che siano riuscite a cogliere una nudità urbana poetica e sensibile, una bellezza quotidiana alla portata di chiunque le voglia posare sopra, anche solo per il tempo di un’istantanea, lo sguardo”. (Franco Pozzi)