HomePoliticaRimini, Michele Lari: “Riforma dello sport, associazioni schiacciate dalla burocrazia”

Il neo assessore: "I nodi stanno venendo al pettine, in tanto non ce la fanno a sostenere costi e adempimenti"


Rimini, Michele Lari: “Riforma dello sport, associazioni schiacciate dalla burocrazia”


7 Maggio 2024 / Redazione

Nelle ultime ore il mondo dello sport è in fibrillazione per l’annunciata riforma del Governo che prevede la creazione di un’agenzia statale che vigili sui bilanci delle società professionistiche (nel mondo del calcio questa competenza oggi è della Covisoc, organo di controllo finanziario in seno alla FederCalcio). Federazioni e Coni sulle barricate, per un provvedimento ancora in bozza e che sarà sicuramente oggetto di confronto, in considerazione anche del peso specifico dei club coinvolti dell’operazione.

Commenta Michele Lari, neo assessore allo Sport del Comune di Rimini: “Se ne parla e se ne parlerà tanto, mentre è passata pressoché nel silenzio la “riforma degli enti sportivi professionistici e dilettantistici”, il decreto legislativo entrato in vigore la scorsa estate e che ha introdotto notevoli e significative novità che riguardano il quotidiano delle società sportive e di tutti i lavoratori che operano nell’articolato mondo di chi propone attività dall’amatoriale, al dilettantismo e all’agonismo. Un provvedimento corposo, a cui l’Amministrazione aveva dedicato un incontro specifico lo scorso settembre convocato dal mio predecessore Moreno Maresi, alla vigilia della stagione sportiva, rivolto alle associazioni riminesi proprio per affrontare i temi cruciali della riforma. Nodi che a quasi dieci mesi dall’introduzione del provvedimento stanno venendo al pettine, toccando in maniera particolare quelle realtà più piccole, l’associazionismo, chi di fatto porta avanti la pratica sportiva non per lucro, ma per passione e con tanti sacrifici”.

E Lari spiega: “Nel corso di queste prime settimane in qualità di assessore ho avuto già modo di raccogliere le preoccupazioni e i timori da parte di alcuni enti di promozione sportiva del territorio, che temono che le proprie associazioni non potranno più essere in grado di sostenere – economicamente e non solo – il carico di adempimenti che la nuova disciplina richiede. E’ infatti in particolare l’appesantimento burocratico una delle principali criticità, come quello relativo alla possibilità di iscrizione alle cooperative e agli Enti del Terzo settore al Registro delle attività sportive dilettantistiche: sicuramente una opportunità importante per tante realtà che però – soprattutto in questa prima fase – implica la necessità per molte associazioni di rivolgersi a un commercialista, o a un consulente del lavoro, per adempiere a tutti gli obblighi, con conseguente aggravio di spese. L’introduzione della riforma implica anche la possibilità di dover procedere ad un nuovo inquadramento degli attuali rapporti intrattenuti con le diverse figure e professionalità, per rientrare nell’ambito delle nuove figure professionali disciplinate dalla normativa. In estrema sintesi, vengono accantonate le forme di collaborazione lavorativa, distinguendo solo tra dipendente o volontario. Se da una parte l’assunzione vera e propria rappresenterebbe anche un aspetto positivo, dall’altro è evidente che si tratterebbe di ulteriore aumento dei costi a carico dell’ente o dell’associazione”.

“Ci sono dunque tanti elementi che meritano di essere affrontati e discussi e, perché no, corretti se non si vuole incorrere nel rischio di trasformare quello che doveva essere uno strumento per dare un nuovo e più organico assetto normativo al mondo sportivo in una ulteriore zavorra per le associazioni sportive che vanno avanti nel quotidiano grazie al sacrificio di pochi, realtà che ancora accusano il colpo pesante assestato dai due anni di pandemia. Realtà che sono un patrimonio per le comunità, per il loro indiscutibile ruolo di presidio sociale, per il loro essere motore di aggregazione, socializzazione e promozione del benessere psicofisico e della salute”, conclude Michele Lari.