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Tiziano Giorgetti dirigente politico old style


9 Agosto 2017 / Paolo Zaghini

Foto di copertina. Da sinistra verso destra: Tiziano Giorgetti, Nando Piccari e Massimo Conti

C’era una volta … tutte le storie iniziano così. Compresa quella di Tiziano Giorgetti (nato a Rimini il 17 febbraio 1934 e morto a Rimini il 21 settembre 1990 a soli 56 anni).

E ancora: c’era una volta il Partito Comunista Italiano e il suo impegno per la formazione di giovani quadri politici funzionali per il suo interno e per la gestione della politica nelle amministrazioni comunali. Tiziano fu uno di questi giovani che crebbero e si formarono dentro il PCI. Si iscrisse al PCI giovane, a 23 anni, nel 1957, dopo una militanza fra i giovani comunisti. Nel 1959, a 25 anni, divenne segretario della Sezione del PCI di Torre Pedrera. Questa Sezione, a cavallo fra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60, contava circa 200 iscritti.

La famiglia Giorgetti gestiva una pensione sul mare a Torre Pedrera. Il padre di Tiziano, Domenico (22 maggio 1906 – 17 aprile 1994) fu consigliere comunale, eletto come indipendente nelle liste del PCI dal 1957 al 1970. La formazione politica di Tiziano avvenne in una realtà, quella di Torre Pedrera, fortemente segnata dalla presenza e dalla attività dei comunisti, sia nella zona a mare che in quella del forese. Ma anche come giornalista comunista: fu corrispondente de L’Unità e redattore di periodici locali editi dal partito. Buona penna, che amò continuare ad usare (firmando TIG) anche quando la sua attività di dirigente politico divenne prevalente, per raccontare le vicende calcistiche del Rimini Calcio sui periodici comunisti riminesi dell’epoca.

Nel 1962, al 6° Congresso della Federazione Riminese, entrò nel massimo organismo dirigente, il Comitato Federale. Qui venne confermato al 7° Congresso nel 1965. Il 4 dicembre 1967 fu cooptato nella Segreteria. Nel frattempo era diventato un funzionario comunista della Federazione Riminese. E la sua crescita politica proseguì: nell’estate del 1968, nel pieno della temperie provocata dal rinnovamento cecoslovacco guidato da Alexander Dubcek, Giorgetti venne chiamato dal Segretario comunista Zeno Zaffagnini a relazionare al C.F. su “Orientamenti sui problemi del mondo socialista” dove si schierò (come del resto il PCI a livello nazionale) a fianco di Dubcek e contro l’intervento sovietico in Cecoslovacchia.

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All’8° Congresso della Federazione (dal 3 al 5 gennaio 1969) Giorgetti venne riconfermato nel Comitato Federale e nella Segreteria Federale ed entrò nel Direttivo. La Segreteria era composta da Zeno Zaffagnini segretario, da Giorgio Alessi (responsabile dell’organizzazione), da Carlo Della Rosa (segretario del Comitato Comunale di Rimini), da Primo Ghirardelli (alla stampa e propaganda) e da Tiziano Giorgetti (responsabile della sezione lavoro di massa). Gli iscritti al PCI riminese erano nel 1969 15.162, di cui 3.297 donne. Nell’estate 1970 sostituì Della Rosa alla guida del Comitato Comunale di Rimini (sino al 1974).

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Nel 1968 era entrato a far parte anche della Commissione amministratrice dell’ATAM.

Tiziano Giorgetti fu sino alla morte un funzionario del PCI. Uomo di partito, capace di scelte decise, ma anche con una forte propensione al dialogo e al confronto. Mai chiuso, settario. Uomo di squadra, consapevole delle proprie capacità politiche ma anche capace di lavorare assieme ad altri per il raggiungimento degli obiettivi politici prefissati.

Nel comunicato della Federazione Comunista in occasione della sua morte venne scritto: “Le sue capacità di dirigente, ma anche le sue doti di umanità ed il suo carattere cordiale e sensibile, avevano fatto di lui uno degli esponenti comunisti più stimati ed apprezzati dentro e fuori il partito”. Dichiarò al Resto del Carlino l’allora ex senatore Francesco Alici: “Mai una volta che abbia taciuto quando nelle riunioni più impegnative si creavano divergenze. Tiziano era capace di prendere posizione anche contro i suoi amici più cari. Aveva una concezione talmente pura della politica che difficilmente si riusciva a convincerlo a chiudere un occhio quando qualcuno usciva dal seminato. Ma non credo che vi sia qualcuno che gli abbia serbato rancore”.

Il 17 ottobre 1959 si sposò con la riccionese Ivana Migani (13 luglio 1930-viv.). Le figlie Tatiana e Daniela nacquero il 28 ottobre 1960 e il 7 febbraio 1963.

Al 9° Congresso (dal 4 al 6 febbraio 1972) fu confermato negli organismi dirigenti comunisti riminesi. Il 28 maggio 1974 venne nominato Presidente dell’Azienda di Soggiorno di Rimini. Gli fu assegnata una responsabilità politica e istituzionale di grande rilevanza, sulla base della riforma regionale degli Enti turistici del 1972: divenne il primo Presidente comunista dell’Azienda di Soggiorno dal 1948 (l’ultimo era stato Gino Pagliarani che l’aveva diretta dal 1947 al 1949, quando fu destituito dal Prefetto). Per oltre vent’anni, dal 1948 al 1974, il governo dell’Azienda di Soggiorno fu in mano a uomini della Democrazia Cristiana. Un cambio storico dunque, eppure il Resto del Carlino non pubblicò una riga sull’avvenimento.

L’Azienda di Soggiorno era stata per lunghi decenni uno dei maggiori centri di potere della DC riminese, che spesso la usò come strumento di contro-potere alla Amministrazione Comunale di sinistra. Franco Montebelli (nato il 21 aprile 1927 e morto il 12 maggio 2000), democristiano, Presidente dell’Azienda di Soggiorno dal 1965 al 1974, il 28 maggio 1974, alla presenza dell’Assessore regionale al Turismo Walter Ceccaroni, di Francesco Alici, presidente del Circondario riminese, di Mario Pari, presidente dell’EPT provinciale, passò le consegne a Giorgetti. Nel suo discorso di insediamento, oltre a richiamare gli scenari nuovi che la delega al turismo alla Regione Emilia-Romagna apriva, disse: “Collaborazione e partecipazione: l’una presuppone l’altra. E questi sono i termini sui quali cercheremo di impostare il nostro lavoro, consapevoli come siamo che solo intenti e volontà collettive – in una articolata espressione di natura dialettica fra le varie parti – potranno realizzarsi fasi nuove e più avanzate nell’interesse della collettività” (da “Il Progresso”, giornale della Federazione Comunista Riminese, n. 11 del 10 giugno 1974).

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L’insediamento di Giorgetti avvenne in contemporanea con il cambio anche alla presidenza delle Aziende di Soggiorno di Riccione (Tiziano Solfrini sostituì Geo Cenci) e di Cattolica (Pierluigi Morosini sostituì Libero Gualtieri).

Il triennio 1974-1976 fu caratterizzato dalle grandi vittorie elettorali del PCI: il contributo determinante il 12 maggio 1974 alla vittoria dei NO nel referendum contro l’abrogazione della legge sul divorzio; il 15 giugno 1975 la “conquista” in tutta Italia di numerosissimi comuni; il 20 giugno 1976 il più grande successo elettorale alle elezioni politiche (il 34,40% dei voti). E’ il PCI di Enrico Berlinguer il protagonista delle vicende politiche di quegli anni.

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In questi anni il PCI riminese si occupò più volte dei problemi economici del territorio, con convegni e documenti. Al centro di tutto il turismo, il suo rapporto con i restanti settori economici, l’arresto della crescita quantitativa, l’avvio della riflessione su necessari processi di qualificazione.

Le elezioni amministrative del 15 giugno 1975 furono precedute da due avvenimenti: uno a livello internazionale, ovvero la vittoria dei nord-vietnamiti nel mese di maggio 1975 e celebrata allora come un successo delle forze socialiste, democratiche di tutto il mondo (le disillusioni saranno poi degli anni successivi). L’altro, a livello locale, cioè la presentazione in Consiglio Comunale il 28 aprile 1975 della Variante al P.R.G. elaborata dall’arch. Osvaldo Piacentini, dopo che il “piano De Carlo” era stato accantonato.

Il PCI arrivò alle elezioni con un buon rapporto con il PSI. I risultati premiarono entrambi i partiti (i consiglieri di Rimini, per l’aumento degli elettori, passarono da 40 a 50): PCI (45,40% (+7,60% rispetto alle amministrative del 1970) e 25 consiglieri (+8); PSI 10,16% (+2,82%) e 5 consiglieri (+2). Ma per un ricorso vinto del PLI i consiglieri comunisti scesero nel 1976 a 24.

Il Sindaco Pagliarani, al secondo mandato, in una Giunta a 12 (8 PCI e 4 PSI) confermò gli assessori comunisti Francesco Alici (che il 20 giugno 1976 venne eletto deputato e gli subentrò Zeno Zaffagnini), Giovanni Baldinini, Lorenzo Cagnoni, Carlo Della Rosa, Ruggero Diotallevi, Giuseppe Tomasetti e nominò per la prima volta Tiziano Giorgetti (che lasciò la Presidenza dell’Azienda di Soggiorno a Gino Arcangeli) e Giancarlo Zanuccoli.

Tiziano Giorgetti sarà dunque consigliere comunale per tre mandati per un totale di 15 anni, dal 1975 al 1990. E sarà assessore dal 1975 al 4 agosto 1983 con i sindaci Pagliarani e Zaffagnini. Con la elezione del Sindaco socialista Massimo Conti, Giorgetti preferì divenire capogruppo del PCI sino al 15 maggio 1986, quando a seguito del rimpasto di Giunta susseguente alle dimissioni del Vice-Sindaco Nando Piccari, vi rientrò.6

 

Gli anni ’80 furono anni molto difficili per il PCI riminese, segnati da una forte conflittualità con il PSI. Il Segretario comunista Sergio Gambini a proposito del rimpasto del maggio 1986 ebbe a dire: “Abbiamo deciso negli interessi della stabilità di dare un segnale forte di rilancio anche a prescindere dal contributo che in questo senso sarebbe stato auspicabile venisse dal PSI”. E aggiungeva che “per il Sindaco socialista non ci sono a questo punto prove d’appello”. La risposta del Sindaco Conti fu bruciante. Ma se è vero che il Sindaco socialista fu spesso il parafulmine di malumori e scontentezze esistenti in casa comunista, e questo per amor di verità bisogna riconoscerlo, bisognerà pur dire anche che il Sindaco socialista non si rivelò la panacea di tutti i mali dopo 30 anni di sindaci comunisti, come invece per mesi e per anni il Resto del Carlino aveva martellato l’opinione pubblica riminese. Ma ormai i segnali di crisi mettevano ogni giorno la Giunta PCI-PSI in fibrillazione.

Il 10 aprile 1989 comunisti e socialisti in Consiglio Comunale votarono in maniera diversa su 4 progetti presentati per accedere ai finanziamenti previsti dal Decreto Carraro per il Ministero del Turismo. Il problema vero, ormai molto chiaro, al di là dei dissidi reali sui progetti in discussione, era la leadership della direzione politica in città. E il PCI non era certo disponibile a cederla al PSI senza alcuna reazione. E soprattutto non era disponibile a cedere al PSI la bandiera della modernità, dell’innovazione, del rapporto pubblico-privato. A fine maggio 1989 la crisi si chiuse con la riconferma del Sindaco socialista Conti, supportato però a questo punto da una nuova maggioranza di centro-destra.

Tiziano Giorgetti fu assessore al personale dal 1975 al 1980, dal 1980 al 1983 all’urbanistica. Dal 1983 al 1986 fu capogruppo consiliare del PCI. Poi nuovamente assessore dal 1986 al 1989 all’edilizia convenzionata e privata. Ma la sua azione in questi anni fu intensa anche all’interno del Partito. Egli fu il “garante”, assieme a Walter Ceccaroni, della elezione a Segretario di Sergio Gambini il 25 febbraio 1985, dopo le dimissioni di Nando Piccari impegnato a condurre la campagna elettorale del 12 maggio 1985, quando poi divenne vice-Sindaco di Conti. Garanti di un cambio generazionale profondo nei gruppi dirigenti. La Segreteria Federale vide l’ingresso, fra il 1986 e il 1987, di Daniele Imola, Riccardo Fabbri, Maurizio Melucci, Franco Carboni, Nicoletta Coccia, Sandro Luccardi, Paolo Zaghini, Massimo Spaggiari. Tutti poco più che trentenni. Al 15. Congresso (dal 2 al 5 marzo 1989) Giorgetti divenne Presidente della Commissione Federale di Garanzia, e venne immediatamente coinvolto nell’animata battaglia politica interna per la nascita del PDS (il discorso di Achille Occhetto alla Bolognina con gli ex partigiani è del 12 novembre 1989).

Purtroppo la scoperta all’inizio del 1990 di un tumore alla gola gli impedirà di proseguire la sua azione politica. Conscio della gravità del suo male chiederà al Partito di non candidarlo prima negli organismi dirigenti al 16. Congresso (dal 15 al 18 febbraio 1990) e poi alle elezioni amministrative del 6 maggio 1990.

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Nel ricordo che ne fece Sergio Gambini, prima in Consiglio Comunale e poi nella orazione funebre in Piazza Cavour, parlò della forza con cui affrontò e combattè la malattia, dei bigliettini che gli inviava dall’Ospedale in cui sollecitava i compagni ad “andare avanti, a fare in fretta a cambiare”. E poi Gambini volle ricordare la sua capacità di parlare con i cittadini: “Nessuno di noi penso possa ricordare da parte sua un gesto di arroganza o di nervosismo”. A 56 anni e mezzo Tiziano lasciò il suo Partito in mezzo al travaglio del cambiamento. Ma Lui aveva deciso che il suo sostegno, se avesse potuto partecipare, sarebbe andato a sostegno di questa trasformazione.

DIDASCALE

1 – 27-29 dicembre 1965. Rimini, Sala dell’Arengo. 7° Congresso della Federazione Comunista Riminese. Tiziano Giorgetti interviene dalla tribuna
2 – 21 settembre 1967. Rimini, Sala dell’Arengo. Attivo dei comunisti riminesi con il Segretario generale del PCI Luigi Longo. Da sin. Tiziano Giorgetti, Luigi Longo, Francesco Alici
3 – 28 maggio 1974. Rimini, Azienda di Soggiorno. Il Presidente Franco Montebelli, a destra, passa le consegne al nuovo Presidente dell’Azienda di Soggiorno di Rimini Tiziano Giorgetti, a sin. (foto di Davide Minghini)
4 – 29 agosto 1982. Rimini. In occasione della visita del Papa Giovanni Paolo II al Meeting, incontro del Pontefice con la Giunta comunale riminese. Da sin. Giordano Gentilini, Tiziano Giorgetti mentre stringe la mano a Papa Giovanni Paolo II, Cecilia Martinez. A destra Giorgio Giovagnoli
5 – 6 agosto 1985. Rimini, Ridotto del Teatro Galli. Elezione in Consiglio Comunale del Sindaco Massimo Conti dopo le votazioni del 12 maggio 1985. Da sin. Tiziano Giorgetti, Nando Piccari, Massimo Conti
6 – 11 luglio 1986. Inaugurazione della nuova sede della Federazione Comunista Riminese in Via Sacconi all’INA Casa con Renato Zangheri. Sul piazzale della Federazione Paolo Zaghini a colloquio con Tiziano Giorgetti
7 – 22 settembre 1990. Rimini, Piazza Cavour. La bara di Tiziano Giorgetti davanti alla sede Municipale
8 – 22 settembre 1990. Rimini, Piazza Cavour. L’ultimo saluto del Segretario della Federazione Comunista Riminese Sergio Gambini a Tiziano Giorgetti. Alle sue spalle il Sindaco socialista Marco Moretti