Costola viva del Green Festival San Marino e Montefeltro, il Micro Museo dell’oggetto ritrovato con sede in un torrioncino malatestiano a Verucchio, inizia a destare interesse ad alti livelli.
In una fase di rinnovamento obbligata dell’offerta turistica nazionale, gli “itinerari della meraviglia” costituiscono un modello perseguito da enti e associazioni preposte alla “vendita” del territorio a un target turistico italiano ed estero sempre più esigente. E così in una recente mini campagna social di Visit Rimini, il Micro Museo è stato inserito in un originale itinerario insieme al Museo di Tonino Guerra di Pennabilli e al Museo del Bottone di Santarcangelo.
Mentre è di mercoledì scorso la visita guidata al Micro Museo di una comitiva di Tour operator internazionali alla scoperta del patrimonio culturale regionale, guidati da un funzionario dell’Agenzia di promozione turistica (APT) dell’Emilia Romagna.
La guida è stata condotta dall’ideatore del museo, Gabriele Geminiani che, dopo un racconto affascinante sull’origine del progetto, ha trasportato gli attoniti visitatori nelle atmosfere magiche e rarefatte delle diverse stanze, soffermandosi sulle storie ora commoventi ora mirabolanti, di alcuni singoli oggetti.
È nelle corde degli oggetti creare cortocircuiti in qualsiasi tipo di persona, semplicemente ricollegandosi alla loro infanzia o alla storia di una persona a loro cara. In maniera, diretta, indiretta cioè trasversale o associativa, un oggetto può arrivare a smuovere e toccare punti irraggiungibili e reconditi dentro ognuno di noi, facendo scaturire sentimenti profondi di vario tipo, perlopiù di tenerezza.
Scesi nel piano inferiore del torrioncino, hanno potuto visitare la Grotta del guerriero e la Stanza del bambino che gioca. In quest’ultimo spazio un manichino-bambino di spalle è seduto con i gomiti appoggiati ad un tavolo dove sono posizionati dei vecchi giocattoli. Questa spiazzante situazione, complice la penombra della stanza rischiarata da una luce di candela, ha lo scopo di creare nel visitatore un cortocircuito, che lo può portare a ritrovare in quella figura il bambino che ognuno di noi è stato. “Ad un certo punto, ho visto una signora lituana che ha iniziato ad accarezzare teneramente la testa del manichino – dice Geminiani, che continua -. Una volta usciti, sulla via del rientro, la guida mi ha riferito che la signora lituana era visibilmente commossa: in quel ‘bambino’ aveva visto lei da piccola, con i ricordi di momenti belli, le sue infelicità”.
Alla fine tutti visibilmente soddisfatti con la conferma che poesia e meraviglia sono elementi da coltivare non solo per il turismo, ma per le comunità dei luoghi che rischiano, sotto il vento della globalizzazione, di inaridirsi sempre più, dimenticando le proprie radici più fertili.
Il Micro Museo sta già portando avanti collaborazioni con l’ISIA e docenti dell’accademia di belle Arti di Urbino.
Sono state fissate a maggio una serie di visite guidate con le scuole primarie di Santarcangelo, mentre a luglio il Micro Museo ospiterà la prima mostra della Galleria sospesa dal titolo “Estratti di tempo dell’artista poeta José Beeme”.
A novembre, infine, sono già fissati workshop residenziali su scrittura creativa, illustrazione e incisione, collegati al mondo delle cose ritrovate e al piccolo museo.