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15 aprile – I riti dimenticati del Vendri Sent


14 Aprile 2022 / ALMANACCO QUOTIDIANO

Oggi 15 aprile è il Venerdì Santo. La commemorazione della passione di Cristo anche nel riminese ha da sempre grandissimo rilievo. Presso il Santuario delle Grazie, sul colle Covignano, esiste il percorso di una delle più antiche Via Crucis, certamente la più antica della regione: fu eretta all’inizio del 1500. Praticamente distrutta assieme a molti dei suoi secolari cipressi durante i combattimenti del settembre 1944, negli anni ’50 furono ricostruite le cappelle, mentre le vecchie stazioni in terracotta furono sostituite da grandi e preziose ceramiche (m. 1,90X1,45) dell’artista riminese Elio Morri.

L’inizio della Via Crucis monumentale che conduce al santuario delle Grazie a Rimini

Fra le processioni in costume del Vendri Sent, le più suggestive e famose della zona si svolgono, in tempi normali, a Montefiore, a Montegrifdolfo e a Pennabilli.

Eppure queste manifestazioni, ancora così vive e frequentate, sono solo una pallida traccia rispetto al complesso apparato di usanze che nei secoli si erano accumulate nella Stmena Senta, la Settimana Santa.

La Processione dei Giudei il Venerdì Santo a Pennabilli

Riti più magici che religiosi, per lo più dimenticati e oggi quasi incomprensibili, connessi com’erano soprattutto al mondo rurale e fossili di credenze antichissime.

E’ il caso della Gnacra, la nacchera. Un’usanza rievocata da Gianni Quondamatteo nel suo “Tremila modi di dire dialettali in Romagna” (Vol. II, Galeati 1974).

Andè a bat la gnacra: andare a battere le nacchere (le bàttole). Quando, nella settimana santa, le campane sono ‘legate’, il compito di segnalare l’ora delle funzioni era demandato a gruppi di adolescenti che percorrevano le vie del paese con apposite tavolette, su cui erano fissati pezzi di ferro o anelli mobili, facendo un chiasso d’inferno e recitando strofette. Finito il loro compito, i ragazzi andavano per le case dei contadini alla questua di uova. Gnacra, o gnàcara, o batràcla, o gnaca: dal latino chiesastico, crotalum ligneum”.

Questa tradizione è diffusissima in tutta Italia, dalle March giù giù fino alla Sicilia, dove lo strumento si chiama troccula è ancora oggi scrupolosamente utilizzato in molti paesi.

La troccula di Messina

Slegate finalmente le campane il Sabato Santo, occorreva essere pronti: “Bot-ti ma tera, ch’i s-cioi al campeni!”, gettati a terra, che sciolgono le campane! 

Spiega sempre Quondamatteo: “Nel momento in cui si sciolgono le campane, il Sabato Santo, secondo il pensiero popolare si possono compiere prodigi che siano connessi con il concetto di sciogliere. Così, ad esempio, ci si rotola per terra, pensando in tal guisa di allontanare da sé, per sempre, i dolori di ventre o di ossa”.

Ma non solo: “Mentre si sciolgono le campane si fanno fare i rimi assi ai bambini, perché saranno sciolti dall’impedimento del camminare; e infine, chi si lava, o si bagna gli occhi, non soffrirà mai per malattie oculari”.

Ancora: “E si sciolgono, certi di un copioso raccolto, gli alberi da frutto legati con funi il precedente giovedì. Il curioso è che, da altre parti, le piante si leghino proprio il Sabato Santo, oer tenerle lontane dai pericoli della nebbia”.

“L’è longh cumè la Mèsa de Vendri Sènt!”, è lungo come la Messa del Venerdì Santo!: discorso o spettacolo interminabile e noioso.

Innumerevoli poi i canti e le litanie che si recitavano in quel giorno. Alcune molto lunghe ed elaborate, autentiche saghe dialettali. Altre, come questa che riportiano, brevi e dal sapore quasi magico:

L‘urazion de Vendri Sent, la preghiera del Venerdì Santo: 

La mateina de Vendri Sent la Madona la fa un gran pient, un gran pient su n gran dulor per la Pasion de su Signor. Sui fos una creatura cla ges st’urazion 33 volti a znoci nudi sla tera cunsacreda, la grezia che li l’hai dmanda la i sarà deda.

La mattina del venerdì santo la Madonna fa un gran pianto con un gran dolore per la morte del suo Signore. Se ci fosse una creatura che dicesse questa orazione 33 volte a ginocchia nude sulla terra consacrata, la grazia che lei domanda le sarà data.