30 gennaio 1988 – La banda della Uno bianca colpisce alle Celle
30 Gennaio 2024 / ALMANACCO QUOTIDIANO
Verso le 18 del 30 gennaio 1988, un’auto portavalori giunge al supermercato Coop nel quartiere Celle di Rimini per prelevare l’incasso. Nel piazzale appaiono due uomini armati di fucile a canna corta e pistola e aprono il fuoco contro le guardie giurate. Muore così Gianpiero Piciello, ravennate di 41 anni, mentre il suo collega resta gravemente ferito. Nel tentativo di rapina resta ferita gravemente anche una bambina di nove anni; poi durante la fuga dei banditi a bordo di una Fiat Argenta vengono ferite altre sei persone. Fuga a mani vuote: tanto sangue versato e nessun bottino.
Gianpiero Piciello è la prima vittima della cosiddetta “banda della Uno bianca” (l’auto più usata nei colpi), che dal 19 giugno 1987 al 24 maggio del 1994 si rese colpevole di 24 morti, 102 feriti ed oltre 100 azioni criminali.
Ma prima di lui, il 3 ottobre 1987, a Rimini durante una sparatoria seguita ad una tentata estorsione era stato ferito gravemente il sovrintendente di Polizia Antonio Mosca, che morirà dopo lunghe sofferenze il 29 luglio 1989; nello stesso conflitto a fuoco rimase ferita l’agente Ada Addolorata Di Campi.
Il 30 gennaio a sparare alle Celle erano stati i fratelli Roberto e Fabio Savi. Il resto della banda risultò composto da Alberto Savi, poliziotto come il fratello Roberto e come i loro complici Pietro Gugliotta, Marino Occhipinti, Luca Vallicelli.
Nello stesso 1988, il 20 febbraio la banda uccide Carlo Beccari, anch’egli guardia giurata, in servizio a Casalecchio di Reno in un supermercato.
Il 20 aprile 1988, vengono uccisi due carabinieri, Cataldo Stasi e Umberto Erriu, che avevano fermato l’auto dei Savi a Castelmaggiore.
Nel 1989 durante una rapina ad un supermercato di Corticella viene crivellato di colpi Adolfino Alessandri, pensionato, in quanto testimone oculare.
Nel 1990 a Bologna in via Mazzini il 15 gennaio viene ferito gravemente Giancarlo Armorati, pensionato, durante una rapina ad un ufficio postale che causò altri 15 feriti. Morirà un anno dopo per le ferite riportate.
Il 6 ottobre venne ucciso Primo Zecchi, che ebbe la colpa di annotare il numero di targa della macchina dei criminali.
Il 23 dicembre 1990 la banda apre il fuoco contro le roulotte del campo nomadi di Bologna in via Gobetti; muoiono Rodolfo Bellinati e Patrizia Della Santina, altri restano feriti.
Il 27 dicembre Luigi Pasqui, commerciante di 50 anni, viene ucciso durante una rapina ad un distributore di Castelmaggiore mentre tentava di dare l’allarme. Pochi minuti dopo, a Trebbo di Reno, Paride Pedin si avvicina alla Uno bianca appena abbandonata con le portiere aperte: viene freddato senza pietà.
Il 4 gennaio 1991 intorno alle 22, al Villaggio del Pilastro di Bologna, una pattuglia dell’Arma dei Carabinieri viene interamente massacrata. Otello Stefanini, Andrea Moneta e Mauro Mitilini vengono feriti a raffiche di mitra, poi sono finiti con un colpo alla nuca.
Il 20 aprile venne ucciso a Borgo Panigale Claudio Bonfiglioli, 50 anni, durante la rapina al suo distributore di benzina.
Il 2 maggio, in un’armeria di Bologna, vengono uccisi Licia Ansaloni, titolare dell’esercizio, e Pietro Capolungo, carabiniere in pensione.
Il 19 giugno, a Cesena, Graziano Mirri, benzinaio e padre di un poliziotto, viene ucciso durante una rapina nel suo distributore.
Il 18 agosto vengono uccisi in un agguato a San Mauro Mare Ndiaj Malik e Babou Chejkh, due operai senegalesi, mentre un terzo, Madiaw Diaw, viene ferito. Come l’attacco al campo nomadi, questa aggressione non è a scopo di rapina o per eliminare testimoni, ma è motivata dalle convinzioni razziste dei membri della banda.
Il 24 febbraio 1993, un ragazzo bolognese di 21 anni, Massimiliano Valenti, assiste a un cambio macchina della banda dopo una rapina in banca. La banda lo sequestra, lo conduce in una zona isolata e lo “giustizia” a sangue freddo.
Il 7 ottobre viene ucciso a Riale Carlo Poli, elettrauto, durante una rapina.
Il 24 maggio del 1994 viene ucciso il direttore della Cassa di Risparmio di Pesaro Ubaldo Paci, freddato mentre sta aprendo la sua filiale.