Home___primopianoA Jesolo prime spiagge all’asta, il sindaco di Rimini: “Immobilismo del Governo porta qui”

Due gruppi veneti si aggiudicano le gare, i precedenti concessionari annunciano ricorsi


A Jesolo prime spiagge all’asta, il sindaco di Rimini: “Immobilismo del Governo porta qui”


14 Febbraio 2024 / Redazione

A Jesolo sono stati resi pubblici i risultati dei primi “percorsi di evidenza pubblica in concorrenza” avviati in città relativamente all’assegnazione delle concessioni di spiaggia.
A vincere le prima gare per le concessioni balneari, sono stati due grandi gruppi a discapito dei precedenti concessionari; ma nonostante i tanti allarmi lanciati dalle associazioni su multinazinali straniere che approfittando dei bandi avrebbero predato le spiagge nostrane, si tratta non solo di italiani, ma di veneti che già operavano nella medesima località.

Secondo quanto riferisce MondoBalneare, in una delle cordate è presente “il titolare di Geox Mario Moretti Polegato, proprietario della nota azienda produttrice di scarpe ma anche dell’Hotel Casa Bianca di Jesolo; assieme a lui Alessandro Berton, presidente dell’associazione di categoria Unionmare Veneto e gestore di altri stabilimenti balneari nel territorio veneto: la loro neo società CBC srl, della quale fa parte anche la nota famiglia di albergatori locali Menazza, è risultata l’assegnataria di un lotto di tre concessioni in precedenza riferite agli stabilimenti Augustus, Bafile e Casa Bianca. Il progetto presentato dalla CBC avrebbe un valore di circa 7 milioni di euro. L’altro lotto di concessioni messo a bando dal Comune di Jesolo, quello dello stabilimento balneare Marconi, è invece stato ottenuto dall’imprenditore balneare veneto Alessandro Iguadala, titolare della Mareblu Adriatica che già opera nel settore”. I precedenti titolari – Stabilimento Balneare Marconi srl, fatturato 2022 € 1.258.286; Sebi Srl dell’imprenditore jesolano Alessandro Iguadala, che con la sua Mareblu Adriatica srl nel 2022 ha fatturato € 3.707.139 – avrebbero intenzione di presentare ricorso. “Se per molto tempo il timore più diffuso era quello che le liberalizzazioni europee potessero far arrivare in città dei grandi gruppi internazionali, nella realtà la concorrenza è stata tutta locale”, commenta il quotidiano veneto Il Gazzetino.

Il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad prende spunto dalla otizia per svlgere alcune considerazioni. Primo: “Al di là di tutti i discorsi e proclami, il governo se ne sta lavando le mani degli operatori balneari. La tattica del silenzio, della dilazione e della furbizia porta a un solo approdo: le cose comunque vanno avanti, anche se si fa finta di non vedere. E poi alla fine questi sono i risultati”.

Secondo: “Se le gare vedono prevalere, come mi pare di capire dagli articoli di stampa apparsi quest’oggi, soggetti che hanno grandi capacità finanziarie e di investimento il rischio più generale è che si perda quella tipicità e quel tratto umano nel rapporto col cliente che è stato il punto di forza, ad esempio, delle spiagge romagnole. Questi signori danarosi credo si guarderanno bene dal lavorare fisicamente in spiaggia, ingaggiando dipendenti che si occuperanno degli stabilimenti. Una forma di impresa assolutamente legittima, ci mancherebbe altro, ma che spersonalizza quella figura a cui molti di noi siamo affezionati: il bagnino”.

Conclude il sindaco: “Il piano dell’arenile che stiamo presentando alla città, vuole essere sì uno strumento per favorire investimenti in forma aggregata, partendo però da un concetto differente: salvaguardando in buona sostanza il numero delle concessioni esistenti l’intento è quello di non perdere per il futuro il tratto democratico e il valore di un sistema fondato principalmente sull’impresa familiare Ma, ripeto, queste situazioni agli antipodi tra una regione e l’altra e tra un comune e l’altro sono figlie di un immobilismo totale da parte di Roma”.