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Bagnini piangono e legalità in spiaggia, rotelle nella politica e nell’urbanistica


15 Gennaio 2022 / Maurizio Melucci

Spiagge: il lamento dei bagnini

L’apertura delle “pillole” di questa settimana la dedico ai bagnini. Perdono sempre l’occasione di tacere. Hanno annunciato che per la prossima stagione estiva dovranno ritoccare i prezzi di lettini e ombrelloni. Il motivo? Hanno “subito” l’adeguamento del canone della concessione demaniale di circa l’8%. Nel 2019 Chimamicitta.it ha pubblicato quanto pagano di canone bagnini e chioschisti riminesi. Rispetto ad allora vi è stato il canone minimo portato, da una recente legge a 2.500 euro. Comunque sono canoni molto bassi il cui aumento è nell’ordine di qualche decina di euro. Ma i nostri bagnini sono preoccupati anche dell’aumento dell’energia elettrica. Sinceramente tutto questo impegno di energia elettrica nei nostri bagni non l’ho mai visto. Semmai qualche faro per tenere illuminata la spiaggia di notte. Un aumento delle tariffe sarebbe ingiustificabile. Mi auguro che nel prossimo decreto sostegni per il turismo i balneari siano esclusi. L’estate 2021 è andata molto bene per i gestori delle spiagge italiane. Sono bel altri i comparti del turismo fortemente penalizzati ad iniziare dalle discoteche e alberghi e città d’arte.

Spiagge 2: si ritorni alla legalità

La sentenza del Consiglio di Stato (9112021) in adunanza plenaria ha bocciato, come ampiamente noto, la proroga al 2033. Il Governo e il Parlamento sono chiamati ad approvare una legge sulle concessioni in sintonia con le norme europee. Chi pensa diversamente dica chiaramente che vuole uscire dall’Europa. Unica possibilità, forse, per non fare bandi. Il resto sono solo chiacchiere. Per questa ragione sarebbe necessario che i dirigenti e funzionari al demanio dei comuni costieri della nostra regione revocassero le proroghe al 2033 delle concessioni di spiagge. I dirigenti sono giuridicamente tenuti a disapplicare le norme interne incompatibili con le norme europee, come chiarito dalla sentenza del Consiglio di Stato. La parte politica, sindaco e assessori, ovviamente chiede di non intervenire ai propri dirigenti per non “irritare” i concessionari balneari. Tuttavia, i dirigenti e funzionari del Comune rischiano conseguenze pesanti.

La politica e le rotelle

Tutti ricordano i banchi con le rotelle. Alcune forze politiche (centrodestra ma non solo) ci hanno costruito sopra una vera e propria campagna di diffamazione politica, una cattiva spesa del governo Conte 2 e del ministro all’istruzione Lucia Azzolina. Dopo mesi di gogna gratuita ora appare uno squarcio di chiarezza. Il presidente dell’Associazione nazionale dei presidi, Antonello Giannelli, in una intervista ad un quotidiano ha voluto chiarire alcuni punti. “È stata attribuita alla ministra una responsabilità che non era sua. Lei ha messo a disposizione dei fondi, ma la scelta è stata delle singole scuole, che hanno avuto i banchi che hanno chiesto”. Giannelli ha anche chiarito che quelli a rotelle servono per “praticare un tipo di didattica innovativa in cui si cerca di non avere più la cattedra e i banchi messi a falange, ma si organizzano gruppi di lavoro. Il professore gira e coordina i lavori. I banchi a rotelle servono per ricomporre i gruppi che possono essere diversi di ora in ora. Da questo punto di vista quindi sono utilissimi. Una delle prime scuole ad adottarli è stato l’istituto Ettore Maiorana, che li usa dal 2008 con ottimi risultati”. Verità ovviamente da tenere ben sepolta pochè le prime pagine spettano alla bugia ripetuta all’infinito.

L’urbanistica appaltata?

“Sarà prodotto un masterplan riepilogativo ed introduttivo dell’intero progetto, come concordato nell’incontro avvenuto col Comune di Rimini a metà dicembre scorso, che si auspica sia l’inizio di un processo autorizzativo breve e preludio ad una progettazione di grande interesse pubblico. Un masterplan che consenta la riqualificazione veloce per scongiurare il proliferare del degrado e migliorare anche la sicurezza del quartiere”. Lo dice Piero Aicardi, amministratore unico di Ariminum Sviluppo Immobiliare che ha acquistato per oltre 14 milioni di euro l’area dell’ex questura di via Ugo Bassi. Le notizie sono due. Vi è stato un incontro tra la nuova proprietà dell’area e l’amministrazione comunale di Rimini prima di Natale. Tutto nella normalità. Mi sarei solo aspettato un comunicato da parte del Comune di Rimini, ma in questo caso è stato scelto il silenzio. La seconda notizia è più intrigante. Sembra quasi che la proposta di decidere cosa mettere in quell’area sia affidata al privato. In questo caso vi è molto da obiettare.

  • Sulla base di quale pianificazione strategica il privato avanza una proposta?
  • Quali le funzioni che il Comune di Rimini ritiene fondamentali per quell’area?
  • Quali relazioni urbane e funzionali vi è tra l’area dell’ex questura, attualmente priva di pianificazione urbanistica e il contesto urbano adiacente (stadio, palazzetto dello sport, case popolari, caserma Giulio Cesare)?
  • Quale percorso di partecipazione viene previsto per la riqualificazione di un’area così strategica per la zona?
  • La proposta verrà approvata con un accordo di programma oppure inserito nell’adozione del PUG (Piano Urbanistico Generale)?

In definitiva, inizia un percorso che non può riguardare solo la giunta comunale e chi ha acquistato l’area.

Maurizio Melucci

La protesta di Sadegholvaad di qualche anno fa per l’inerzia del Governo sulla questura mai nata in via Ugo Bassi