Home___apertura“Basta massacri di contadini”: appello dei volontari riminesi al presidente della Colombia

La Comunità di Pace da oltre vent'anni cerca di resistere alla guerra proclamando la neutralità ma oltre 300 sui membri sono stati uccisi


“Basta massacri di contadini”: appello dei volontari riminesi al presidente della Colombia


25 Marzo 2024 / Redazione

Il 19 marzo sono stati barbaramente assassinati, di giorno, in una fattoria, una donna di 30 anni e un ragazzino di 15 anni, membri della Comunità di Pace di San Josè de Apartadò, nel nord della Colombia, moglie e fratello di uno dei leader della Comunità. La denuncia di questo tragico fatto è stata fatta dai ragazzi di Operazione Colomba, il corpo nonviolento di pace della Papa Giovanni XXIII, che sono presenti dal 2009 in questa realtà. Numerosi i ragazzi riminesi che in questi 15 anni hanno prestato la loro opera di volontari internazionali presso questa Comunità. In diverse occasioni i responsabili della Comunità sono stati ospiti a Rimini ed hanno partecipato ad iniziative pubbliche e ad incontri con le scuole del territorio romagnolo.

La Comunità di Pace è una comunità contadina che da oltre vent’anni, dal 23 marzo1997, ha scelto, per resistere alla guerra, la neutralità di fronte agli attori armati, e per questa scelta, negli anni, ha subito numerosi attentati nei quali hanno perso la vita molti dei suoi membri. L’ultimo tragico avvenimento era avvenuto nel 2005 quando una banda di paramilitari di destra assalì la Comunità trucidando otto persone, tre dei quali minorenni. Il leader comunitario Luis Eduardo Guerra fu torturato e poi ucciso a colpi di machete.

Il conflitto armato colombiano, durato decenni, è stato caratterizzato dalla presenza di una molteplicità di attori (guerriglia, paramilitari, esercito, bande armate, narcotrafficanti) in tutto il territorio nazionale, normalizzando pratiche di tortura, sicariato, stupri, uccisioni di massa e arruolamenti forzati (spesso anche di minorenni).

Le pietre di inciampo con il nome di tutti i caduti uccisi della Comunità

Nonostante la firma degli Accordi di pace del 2016 fra il Governo e i guerriglieri delle FARC-EP, in Colombia la violazione dei diritti umani non sono mai cessate e a farne le spese sono spesso attivisti per i diritti umani e leader di movimenti sociali.
Dal 1997 a oggi sono stati assassinati quasi 300 membri della Comunità, in particolare i suoi dirigenti in un tentativo di disgregazione di questa realtà.

La Comunità denuncia da sempre la forte presenza di gruppi paramilitari nell’area e anche recentemente aveva subito attacchi violenti. Fra le colline boschive della vasta area di proprietà della Comunità sono stati trovati in questi ultimi anni giacimenti di numerosi metalli che hanno scatenato la bramosia di numerosi gruppi. La Comunità invece vuole proteggere la sua terra dai grandi progetti estrattivi che questi hanno in testa, distruggendo l’economia della zona basata sulla coltivazione del cacao.

I responsabili di Operazione Colomba scrivono che “il Municipio di Apartadò, gli enti locali e il Governo nazionale erano a conoscenza di quanto stesse accadendo prima di quest’ultimo massacro. Chiediamo che si fermi immediatamente questa escalation di violenza che sta colpendo chi in prima linea si spende per creare un futuro di pace per il Paese”.

Dal 7 agosto 2022 il Presidente della Colombia è Gustavo Francisco Petro Urrego (classe 1960), economista e politico colombiano con cittadinanza italiana, scrive Wikipedia. Ex guerrigliero non combattente del gruppo M-19, un gruppo guerrigliero di orientamento socialista e democratico. È il  leader del partito Colombia Humana, facente parte della coalizione Pacto Histórico. È stato, inoltre, sindaco della capitale Bogotà tra il 2012 e il 2015. È stato membro della Camera dei rappresentanti dal 1991 al 1994 e dal 1998 al 2006. È stato poi senatore dal 2006 al 2010.

Come parlamentare denunciò la “parapolitica”, ovvero le relazioni tra i membri eletti della maggioranza presidenziale e le milizie paramilitari che li aiutavano a farsi rieleggere sbarazzandosi degli avversari.

L’arrivo di Gustavo Petro alla presidenza non è stato ben accolto dal comando dell’esercito e diversi generali si sono espressi sulla stampa contro di lui. Il comandante in capo dell’esercito, Enrique Zapateiro, si è dimesso dal suo incarico. Il 12 agosto 2022 Petro nominò un nuovo comando militare con l’obiettivo di “aumentare sostanzialmente il rispetto dei diritti umani e delle libertà pubbliche”. Successivamente circa 30 generali hanno perso il loro posto.

La pietra con il nome del leader comunitario Guerra ucciso nel 2005 (1)

Allora Presidente Petro è arrivato il momento di mettere in salvaguardia anche la Comunità di Pace che lei ben conosce. Non può continuare il massacro di questi contadini che chiedono solo di poter vivere e lavorare in pace. Le vicende di questa realtà contadina colombiana in questi anni sono state seguite da una vasta opinione pubblica internazionale. In Italia le testate cattoliche (da L’Avvenire a Famiglia Cristiana, a Il Ponte di Rimini) hanno ampiamente documentato ciò che sta lì avvenendo, grazie ai tanti comunicati informativi di Operazione Colomba.

Presidente Petro lei in questi due anni ha avviato progetti riformatori del suo grande e straordinario Paese. Sappiamo benissimo dei problemi che sta incontrando, di resistenza al cambiamento e alla pacificazione: però crediamo che la salvezza di questa Comunità di Pace le darebbe una grande credibilità a livello internazionale proprio per la notorietà che la Comunità ha in Europa e nel nostro Paese. Si dia dunque da fare perché ciò avvenga!

(Nell’immagine in apertura: murales che commemora le vittime dei massacri)