HomeCulturaClaudio e Paolo, che in un quarto d’ora ti dipingono e ti raccontano


Claudio e Paolo, che in un quarto d’ora ti dipingono e ti raccontano


24 Giugno 2019 / Paolo Zaghini

Claudio Jaccarino – Paolo Vachino: “Ritrattologia. Ridiamo un volto a chi ci mette la faccia” – La Memoria del Mondo Libreria Editrice.

Claudio e Paolo sono ritrattisti di strada che percorrono la penisola, passando da un festival letterario ad un centro città. In pochi minuti realizzano con i colori e le parole un ritratto. “I ritratti e le poesie sono finestre magiche da cui entra la luce dell’umanità”.

Il libro è dunque una raccolta dei componimenti poetici di Paolo Vachino e dei dipinti di Claudio Jaccarino, realizzati insieme, come ritratti intensi e curiosi di persone incontrate in molti luoghi d’Italia. “Queste persone si sono offerte allo sguardo e al gioco per qualche minuto, ispirando spesso ai ritrattisti un intero percorso di vita”.

Suscitano curiosità e buonumore le parole usate per descriversi nel risguardo di copertina: “Claudio Jaccarino, pittore e scrittore. Usa il colore contro molte malattie dell’anima. Il colore come gioia. La pittura come libertà. Il disegno come diario di viaggio, quel viaggio che è poi la vita”. “Paolo Vachino, poeta e narratore. E’ un verbiscalco che attende alla ferratura delle parole. Scrive come respira, rima come mastica. Da anni cerca di poesistere, affrontare un’esistenza intrisa di poesia”.

Hanno ormai realizzato insieme, per poche decine di euro, diverse centinaia di ritratti. Il loro “colpo” più grosso, per strada, John Elkann e la moglie Lavinia Borromeo: top secret i ritratti fatti e le rime di accompagno.

Scrive Mattia Speranza, fondatore con altri soci della cooperativa “In quiete”, attiva nel settore dell’ecoturismo e dell’educazione ambientale, e ideatore del “Libra Casentino Book Festival” che si tiene sempre a metà ottobre e arrivato quest’anno alla quarta edizione, nella Presentazione: “Mi avevano avvertito: non potranno non piacerti. La prima cosa a colpirti è quella, nel vederli all’opera: hanno lo sguardo dei bambini stupefatti dalla vita e le sue cose intorno, un sorriso che non aggredisce ma resiste, la gioia del sedersi a terra e impiastricciarsi con le storie del mondo. Dietro quegli occhi che sprofondano nella vita si legge anche la loro, di storia, fatta di viaggi, azzardi, commistioni. La vita nei ritratti non è altrui, è un tutt’uno che non mette a disagio. Un caleidoscopio da lasciar emergere senza indagini, col solo colore dell’umano”. Paolo e Claudio sono habituè di questo festival tra i boschi autunnali del nostro Appennino.

Paolo e Claudio si conoscono nel 2005 in un teatro milanese, figlio di migrazioni politiche, la Comuna Baires (fondata nel 1969), dal comune maestro Renzo Casali (1939-2010). Ma il loro sodalizio artistico nascerà solo nel 2010. Non sono più giovanissimi: Claudio è del 1952, Paolo del 1966. Claudio vive a Milano, Paolo a Rimini.

Claudio guadagna facendo il pittore e l’editore di libri d’arte; Paolo esercitando il mestiere di avvocato dal lunedì al venerdì, riservandosi il weekend per essere poeta e scrittore. Anche se … la lavagnetta al bar del Tribunale lo attende ogni mattina per ricevere un breve testo poetico, piccolo memo per gli avvocati e i frequentatori del Tribunale riminese.

I cinquanta ritratti pubblicati hanno solo il nome, mai il cognome: Valeria, Francesco, Ale, Mattia, Caterina, Grazia, Lara, Milvia Rocco, Chiara, Fiorella. Marina, Armando, Ornella, Rosaria, Alfredo, Alba … Nessuno dei soggetti ritratti penso possa effettivamente somigliare alla persona vera, ma il colore degli acquarelli che Claudio usa rendono vive queste immagini. Belle, interpreti di uno spirito presenti nell’aura della persona. E lo stesso si può dire delle parole usate da Paolo nei suoi versi che con poche rime riescono a disegnare una storia.

Alcuni esempi.

Ad Ale.
Singolare di ali / e plurale di bellezza / Ale che porta la sua energia / pulita nel mondo / con la detonante discrezione / di una carezza.

A Daniela.
Una candela che non si consuma / ma profuma di onestà e di leggerezza / Daniela che ama la brezza / quando scompiglia i capelli e anche i destini / Daniela che sogna bambini che giocavano / con lei in un’altra vita / forse era un’eremita / ora è una calamita di teneri affetti, / Daniela ha un sorriso di pane / e al posto degli occhi due confetti.

A Tiziano.
Le sue mani non sono rami / le sue voglie non sono foglie / sono veglie sorridenti sull’umanità, / Tiziano che oscilla tra / la castità e la lussuria / i capelli una furia ribelle / di riccioli e di radici. / Tiziano che ama restare solo / anche in mezzo ai suoi amici.

In quindici minuti il ritratto e i versi. Incredibile ma vero.
Lo dico per prova provata: una sera alla pizzeria Pam Pam in Piazza Ferrari, al termine della consumazione, Paolo e Claudio mi fanno: “Fermo lì”. Quindici minuti dopo avevo il disegno e le rime. Naturalmente disegno e testo sono finiti nei miei capienti archivi di carte, ma ogni tanto mi capita tra le mani, lo guardo e scuoto la testa.

Paolo Zaghini