HomeAnimaliI cani sul Titanic: quanti erano e che fine hanno fatto?

Alcuni proprietari pur di non abbandonare sulla nave il proprio animale si rifiutarono di salvarsi


I cani sul Titanic: quanti erano e che fine hanno fatto?


29 Novembre 2023 / Redazione

Il cane ha affiancato l’uomo in molte avventure dall’ epoca dell’ Homo Sapiens fino ad oggi. Non c’è occasione nella storia tra guerre, disastri, catastrofi,  in cui l’uomo e il cane non siano stati insieme.

Anche nel 1912 durante il naufragio del Titanic.

Chi ha visto il film con Di Caprio, si ricorderà, forse, perchè non è una scena particolarmente importante, che i cani della prima classe venivano fatti sgambare e fare le proprie deiezioni nella parte del ponte dedicato alla terza classe, è la stessa scena in cui Jack nota Rose per la prima volta.

Ma quanti cani c’erano sul famoso transatlantico? Sono morti anche loro o sono stati fatti salire sulla scialuppa?

Beh, secondo le mie ricerche, ci sarebbe stati una trentina di cani di diverse razze e dimensioni, alcuni sono morti, altri si sono salvati.

Anche il cane pagava il biglietto, che non era per nulla economico.

Si narra che il 15 luglio era prevista persino una sfilata canina.

Ma approfondiamo…

Alcuni cani furono sistemati nella parte della nave dedicata a loro: il canile, altri poterono stare nelle cabine con i proprietari.

A portare fuori i cani per la passeggiata era la servitù che la famiglia aveva o gli addetti del canile (si vede nel film).

Al momento dell’impatto della nave con l’Iceberg quando l’affondamento divenne una realtà, i cani nel canile, furono lasciati liberi di potersi salvare da soli, cosa che purtroppo non accadde.

Qualcuno fu lasciato a morire da solo, chiuso in cabina, mentre i padroni correvano a salvarsi.

Ma a determinare la vita e la morte di alcuni  quattro zampe fu la loro dimensione. I cani grossi, furono lasciati al loro destino, mentre per i piccoli, ci fu qualche speranza in più.

Un pechinese essendo piccolo fu ammesso sulla scialuppa mentre un  volpino fu nascosto tra gli abiti della padrona al momento di prendere posto sul piccolo natante.

Ci sono racconti su alcuni proprietari che pur di non lasciare il proprio animale si rifiutarono di salvarsi, morendo con lui. Furono trovati insieme al momento del recupero dei corpi qualche giorno dopo.

Le cronache dell’ epoca raccontarono anche di un cane Rigel, un  Terranova di proprietà di uno degli ufficiali, che non fu ammesso su una scialuppa, e mentre il suo padrone perdeva la vita nel naufragio, il cane nuotò per ore nelle acque gelide dell’Atlantico vicino ai superstiti. Quando arrivò la Carpathia e trasse in salvo i settecento naufraghi, il cane abbaiò forte facendosi notare e segnalando allo stesso tempo una scialuppa che nessuno aveva visto.

Cane e scialuppa furono tratti in salvo. Il cane, quando fu certo che non avesse proprietario, fu adottato da un marinaio della nave soccorritrice che lo chiamò Briggs, con lui rimase fino alla fine dei suoi giorni.

Giovanna Foschi
Autrice – Scrittrice – Educatrice Cinofila