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Se Netanyahu sapeva da un anno dell'attacco di Hamas perchè non ha fatto nulla?


Il dubbio atroce sul dramma di Gaza


30 Gennaio 2024 / Oreste Delucca

Chi mi conosce sa bene che non nutro assolutamente pregiudizi razziali; quindi nessun sentimento anti-giudaico; ma al tempo stesso rivendico il pieno diritto di giudicare le scelte politiche del Governo israeliano, al pari di qualunque altro governo (iniziando da quello italiano).
Condanno fermamente ogni violenza, a partire da quella posta in essere il 7 ottobre da Hamas; ma anche quella scatenata da Netanyahu che sta martirizzando il popolo palestinese.

Dopo il 7 ottobre mi sono chiesto come sia stato possibile che un apparato come quello israeliano, notoriamente dotato dei servizi investigativi più sofisticati al mondo, sia stato preso alla sprovvista. Oggi (basta leggere le notizie apparse sul New York Times e riportate anche da qualche giornale israeliano), sappiamo che Israele conosceva i piani di Hamas almeno un anno prima degli attacchi. Possedeva un documento di 40 pagine, chiamato in codice “Muro di Gerico” il quale delineava, punto per punto, esattamente il tipo di invasione devastante che ha portato alla morte di circa 1.200 persone e alla cattura di oltre 200 ostaggi.

Il documento circolò ampiamente fra i leader militari e dell’intelligence israeliani, ma gli esperti stabilirono che un attacco di quella portata e ambizione andava oltre le capacità di Hamas. Eppure gli analisti della “Unità 8200” (l’agenzia di spionaggio) infiltrati a Gaza, sostenevano che il piano era credibile, informando addirittura che nel mese di luglio, appena tre mesi prima degli attacchi, Hamas aveva condotto una intensa esercitazione di addestramento – durata un giorno intero – impostata proprio secondo i criteri indicati in quel piano.

Un atteggiamento di minima prudenza avrebbe suggerito di adottare le opportune precauzioni, rafforzando la vigilanza e la protezione delle aree confinanti con Gaza. Invece nulla di tutto questo, anzi quel territorio si trovò particolarmente sguarnito, causa lo spostamento di reparti militari in altre zone.

Seymour Hersh, il giornalista vincitore del Premio Pulitzer, ha scritto che Benjamin Netanyahu sapeva del piano di Hamas, avendo “visto e letto” le informazioni e le valutazioni espresse dalla sua Unità 8200; ma non ha adottato alcuna misura di sicurezza nella zona interessata, facendo addirittura il contrario.

Allora sorge un sospetto, un dubbio atroce, che il premier israeliano – con tremendo cinismo – abbia deliberatamente permesso lo scempio di Hamas per avere la giustificazione di un intervento feroce e disumano nella striscia di Gaza. La vita e la cattura di alcuni suoi cittadini ben compensava il progetto di genocidio dei palestinesi che lui non ha mai abbandonato. Non a caso è schierato contro il progetto di realizzare “due popoli, due stati”.

Oreste Delucca