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La musica ritrovata di Augusto Massari da San Giovanni in Marignano


28 Ottobre 2019 / Paolo Zaghini

“La musica ritrovata. Le opere liriche di Augusto Massari” a cura di Angelo Bonazzoli e Andrea Zepponi – Marsilio.

Nel 1982 l’Amministrazione Comunale di San Giovanni in Marignano volle intestare il suo rinato Teatro comunale, piccolo ma storico, al compositore, marignanese di nascita e riminese d’adozione, Augusto Massari (1887-1970), qui nato il 1° giugno 1887. Anche se la famiglia Massari si trasferì a Rimini l’anno successivo, nel 1888. A tutt’oggi, secondo gli Autori, Massari è assente “all’interno della storiografia musicale ufficiale, pur essendo la sua una figura presente e viva nell’immaginario locale legato al territorio nativo di San Giovanni in Marignano e di Rimini”.

“Possiamo solo chiederci perché su figure come il marignanese non ci siano state ricerche accurate fino ad oggi, e perché fino ad oggi le sue musiche siano rimaste sepolte negli archivi privati”.

Dunque i due giovani curatori del volume, entrambi storici e critici musicali, il sangiovannese Angelo Bonazzoli e il marchigiano Andrea Zepponi, hanno iniziato a ricostruire la biografia di Massari e a curare la stampa, più sotto l’aspetto letterario che musicologico, delle opere liriche ed un ampio catalogo tra musica sacra e strumentale, la maggior parte della quale inedita. Quasi tutte le fonti musicali della produzione operistica sono conservate presso gli eredi e non sono reperibili altrove.

“Attraverso il prisma musicale delle opere liriche di Augusto Massari, musicista della ‘generazione dell’80’ che dalla provincia romagnola fra San Giovanni in Marignano e Rimini attraversa le due guerre mondiali e oltrepassa le soglie della modernità, oltre quel ventennio mussoliniano la cui musica concomitante è spesso misconosciuta per motivi che esulano dal mero fatto musicale, oggi possiamo riconoscere i valori di un mondo che aveva ancora qualcosa da celebrare. Alla luce degli ultimi rinvenimenti e in attesa di una totale ricognizione del corpus massariano, il volume consente, attraverso l’analisi delle vicende biografiche e dell’opera di Massari, di tracciare la fenomenologia di una provincia e di delineare un profilo culturale più ampio del momento storico in cui il musicista marignanese ha composto”.

Gli Autori insistono sul fatto che “a poco a poco si ricominci a lavorare su anni ancora quasi sconosciuti dal punto di vista musicale e che rappresentano una vera e propria miniera di scoperte”. E così è per Massari: “dal suo inevitabile e quasi ovvio impegno nella musica operistica che però svaria dall’opera ‘neogotica’ (il suo lavoro più di successo ‘Graziella’) alla ‘favola musicale’ (l’inaspettata ‘Biancaneve’), dall’oratorio (l’inconsueta ‘Maria Goretti’) alla musica sacra di nuovissima rinascita dopo il motu proprio di Pio X, fino alla musica strumentale, il filone sicuramente più innovativo nell’ambito della musica italiana della prima metà del Novecento”. “Un percorso totale nei generi e nelle forme che allarga assai di più l’importanza di Massari al di là dei confini della Romagna”.

Nella musica di Massari “si coglie la piacevolezza di un mondo sostanzialmente disimpegnato da argomenti civili, celebrativi o encomiastici. In lui si trova più una vena intimistica e languida da epigono pucciniano ancora immerso nelle temperie del decadentismo italiano, in cui sono però ancora vivi gli ideali dell’amore e della famiglia. Forse per questo la sua opera sarà sfuggita dal crivello della censura fascista. A quanto si conosce del compositore sulla testimonianza di famigliari superstiti, egli non fu mai solidale al regime e si tenne piuttosto lontano da onorificenze compromettenti e tantomeno da impegni politici”.

“Questo getta una luce particolare sulla sua opera che lo teneva al di fuori dal coro dei ‘cantores’ assurti a emblema dal regime come Mascagni. La realtà di Massari era quella della provincia romagnola riminese priva di grandi teatri e lontana dalle avanguardie straniere, ma avida di musica e di canto lirico”.

Augusto Massari scrisse tredici melodrammi trattando soggetti quali commedie, drammi, fiabe, soggetti storici, ma di questo ampio carnet solamente quattro opere vennero rappresentate e tutte a Rimini.

Sul finire della vita ricevette da Rimini alcuni riconoscimenti importanti: nell’ottobre 1965 al Teatro Novelli gli venne assegnata la medaglia d’oro per la musica. Nell’aprile 1966 l’Associazione dei giornalisti e scrittori riminesi premiò con tre medaglie d’oro insigni personaggi della cultura e dello spettacolo: Federico Fellini, Sergio Zavoli e Augusto Massari. Il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat il 2 giugno 1969 gli conferì l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica.
Il maestro Massari morì il 1° dicembre 1970.

Paolo Zaghini