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Colonie grande patrimonio abbandonato, il Pd parte per la traversata del deserto


L’antifascismo da salotto e l’arroganza dei bagnini


15 Ottobre 2022 / Maurizio Melucci

L’antifascismo da salotto

A Pennabilli c’è un sindaco fascista. Non è una congettura e neanche un’ipotesi. E’ semplicemente la registrazione della realtà dopo le dichiarazioni del sindaco Giannini sulla sua pagina FB. Sono nato con la camicia nera e morirò con la camicia nera” oppure “Mussolini ha fatto delle cose buone” (alla trasmissione La Zanzara). Il sindaco ha risposto in modo sprezzante al presidente della Regione Bonaccini che gli ha chiesto di “chiedere scusa o di dimettersi”. Nonostante tutto questo, a parte qualche comunicato iniziale di alcune forze politiche – Partito Democratico, Sinistra Italiana, Articolo Uno e dell’Anpi – non vi è stato nulla.

Nessuno che ha pensato o pensa di organizzare una manifestazione antifascista a Pennabilli. Nessun avvocato democratico (ve ne sono tanti) ha pensato o pensa di denunciare il sindaco per apologia di fascismo. La comunità democratica delle istituzioni non ha preso nessuna distanza dal sindaco fascista e tanto meno attuato un “cordone sanitario democratico”. Nel frattempo il sindaco fascista ha già deciso che si ricandiderà per il terzo mandato. Pennabilli ha avuto dei morti per rappresaglia del fascismo. Pennabilli è a pochi chilometri da Fragheto dove i nazifascisti trucidarono 45 persone. A Pennabilli esiste una via Gina Loghi: una ragazza del paese fucilata a 28 anni dai fascisti italiani della Legione Tagliamento per “disfattismo”, aver “motteggiato la milizia e i suoi componenti” ed “essere legata sentimentalmente con un partigiano”.

Quella ragazza 18enne che si vergogna di abitare a Pennabilli la lasciamo sola? Oppure si prova ad uscire dall’antifascismo da salotto dove tutto viene archiviato con un po’ di indignazione e qualche comunicato?

Il sindaco di Pennabilli quando era un militare di professione

L’arroganza dei bagnini

Nei giorni scorsi a Rimini si è svolto il Sun, la fiera per le attrezzature balneari e prodotti per turismo all’aria aperta. E’ l’occasione da oltre 10 anni a questa parte di fare il punto sulle concessioni demaniali e l’applicazione del norme europee ed italiane sulla libera concorrenza. Al Sun si danno appuntamento le associazioni dei balneari con aderenti che provengono dalle spiagge di tutta Italia. Ognuno con la propria assemblea e i propri consulenti che raccontano normalmente soluzioni impraticabili.  Quest’anno, contrariamente agli anni passati, si respirava un’aria diversa. I concessionari o bagnini presenti mostravano sicurezza, spavalderia e una buona dose di sufficienza, per non dire vera e propria arroganza, nei confronti dei loro interlocutori istituzionali.  Il motivo? Semplicemente l’aspettativa che il nuovo governo di centrodestra risolverà il problema definitivamente. Come? Uscendo dalla Bolkestein o direttiva servizi, oppure cancellando la legge del parlamento italiano che ha abolito le proroghe ed imposto di andare a gara entro il 2024. Oppure riconoscendo regole molto vantaggiose per i bagnini o concessionari uscenti. Insomma grande attesa per il nuovo governo. Penso che vi saranno molte delusioni. E’ solo un problema di tempo. Nel frattempo anche i Comuni sono preoccupati della situazione. Chiedono certezze per gli investimenti. Potevano tenere una posizione meno “sdraiata sui lettini dei bagnini” negli anni passati. Forse non saremmo in questa situazione.

L’assemblea del sindacato balneari di Confcommercio alla Fiera di Rimini

Le colonie ad un bivio

Ho partecipato ad un dibattito organizzato da Hthic di Mauro Santinato sulle colonie marine in Romagna al Grand’hotel di Rimini. Presenti i sindaci di Rimini e Bellaria ed un consulente Deloitte.

Da Marina di Ravenna a Cattolica vi sono 246 colonie marine, di cui l’1,2 per cento costruito prima del 1915 (gli Ospizi Marini), il 14,6 per cento tra le due guerre e l’84,2 per cento nel secondo dopoguerra. Un patrimonio pari a 2.451.855 metri cubi e 1.497.454 metri quadri di superficie di pertinenza. Oltre tre volte la Città del Vaticano. Aree ed in alcuni casi edifici pregiati collocati in prima linea sulla costa romagnola. Potrebbero essere un volano per la riqualificazione del turismo balneare. Basta pensare all’area di confine del Marano e alla zona di Igea Marina.

Il sindaco di Rimini ha chiesto alla Regione di rivedere il Piano paesistico Regionale che regolamenta le destinazioni delle colonie. Concordo. Le attuali norme non permettono interventi per investimenti privati. Pensare di utilizzare solo risorse pubbliche per la riqualificazione delle colonie credo sia una possibilità inesistente.

Tuttavia nell’attesa di una modifica delle norme regionali, i comuni che non l’hanno ancora fatto potrebbero recepire le norme sui cond’hotel. E’ un’opportunità per alcune ex colonie.

La colonia Murri a Rimini

Il Pd e la lunga attraversata nel deserto

Nei giorni scorsi Romano Prodi è intervenuto sul dibattito in corso nel PD dopo il risultato delle elezioni. Parole dure: “Il Pd ha governato a lungo, ma ha avuto potere senza mai conquistarselo. Senza mai gioire la sera delle elezioni. E questo non è bello”. Poi paragona con una battuta i dirigenti del Pd ai leader di certi governi africani: “Che una volta eletti non se ne vogliono più andare”. Tutto per questo per dire, secondo il pensiero di Prodi :“La continuità e la ristrettezza del gruppo di potere per forza di cose lo fa parlare solo all’interno della propria cerchia”. Tutto molto condivisibile. A Rimini la direzione provinciale convocata per lunedì scorso è stata disdetta per la disgrazia di Riccione. Ma dopo una settimana non è stata ancora convocata. Nulla di nuovo. D’altra parte la direzione del Pd provinciale non si è riunita neanche per ratificare le candidature al Parlamento. E’ stato  fatto tutto nella cerchia ristretta dei dirigenti locali. Spero, mi auguro, che il congresso imprima una svolta e non solo di facciata.

Romano Prodi