HomeCronacaLe volevano inguardabili e invece osano farsi vedere


Le volevano inguardabili e invece osano farsi vedere


1 Aprile 2018 / Lia Celi

«Tu volevi farmi chiudere in casa? Ciàpa l’ombrela»: altro che #metoo o «Se non ora, quando»? Ciàpa l’ombrela, la frase rivolta da Gessica Notaro, dalla pista di «Ballando con le stelle», al suo sfregiatore Edson Tavares, dovrebbe diventare il motto delle donne contro la violenza di genere.

Che se lo prendano in quel posto, l’ombrello, tutti gli uomini convinti di poter esercitare il controllo sulle loro compagne attraverso la paura, le minacce, le aggressioni brutali. Come nelle arti marziali, la violenza dell’avversario, il suo odio bestiale, può essere trasformato in spinta propulsiva, molla di cambiamento, modello per altre persone, lezione per l’ex compagno stesso, e anche, perché no? successo personale e notorietà.

Ma bisogna lavorarci su tanto, elaborare la sofferenza con il giusto aiuto e sostegno, imparare a conviverci per superarla, e avere tanto coraggio, quello di Gessica, quello di Lucia Annibali, scrittrice e ispiratrice di fiction e candidata alle ultime elezioni. Ci vuole anche il coraggio di sfidare chi punta il dito contro le vittime se non sono abbastanza vittime.

E non sono solo gli avvocati di Tavares, insorti a difendere «gli inviolabili diritti» del loro assistito contro «le continue esternazioni della signora Notaro», o le opinioniste alla moda che accusano Lucia Annibali di svilire la sua battaglia quando protesta per l’uso spensierato nel politichese di metafore dolorose come «sciogliere nell’acido».

Ci sono anche quelli, uomini e donne, indispettiti per il fatto che Lucia e Gessica abbiano saputo trasformare la violenza che doveva renderle “inguardabili” in un’occasione di visibilità, anzi, di celebrità. Cioè, hanno trasformato un handicap in un’opportunità, che è quello che dovremmo imparare a fare tutti, almeno in teoria.

Ma è un principio che preferiamo farci insegnare da un life-coach o da un manuale di self-help, piuttosto che vederlo realizzato nella pratica da una giovane donna che ha subito un danno psicofisico gravissimo. Allora lo chiamiamo «speculazione», «cavalcare la tigre», anche se Gessica e Lucia preferirebbero sicuramente essere volti sconosciuti ma intatti, piuttosto che famose perché un uomo armato di acido cloridrico ha rubato i lineamenti con cui erano nate.

Visto che oggi è la santa Pasqua, lasciatemelo dire: se ai tempi di Gesù ci fossero stati le tivù e i social, qualcuno avrebbe criticato anche Lui. Dopo che era risorto, che bisogno aveva di apparire alle donne, comprese signore dal passato discutibile come la Maddalena? Non poteva essere più discreto? Non è che ora vuole costruirsi una carriera sul fatto che l’hanno crocefisso? Gli avvocati di Giuda avrebbero sicuramente protestato.

Lia Celi www.liaceli.it