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L’Odissea è fra noi e capita ai Padulli


17 Febbraio 2019 / Lia Celi

L’agnizione è un tema così vecchio e abusato nella letteratura occidentale che nessun cineasta, nessuno scrittore, ma che dico, nemmeno uno sceneggiatore di soap tipo Un posto al sole si sognerebbe più di usarlo. Eppure il riconoscimento di figli abbandonati alla nascita, il ritrovamento di congiunti che si credevano perduti da decenni è stato per millenni la benzina della letteratura, della fiaba e soprattutto del teatro.

Il mendicante in realtà è il legittimo re cacciato dal fratello usurpatore. La schiava di cui è innamorato il giovane ricco è in realtà sua sorella rapita in fasce dai pirati. La bellissima donna che ronza intorno al giovane sposo è in realtà la madre naturale. E così via, colpo di scena dopo colpo di scena, finché cala il sipario fra lacrime di commozione.

Uno dice: cose che potevano succedere nelle società antiche, quando i figli scomodi venivano esposti, donne e bambini erano prede di guerra e soprattutto non esistevano i documenti come li conosciamo noi, e ci si riconosceva con monete spezzate, medaglioni o con qualche vecchia balia con un’ottima memoria visiva per le cicatrici, come Euriclea nell’Odissea.

Uno pensa: se oggi un parente svanisce e non si fa più vedere per trent’anni, o è deceduto o sta bene dove sta. Magari ogni tanto ha una botta di nostalgia, ma non così lancinante da obbligarlo a fare ricerche serie, a meno che non ci si mettano i potenti mezzi di trasmissioni come Carramba che sorpresa o Chi l’ha visto?.

E invece l’agnizione avvenuta nei giorni scorsi ai Padulli ci dimostra che l’Odissea è ancora fra noi: l’anziana proprietaria di un podere stava per venire alle mani con un vecchietto sconosciuto testardamente convinto di essere lui il padrone del campo, quando ha scoperto che si trattava del fratello perso di vista da trent’anni.

Nei panni della nutrice, due poliziotti, che anziché esaminare cicatrici hanno semplicemente controllato i documenti, anche se forse già la litigiosità poteva essere un indizio: solo tra fratelli si può baruffare a prima vista.

Quando i militi li hanno lasciati, i due congiunti, superato lo choc, sembravano felici di essersi ritrovati. Ma a qualche giorno di distanza vorremmo tanto sapere se ai Padulli il lieto fine regge ancora o se il fratello si è ricordato il motivo per cui aveva piantato in asso la famiglia nel 1989 (l’anno della caduta del Muro: che c’entri qualcosa?) e alla sorella è tornata in mente la ragione per cui non aveva mai provato seriamente a rintracciarlo.

Sarebbe il caso di controllare se in casa sono ancora in due, o se già non si sopportano come nel 1989, e, nel caso, chi è rimasto qui, se il fratello o la sorella. I prossimi trent’anni in giro per il mondo, per equità, dovrebbe farli lei.

Lia Celi

(Nell’immagine di apertura, Gustave Boulanger: “Odisseo riconosciuto dalla nutrice Euriclea”, 1849 circa. Parigi, Scuola Nazionale delle Belle Arti)