HomeLA LETTERA“L’oikos nella Polis & la polli’s valley”


“L’oikos nella Polis & la polli’s valley”


13 Marzo 2023 / Redazione

Nella vicenda dello stabilimento Fileni per polli e maiali alla Cavallara di Maiolo , posto in bella vista di San Leo ed altre storiche rupi, si manifesta tutto il dissesto provocato dall’assenza di dinamiche realmente democratiche nelle gestioni Amministrative; segno dei tempi.
Quando gli organi Istituzionali preposti non partecipano o sono, colpevolmente, distratti nelle delibere decisorie;
Quando decidere si riduce ad un ¨nulla osta¨ di un funzionario, di fatto unico delegato dall’Unione dei Comuni in Commissione dei servizi, che sancisce con poco più di un timbro sul documento;
Quando sono disattese le pratiche democratiche, previste dalla Legge, che consentono strumenti e sistemi partecipativi;
Quando coloro che dovrebbero rappresentare tutti tengono in considerazione solo la propria parte politica senza quasi dibattito: né interno, né Istituzionale, men che meno pubblico.
Quando, incolpevolmente tardiva, la protesta dapprima spontanea poi segue la stesa logica inoltrando la vertenza nel chiuso del ¨palazzo¨ dove si provvede a rassicurare sui controlli dell’ineluttabile insediamento industriale e si evita di discutere sulle opere a corollario (tipo la strada nella stessa località dove sinergie industriali possono far pressione come auspica e caldeggia il Sindaco di Novafeltria e sulla quale poco considerate le voci del disaccordo);
Quando vedute parziali e temporanee offuscano e distorcono la ¨Visione¨ di futuri scenari compatibili con la sostenibilità, vera sfida epocale.
Quando succede questo è quasi impossibile vincere; lo è stato per la infinita vertenza contro la discarica di Ginestreto (fuori dalla vista e dal sentire di Novafeltria ma talmente vicina da ipotizzare un indennizzo che, segnalato, mai è stato preso in considerazione).
Inutili le ¨vittorie di chi si contenta di affiancare la protesta con promesse di attenzione ai controlli, di chi invoca le regole per dire poi tutto ed il suo contrario, di chi si da visibilità sussidiando le scelte radicali con eccessiva ¨eleganza.
Gli altri, la stragrande maggioranza, perdono perché non conoscono, non si avvedono, non sono chiamati a partecipare. Questo continuerà ad ammalare la Democrazia che necessita oggi di allargare in forma ¨diretta’’ il potere decisionale attraverso la consultazione con i cittadini informati e considerati tra pari.
I raggruppamenti sempre contrapposti a tutte le tornate elettorali sfoggiano l’invito alla partecipazione per poi trasversalmente non fare nulla in quella direzione. Si bada solo ad un consenso, vero o presunto, fideistico ed in base a quello si agisce. Eppure ci sono leggi e normative che inducono alla partecipazione informata dei cittadini, basta applicarle. Si limiterebbero gli errori, si eviterebbero danni e conflittualità, si onorerebbe il privilegio di rappresentare la volontà popolare mettendo in comunione le responsabilità.
Sarebbe utile che la politica smettesse di correre dietro agli interessi di parte valutandoli per il consenso che produrrebbero; altrettanto utile e urgente creare gli spazi di indagine del sentire popolare interrogandolo.
Si dovrebbero accantonare i ¨punti di vista’’ che sono vedute parziali e favorire piuttosto una ‘’visione’’ ipotetica ma da tutti condivisa di un futuro più incerto ma più importante di quello di un mandato. Bisognerebbe ricorrere frequentemente alla consultazione Istituzionale del popolo.
Finirebbero anche le estenuanti contrapposizioni alternate e conseguenti accuse reciproche postume alle scelte Amministrative considerate buone o cattive, perché la responsabilità delle scelte sarebbe ascrivibile solo alla comunità.
Paolo Benaglia