Nuovo stadio di Rimini, grandi aspettative e grandi problemi
17 Marzo 2024 / Maurizio Melucci
Lo Stadio di Rimini, grandi aspettative e grandi problemi
In questa settimana ha tenuto banco la presentazione del progetto del nuovo stadio di Rimini. La proposta arriva da Aurora Immobiliare e Rimini F.C.
Sono decenni che si parla di un nuovo stadio, più accogliente, con tutti i posti coperti e senza pista di atletica. Una struttura moderna. Ora anche grazie alla legge “sugli stadi” del Governo Draghi sono previste procedure e possibilità d’intervento da parte dei privati molto più agevolate degli anni passati.
Dalla presentazione fatta in consiglio comunale sono emersi questi aspetti:
- Una capienza tra i 12mila e 15mila posti tutti coperti.
- Un investimento complessivo, tutto a carico del privato tra i 20 e 25 milioni di euro.
- Spostamento della pista di atletica (investimento di 10 milioni di euro a carico del Comune)
- Un parcheggio multipiano nell’area di proprietà del Comune di fronte allo stadio
- Sarà uno stadio a due livelli con la parte inferiore con funzioni, sportive, ricreative, centro medico palestra e spa, commerciali, ristorazione ecc.
- Previsti anche all’interno dello stadio Skybox, palchi e pitch view.
Progetto interessante, che ha ricevuto ad ora consensi da parte di molti comprese le forze politiche presenti in consiglio comunale.
Non è mia intenzione cambiare questo clima. Tuttavia, sarebbe da superficiali non valutare tutti gli aspetti che questo progetto presenta compresi quelli sui cui riflettere.
Come ha detto il sindaco in Consiglio Comunale, a fronte di un investimento importante vi deve essere anche un piano finanziario sostenibile e credibile che faccia tornare i conti del privato. Lo prevede la stessa legge sugli “stadi”.
La commissione tecnica del Comune dovrà valutare questo aspetto. Non sono state presentate ancora pubblicamente le varie funzioni che dovranno servire da motore economico. Guardando ciò che è stato previsto in analoghi interventi da parte di Aurora immobiliare in altre città italiane, si può presumere che vi saranno circa 20mila mq di funzioni economiche di vario tipo. Alcune attività creano un impatto relativo, altre più significativo. Penso in primo luogo alle funzioni commerciali. Un’area che deve funzionare 365 giorni all’anno (come dichiarato dai proponenti) richiede anche una valutazione sull’impatto che ha sulla area interessata. Su questo è importante anche un confronto con i cittadini che sicuramente non mancherà da parte del Comune.
Un secondo aspetto riguarda la pista di atletica. Lo spostamento è previsto su via Melucci (prolungamento della via Roma). Le aree libere ci sono, ma vanno espropriate.
In questo caso vi è un problema di tempi. Dal mio punto di vista sarebbe logico prima spostare la pista di atletica e poi mettere mano allo stadio. Viceversa, rischiamo di perdere le attività attualmente presenti allo stadio in modo importante.
Questa ipotesi è compatibile con i tempi della riqualificazione dello stadio?
Da ultimo penso che in questa nuova situazione vada anche visto cosa fare nell’ex questura (intervento ASI Immobiliare). Ovviamente con procedura a parte e sganciata dall’operazione stadio, ma sinergica dal punto di vista urbanistico.
Siamo in presenza di una operazione complessa, ma dal mio punto di vista possibile, almeno con gli elementi di conoscenza attuali.
Mauro Vanni uno e trino
Mauro Vanni, bagnino di professione, è presidente della coop di balneari più importante della costa. E’ anche presidente di Confartigianato Imprese Demaniali, diacono e direttore dell’Ufficio pastorale del Turismo. Tutte responsabilità che Mauro Vanni si è conquistato sul campo, o meglio sulla spiaggia di Rimini. Ovviamente l’essere “diacono” appartiene alla sua sfera spirituale e tale rimane.
Mi ha colpito però la responsabilità dell’Ufficio Pastorale per il turismo per la diocesi di Rimini. La Pastorale del turismo mira “a formulare i valori e a segnalare le ambiguità; prepara animatori pastorali specializzati; coi quali investire poi tutta la comunità cristiana della globale responsabilità dei nuovi settori del turismo e tempo libero” (PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI).
Non credo che Mauro Vanni sia nelle condizioni di “formulare valori e segnalare ambiguità”. Troppo impegnato a difendere (legittimamente dal suo punto di vista) una lobby di potere, contraria ai principi europei, che del turismo rappresenta solo una parte e trascura, volutamente, il bene pubblico e il bene comune.
Santanchè: studia, ministra, studia invece di sparare stupidaggini
“Per i lavoratori stagionali c’è stato un incentivo gigantesco: abbiamo tolto il reddito di cittadinanza. Mi sembra il più grande incentivo che il governo potesse fare, tant’è che oggi la situazione sta un po’ migliorando rispetto agli anni scorsi”. Così la ministra del Turismo, Daniela Santanché, a Genova a margine della seconda giornata del Clia European Summit.
La realtà è ben diversa da quella raccontata dalla ministra. A scoraggiare gli stagionali, infatti, sono soprattutto proposte di lavoro con turni massacranti, a orari indefiniti, con straordinari non retribuiti e a condizioni al limite dello sfruttamento. Certo non tutto il turismo è così. Vi sono tante imprese turistiche corrette. Che però devono subire la concorrenza sleale di chi evade e paga poco i lavoratori.
Studia Ministra invece di sparare stupidaggini.
Maurizio Melucci