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Pare un bel romanzo ma è la storia vera di una nonna


7 Marzo 2021 / Paolo Zaghini

Maria Pia Zanelli: “Rosso di sera” – Il Ponte Vecchio.

Un affettuoso omaggio da parte dell’Autrice alla cara nonna Gianna, sua nonna paterna. “Sempre allegra e indaffarata, di sé non raccontava mai niente, soprattutto della sua infanzia così particolare che non ricordava mai, non si lamentava mai di niente, nemmeno della grande povertà che la famiglia, un tempo benestante, si trovò ad affrontare a causa delle guerre”.

Questa raccontata è una storia vera: anche se i fatti descritti, nella loro complessità, parrebbero derivare da un’opera di fantasia, i personaggi che vi sono coinvolti – tutti appartenenti alla famiglia della narratrice – sono persone realmente esistite. Tanto che spesso ne hanno influenzato il vivere e la visione del mondo. Per questo sono state conservate nella memoria come un bene prezioso per la somma degli affetti che in sé contengono e come fondamento dei costumi e dei valori cui tenersi fermi.

Maria Pia Zanelli è nata a Casalbono, nel Cesenate. Trasferitasi a Forlì, per tutta l’infanzia ha trascorso le vacanze estive al suo paese natìo, dove nessuna terra al mondo ha colori così profondi. Diventata grande troppo in fretta, per forza maggiore ha abbandonato gli studi senza nemmeno troppi rimpianti, ma poi, tormentata da una insopprimibile curiosità e dalle tante domande che la vita pone, per cercare risposte ha ripreso i libri in mano senza mai più fermarsi. Ha conseguito così il Baccalaureato in Teologia a Bologna, la laurea in Filosofia a Urbino e… non è ancora finita. Ha insegnato presso la scuola pubblica per diversi anni, vivendovi un’esperienza meravigliosa, che l’ha riportata alla vera se stessa, smarrita per strada, e poi ritrovata nello sguardo fiducioso di tanti ragazzi. Vive a Rimini da molti decenni.
Questo è il suo terzo libro: “L’albero di ciliegio. Dieci racconti” (edito da Panozzo nel 2013), “Un’avventurosa rinascita” (edito da Il Ponte Vecchio nel 2018).

Scrive in prima pagina del nuovo libro: “Sono sempre in cerca di Utopia l’isola che non c’è, ma che non posso fare a meno di inseguire, per la necessaria speranza di poter un giorno arrestare là la mia corsa e finalmente riposare”.

La storia si snoda fra i ricordi personali dell’Autrice, del suo crescere felice fra i numerosi parenti in campagna, e la ricostruzione della storia, con i tanti segreti, della vita di nonna Gianna. Essa era stata abbandonata dalla madre, sul finire dell’Ottocento, pochi giorni dopo la sua nascita nella finestrella della ruota girevole Degli Esposti di Cesena.

Nata fuori da un matrimonio regolare, la bimba fu accudita nei prima anni dalle suore e poi adottata da una famiglia di contadini. Qui viene trovata, dopo una lunga ricerca, dal padre naturale, Gigin, e portata nella propria casa. “A quei tempi, Gigin era un bell’uomo, giovane ricco e brillante”. Per la moglie, chiamata la “Pora Maestra” “accogliere Gianna in casa fu una sfida coraggiosa ma anche estremamente faticosa, quella ragazzina cresciuta senza regole e senza alcuna educazione, era troppo diversa dalle sue figlie e dalla vita che si conduceva in quella famiglia”.

“Gianna non amava i libri, amava la libertà della campagna e l’odore della terra, amava correre in mezzo ai campi, mungeva le mucche e pascolava le pecore”. “L’arrivo di Gianna in quella casa fu uno scompiglio per tutti quanti, per lei, che con gli occhi di tutti sempre puntati addosso per qualsiasi nonnulla, percepiva la fastidiosa sensazione di sentirsi sempre fuori posto come un’aliena, ma anche per chi, nonostante le buone intenzioni, si trovava quotidianamente a combattere resistenze difficili da scalfire”.

Gianna imparò però a vivere con la sua nuova famiglia alto borghese e l’educazione che ricevette “non venne mai meno, nemmeno quando la Grande Guerra spazzò via i beni di famiglia e la Seconda Guerra Mondiale completò l’opera già iniziata dalla prima”.

Chiude il libro questa considerazione dell’Autrice: “Nonna Gianna non mi aveva spiegato che la parola ‘donna’ porta in sé un insieme di significati enigmatici e complessi, temendo per il mio futuro l’aveva racchiusa esclusivamente dentro a molteplici sensi di responsabilità, di doveri e dolorose rinunce, lei invece lo sapeva benissimo che vuol dire molto di più. Sapeva che essere donna significa possedere una insopprimibile carica di amore, di umanità e di coraggio da offrire al mondo e che proprio in quell’amore donato liberamente ogni giorno, si manifesta la pienezza del suo esistere”. Una affermazione forte per una donna libera e consapevole, ieri ma anche oggi.

I proventi delle vendite del libro sono stati donati all’Associazione Crisalide, un’Associazione che opera sul territorio di Rimini a sostegno delle donne operate di tumore al seno. Qui è ancora possibile comprare una copia del libro della Zanelli.

Crisalide diffonde le informazioni per stimolare la pratica della prevenzione e della diagnosi precoce. Promuove convegni, seminari, tavole rotonde con esperti e soggetti tecnico- professionali per garantire una corretta informazione scientifica divulgativa sui problemi della salute. Organizza attività ricreative e ludiche per gli associati e per tutti i soggetti esterni interessati. Crisalide e le sue volontarie operano nel rispetto del principio di solidarietà ad aiutare le donne colpite dalla patologia del tumore al seno a superare il trauma della diagnosi, a conquistare la necessaria conoscenza e consapevolezza per essere soggetti attivi nel rapporto medico – paziente e partecipare alle scelte relative al recupero della loro salute e del loro equilibrio.

Paolo Zaghini